Ambiente

Sudafrica: i leoni non saranno più allevati per cacciare?

Il provvedimento, proposto da Barbara Creecy, ministro dell’Ambiente della Repubblica del Sudafrica, dovrà superare le critiche degli allevatori. Nello Stato, vengono allevati tra gli 8.000 e i 12.000 leoni in 350 fattorie
Credit: Public Domain Pictures  

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5 aprile 2024 Aggiornato alle 07:00

Per il Sudafrica, dire addio agli allevamenti dei leoni per la caccia è un cambiamento epocale. Certo, la novità sarà graduale: gli allevatori avranno fino a 24 mesi di tempo per terminare questa attività volontariamente, riqualificarsi e quindi adeguarsi al divieto che al termine di questo arco di tempo diventerà totale.

Il provvedimento è stato proposto da Barbara Creecy, ministro delle Foreste, della Pesca e dell’Ambiente della Repubblica del Sudafrica dal 30 maggio 2019, e si inserisce in un contesto in cui il Paese sta tentando in tutti i modi di migliorare la propria reputazione sul piano della conservazione della fauna selvatica, dopo i lunghi anni della discutibilissima, cosiddetta “caccia ai trofei”.

Tra l’altro, negli ultimi anni, in aree come Europa, Stati Uniti d’America e Australia si sono diffuse a macchia d’olio campagne per proibire l’import da questo Paese africano.

La misura dovrebbe quindi contrastare la pratica consistente nel liberare animali come felini selvatici, allevati in appositi recinti sostanzialmente allo scopo di essere uccisi dai cacciatori, spesso abbienti e stranieri, più che disposti a pagare ingenti somme di denaro per ottenere il capo o la pelle della vittima.

Le procedure politiche per arrivare all’abolizione di questa triste usanza sono cominciate almeno tre anni fa, quando una commissione istituita sul tema ha dato il via ai lavori.

Ora, come dichiarato dalla ministra, proprio da questa commissione arriva la raccomandazione di chiudere il settore dell’allevamento in cattività, incluso quello dei leoni e del loro impiego per fini commerciali.

Quindi il Consiglio dei Ministri sudafricano ha avallato ufficialmente l’intenzione di abolire gradualmente questa pratica, con riferimento in particolare all’allevamento di leoni e rinoceronti.

In questo panorama, però, le notizie non sono tutte rose e fiori. Infatti il divieto deve ancora essere trasformato in legge a tutti gli effetti e nell’attesa deve resistere alle critiche dei rappresentanti del settore dell’allevamento. Il testo rischia di essere messo sotto la lente di ingrandimento e subire lunghe discussioni.

Le organizzazioni per la protezione degli animali calcolano - e denunciano - che in Sudafrica vengono allevati tra gli 8.000 e i 12.000 leoni in 350 fattorie.

Secondo l’Ong Endangered Wildlife Trust, con sede in Sudafrica, solamente 3.500 leoni vivono in natura nel Paese, che ospita anche l’80% della popolazione mondiale di rinoceronti e conta più di 300 allevatori.

Una recente ricerca, pubblicata sulla rivista Communications Earth & Environment, rivela dati allarmanti sulla diminuzione delle popolazioni di leoni in Africa, pur fornendo nuove informazioni sulle strategie di conservazione. È stata condotta da Sam Nicholson dell’Endangered Wildlife Trust of South Africa e dalla ricercatrice Amy Dickman.

Stando ai dati, i leoni africani rimangono solo in 25 Paesi e quasi la metà di queste nazioni ne ha meno di 250 esemplari. Sebbene i leoni siano stimati tra le 20.000 e le 25.000 unità, c’è la preoccupazione che queste piccole popolazioni scompaiano.

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