Diritti

L’Ue vuole donare il ricavato dei beni russi congelati all’Ucraina

La Commissione europea ha proposto di utilizzare il 90% dei profitti per acquistare armi per Kyiv. Ma per i Governi militarmente neutrali potrebbe essere un problema
Credit: Zhao Dingzhe/Xinhua via ZUMA Press
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27 marzo 2024 Aggiornato alle 07:00

I leader europei radunati a Bruxelles si sono mostrati d’accordo con la proposta della Commissione Ue, che intende trasferire all’Ucraina i profitti ottenuti dai beni russi congelati, in deposito nelle riserve finanziarie d’Europa.

Il ricavato delle vendite dei beni russi, quest’anno, è stimato attorno ai 3 miliardi di euro e un terzo potrebbe già essere consegnato a Kyiv entro luglio, ha detto la presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen dopo la prima giornata di confronto con i capi di Stato e di Governo europei.

Il 20 marzo, quando la Commissione ha presentato la propria proposta, il Cremlino ha reso noto che una simile mossa costituirebbe una violazione del diritto internazionale.

Il sequestro dei 200 miliardi di investimenti russi gestiti in Europa a beneficio dell’Ucraina è stato deciso a febbraio. Da allora questi soldi sono inaccessibili: non possono essere né ritirati né trasferiti da parte della banca centrale russa. Ora il progetto è di utilizzare gli interessi generati annualmente dalle attività delle banche statali russe presso la società belga Euroclear per acquistare armi da fornire all’Ucraina e contribuire alla sua ricostruzione.

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters, l’obiettivo della Commissione è spendere il 90% dei proventi per le armi, attraverso il fondo European Peace Facility. Ma per alcuni Stati membri, utilizzare il denaro in questo modo è problematico, come nel caso dei Governi militarmente neutrali e non allineati: Malta, Austria e Irlanda. «Per noi neutrali, bisogna garantire che il denaro per il quale diamo la nostra approvazione non venga speso in armi e munizioni» ha detto il cancelliere austriaco Karl Nehammer.

Se Regno Unito e Stati Uniti hanno espresso la propria solidarietà verso la proposta della Commissione europea, anche il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha risposto in modo positivo all’iniziativa di Bruxelles, sostenendo però che all’utilizzo degli interessi delle banche russe devono seguire la confisca e la vendita totale di tutti i beni russi congelati. «L’Europa e il mondo hanno bisogno di un precedente efficace per far pagare all’aggressore un prezzo pesante per la distruzione che ha causato in Ucraina» ha detto Shmyhal in conferenza stampa.

La Banca centrale europea teme tuttavia che questo approccio possa essere controproducente per l’Europa minacciando la credibilità dell’euro. Secondo i suoi principali funzionari la vendita degli interessi potrebbe infatti entrare in conflitto con le leggi internazionali che garantiscono l’immunità degli investimenti delle banche centrali presenti nei depositi esteri.

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