Futuro

Disinquinando i media

Le piattaforme, da Meta a Microsoft, si stanno impegnando a usare le tecnologie per creare ambienti più adatti a un’informazione di qualità. Le democrazie ne hanno bisogno
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9 febbraio 2024 Aggiornato alle 06:30

Mezzo mondo vota quest’anno, come si sa. Ma per il funzionamento della democrazia non basta che i cittadini possano votare: occorre che i cittadini possano votare sulla base di informazioni corrette.

Non si pretende la perfezione: ma almeno che le informazioni disponibili siano documentate bene e scritte in modo chiaro, siano state generate seguendo un metodo trasparente, indipendente, accurato, legalmente sano, e siano pubblicate in contesti nei quali le relazioni tra le persone siano rispettose, magari addirittura curiose, proporzionate e tolleranti.

Dal 2016 in poi, quando casi di disinformazione organizzata si sono manifestati durante il referendum che ha portato alla Brexit e le elezione americane che hanno portato alla presidenza Donald Trump, non passa anno che la questione non venga ripresa e analizzata.

La violenza e la banalizzazione si manifestano in modo spesso eccessivo nei social network, mentre la verificabilità delle informazioni e l’apertura alle opinioni diverse sembrano piuttosto in crisi.

Tra l’altro, i social network sono sempre meno luoghi di discussione e sempre più spazi di promozione per idee, personaggi, proposte commerciali e altro. Nella fruizione, aumenta l’uso della voce per fare domande e del video per dare risposte: l’interazione è sempre meno impegnativa e sempre più emozionale. E poiché sui social network tre/quattro miliardi di persone almeno passano in media 2 ore al giorno, sulle 4 totali che passano online, dice l’Economist, questo ha conseguenze importanti sull’informazione dei cittadini che vanno a votare: perché lo spazio per l’informazione si riduce nei media più usati, i social network appunto, e casomai si sposta sui servizi più riservati, come Whatsapp, dove circolano certamente grandi quantità di informazione ma non se ne conosce il tenore e la qualità.

L’intelligenza artificiale a sua volta assume nuovi ruoli. Finora, nella sua forma più consolidata, quella dei sistemi di raccomandazione, ha dominato lo spirito che aleggia nei media più popolari. Ma con i grandi modelli che generano testi e immagini ora si candida a dominare anche la produzione di messaggi. Come saranno dunque da questo punto di vista le prossime elezioni, dall’Europa all’India, dal Messico agli Stati Uniti, dal Regno Unito al Sudafrica e all’Indonesia? E come si stanno preparando i cittadini, le aziende e i governi?

Il board che sovrintende Facebook e Instagram si sta orientando a consigliare all’azienda di intervenire in qualsiasi caso di disinformazione, che sia prodotta da intelligenza artificiale o che sia generata da umani. E lo farà setacciando le piattaforme, naturalmente, con strumenti a base di intelligenza artificiale. Microsoft intanto si è accordata con Semafor per creare notizie di qualità anche utilizzando intelligenza artificiale e la sovrintendenza di umani. La tecnologia viene utilizzata per inquinare l’ecosistema mediatico ma anche per ripulirlo.

Non bastano certo le regole che puniscono le piattaforme che non fanno abbastanza per disinquinarsi, anche se aiutano. Le piattaforme devono scoprire che guadagnano di più se si ripuliscono. E le startup che vogliono pensare a nuove piattaforme troveranno probabilmente più opportunità se si concentrano sui modi per costruire ambienti di qualità.

I media sono l’ecosistema nel quale evolvono le idee. E come nell’ecosistema ambientale dopo una fase di sviluppo impetuoso e inquinante si deve trovare la strada dello sviluppo di qualità.

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