Economia

Il ciclo non è un lusso

Iva sì, Iva no: quella applicata sugli assorbenti continua a essere modificata. E Coop scende nuovamente in campo. Lo racconta a La Svolta la Presidente Coop Italia, Maura Latini
Maura Latini, Presidente Coop Italia
Maura Latini, Presidente Coop Italia
Azzurra Rinaldi
Azzurra Rinaldi economista
Tempo di lettura 5 min lettura
5 marzo 2024 Aggiornato alle 06:30

Siamo da capo: le esigenze delle donne passano in secondo piano ancora una volta. E l’illusione dell’abbassamento dell’Iva sugli assorbenti che ci aveva portato il neoeletto Governo Meloni è sfumata con la nuova Manovra di Bilancio.

È quindi ripartita l’azione di Coop, già molto attiva negli anni passati, per chiedere un nuovo abbassamento dell’Iva. Ne ho parlato con la Presidente Coop Italia, Maura Latini.

Presidente, Coop scende nuovamente in campo contro l’Iva sugli assorbenti. Cosa era stato fatto finora con la campagna Close the gap e quali risultati erano stati raggiunti?

La petizione Stop Tampon Tax! Il ciclo non è un lusso era stata originariamente aperta nel dicembre 2018 sulla piattaforma change.org dal collettivo di attiviste Onde Rosa. Nelle prime due settimane dal lancio 2018, la petizione aveva raccolto oltre 90.000 firme, poi le sottoscrizioni erano fisiologicamente rallentate. Così la nuova collaborazione tra Coop e le promotrici nel 2021 aveva riacceso l’interesse raccogliendo in determinati momenti, flussi di oltre 20 mila firme in pochi giorni. Un successo che si era cristallizzato raggiungendo le 680.000 sottoscrizioni a fine 2022, quando lo stesso Governo Meloni aveva, con la manovra di bilancio 2023, abbassato l’Iva sui prodotti mestruali finalmente al 5%. Questo dal punto di vista della battaglia sulla assorbenza. Ovviamente, sin dalle origini, la nostra campagna sull’inclusione di genere aveva diversi ambiti di azione e quindi alla petizione, si affiancavano attività di formazione e sensibilizzazione sul tema, sia interne che esterne, oltre che un riconoscimento assegnato, con cadenza biennale, ai nostri fornitori di prodotto a marchio più virtuosi sui temi del gender gap.

Perché ora c’è bisogno di parlarne nuovamente?

Da gennaio 2024, la Manovra di Bilancio del Governo ha previsto un rialzo dal 5% al 10% dell’Iva sui prodotti mestruali. È doloroso e dispiace, che sia stata la prima presidente del Consiglio donna ad alzare di nuovo l’Iva. Avere la prima presidente del Consiglio donna è un motivo di orgoglio, sarebbe stato bello però che su quel segnale positivo di progresso, quando l’Iva era stata abbassata dal 10 al 5%, non si tornasse indietro. Siamo convinti che i modi e i tempi per recuperare possono essere tanti se il governo deciderà di farlo.

Quali sono i punti di forza di questa nuova petizione? E quali obiettivi si è posta?

La petizione propone a tutti, uomini o donne che siano, di sottoscrivere la proposta che già era online dal 2018. L’obiettivo è ambizioso, vorremmo raggiungere il milione di firme (oggi sono circa 700.000). Con lo scopo di incentivare il più possibile la firma, Coop si impegna già da inizi gennaio a neutralizzare l’Iva sui suoi prodotti mestruali a marchio (come fosse al 5%) e sarà così fino alla fine del mese di maggio. Inoltre ha chiesto ai suoi partner storici e a figure illustri del panorama sociale ed economico nazionale di sottoscrivere pubblicamente la proposta. Lo hanno fatto, solo per fare alcuni nomi: Linda Laura Sabbadini, statistica ed editorialista, Alessandra Mosca, professoressa aggiunta all’Università Bocconi, Lella Golfo, Presidente Fondazione Marisa Bellisario, Andrea Notarnicola, Global Inclusion Art 3, Natasha Maesi, Presidente nazionale Arcigay, Vera Gheno, sociolinguista, (e ci sono anch’io! n.d,r,). Nomi che compariranno in un appello che sarà ufficializzato in occasione del prossimo 8 marzo, Giornata Internazionale delle Donne, quando nella rete vendita Coop compariranno anche presidi di sensibilizzazione sul tema, curati dai soci attivi delle diverse cooperative.

Coop ha mostrato un impegno costante su questo tema. Perché un posizionamento così forte?

Da sempre Coop si impegna a contribuire a uno sviluppo consapevole, condiviso e partecipato del contesto in cui opera. Nel Dna della cooperazione è insito il concetto di condivisione e diffusione dei valori e l’uguaglianza, in tutte le sue forme, non può che essere uno dei valori cardine di Coop. In questo contesto, alcuni anni fa abbiamo aperto una riflessione interna sullo stato di salute interno dell’inclusione di genere. Ci siamo accorti che il tema era già affrontato positivamente, ma che avremmo comunque potuto migliorare e da quel momento è iniziato un lavoro che negli anni ha indubbiamente dato i suoi importanti frutti, dimostrando che il tema è sentito sia fuori (stakeholder, fornitori, cittadini) che dentro il mondo Coop (i nostri dipendenti). È in quest’ottica che scegliamo di impegnarci ogni anno di più sul tema. In questo 2024, oltre alla petizione, la campagna Close the gap continua con il lavoro interno al mondo delle cooperative dei consumatori per l’inclusione di genere. Coop ha ottenuto, prima insegna della Grande Distribuzione Organizzata italiana, la Certificazione per la Parità di Genere UNI PdR 125, lo strumento volontario previsto dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Prosegue anche la formazione contro il gender gap verso i fornitori di prodotto a marchio: iniziata nel 2021 in collaborazione con Oxfam, oggi diviene un vero e proprio format che, con il supporto di Scuola Coop, è destinato al management delle imprese fornitrici. Dall’esperienza sperimentale degli anni passati limitata ad alcune realtà produttive alla costruzione di un vero e proprio modello formativo a disposizione di tutte le imprese.

È una petizione importante, che riguarda la vita di tutte. Puoi firmarla qui

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