Ambiente

Lampione sostenibile e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te
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22 gennaio 2024 Aggiornato alle 17:00
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Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un Pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili.

Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo, o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta, ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita, allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

Helix

Helix è un lampione in grado di produrre energia propria rinnovabile e che, dunque, non ha bisogno di essere collegato alla rete elettrica.

Helix funziona con una turbina eolica e pannelli solari: la turbina eolica - che può produrre fino a 200 W - consente il funzionamento diurno e notturno, mentre i pannelli solari – in grado di produrre solari 21,75 W - aiutano la produzione di elettricità quando il vento è debole.

Queste due fonti sono collegate a un controller che regola la quantità di elettricità di cui ha bisogno la batteria che, posizionata alla base del palo, ha una capacità di 60Ah e permette di far funzionare il Led fino a 24h (producendo 2800 Lumen di luce e consumando solo 30W).

L’aerogeneratore di Helix ha un asse verticale, funziona con il vento proveniente da tutte le direzioni, è di più facile manutenzione rispetto a un aerogeneratore orizzontale ed è silenzioso.

Si tratta di un rotore Savonius, meno potente di un Darrieus, ma capace di produrre energia con venti molto deboli. Le lame delle turbine, invece, sono realizzate in plexiglass bianco traslucido.

Waterbench

Waterbench è un’innovativa panchina, sviluppata non solo per aumentare il verde negli spazi pubblici urbanizzati, ma anche per poterlo mantenere sempre rigoglioso e innaffiato.

La panchina Waterbench, infatti, è in grado di raccogliere al suo interno centinaia di litri di acqua piovana e conservarla per fornirla, al bisogno, alle piante incorporate nella sua superficie.

Durante le giornate di pioggia, l’acqua piovana filtra naturalmente attraverso la copertura di cemento poroso e viene raccolta in un serbatoio di cemento a tenuta stagna dove le radici delle piante possono attingere tramite un cordone di nylon.

Grazie a questo particolare sistema, le panchine delle città possono essere sempre asciutte, anche in caso di pioggia, e le zone urbane sempre più verdi e con un’irrigazione sostenibile: Waterbench non richiede quasi alcuna manutenzione e garantisce un tocco verde permanente in città.

Esosport

La storia di Esosport è una storia che nasce nel 2009, con l’obiettivo di togliere dalle discariche materiali sportivi che danneggiano l’ambiente per dare loro una seconda vita, trasformandoli così da scarto a risorsa.

L’idea nasce da un’idea di Nicolas Meletiou, managing director di Eso – un’azienda specializzata nella gestione, trattamento e smaltimento di rifiuti da ufficio: rifiuti speciali e rifiuti elettronici, smaltimento toner, neon, documenti riservati, plastica e cellulari e dal 2017 attiva anche nello smaltimento dei rifiuti infermieristici, bombolette spray, e rifiuti prodotti dalle imprese di pulizia (come stracci e guanti) – ma anche grande appassionato di sport.

Insieme agli amici Fulvio Massini, preparatore atletico e Marco Marchei, direttore del mensile Runner’s World, ha dato vita a Esosport, un progetto incentrato sul tema del corretto smaltimento delle scarpe sportive, dei copertoni delle bike, delle palline da tennis e di tutti gli scarti sportivi.

Come funziona? Esosport, con il supporto della logistica Eso, posiziona gli Esobox (dei box di raccolta dei rifiuti) in spazi concordati in base alla tipologia di materiale sportivo oggetto della raccolta. Qui chiunque può decidere di “donare” le proprie scarpe sportive, i copertoni delle bike o le palline da tennis inutilizzabili per consentirne un riciclo creativo.

Gli addetti alla logistica, poi, procedono periodicamente allo svuotamento dei contenitori per la consegna del materiale all’impianto di lavorazione Eso Recycling.

Qui il rifiuto si trasforma in nuova risorsa: il materiale raccolto e riciclato, infatti, viene lavorato e ritorna sul territorio per dare vita a nuovi progetti, come parchi giochi, pavimentazioni sportive, pavimentazioni antitrauma per parchi gioco per bambini (già installate ne Il Giardino di Betty, un parco giochi per bambini dedicato Elisabetta Salvioni Meletiou, moglie di Nicolas Meletiou scomparsa prematuramente) e piste di atletica (come La pista di Pietro, una pista di atletica di 60 mt in ricordo del grande atleta Pietro Mennea).

Come si legge in una nota ufficiale di Esosport, “Chi sceglie di aderire a Esosport non solo sceglie un servizio in grado di risolvere i problemi di gestione dei rifiuti, ma coglie anche l’opportunità di abbracciare una nuova visione ecosostenibile dello sport, che ha a cuore il benessere della società e dell’ambiente”.

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