Ambiente

Ancora fake news su Chernobyl

Ci sono almeno 10 buoni motivi per non cedere all’allarmismo e alla disinformazione sulle fughe radioattive dalla centrale ucraina. Parola dell’Avvocato dell’atomo, fisico teorico che sulle sue pagine social (e qui) risponde alle “scorie giornalistiche”
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10 marzo 2022 Aggiornato alle 08:00

Ancora fake news su Chernobyl. Francamente, la situazione ha da parecchio superato la barriera del ridicolo, e anche noi ci saremmo pure rotti, insomma, iniziamo a essere stanchini. Ma a quanto pare dobbiamo spiegare comunque le cose noi, che di giornalista che sia in grado di fare il suo lavoro in Italia non se ne trova mezzo, e quindi…

1. È vero che la centrale di Chernobyl è stata scollegata dalla rete elettrica? Sì. Per la precisione, i reattori sono stati scollegati nel 1999, 22 anni fa; la connessione con la rete da allora alimenta solo i sistemi ausiliari.

2. È vero che i russi hanno scollegato completamente l’impianto dalla rete? Sì. La prima delle due linee che portano corrente alla centrale è stata staccata il 3 marzo, la seconda stanotte.

3. C’è pericolo di contaminazione radioattiva? No.

4. Nelle piscine di raffreddamento della centrale è presente combustibile esausto? Sì, quello del reattore 3, ma si trova lì da 22 anni, e pertanto non richiede un ricircolo attivo dell’acqua per essere raffreddato, tanto che le pompe sono spente dal 2013. Non comporta nessun pericolo, e lo ha confermato anche l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica.

5. Cosa succede quindi ora che la centrale non ha più energia? Che chi ci lavora è al buio; l’esercito russo ha offerto agli operatori di andarsene e lasciare il sito sguarnito, ma l’unica linea ferroviaria disponibile attualmente transita dalla Bielorussia, e gli operatori non si sentono al sicuro.

6. Nessun altro pericolo? I sistemi di monitoraggio sono offline, ma in nessun caso i materiali radioattivi presenti a Chernobyl oggi sono in grado di provocare danni su larga scala. E la zona di esclusione è già disabitata.

7. Ho sentito che hanno dovuto ricorrere ai generatori diesel di emergenza, è vero? Sì, è quello che succede quando sei senza corrente.

8. Ma non si rischia un meltdown come a Fukushima? No, a Fukushima c’erano da raffreddare reattori appena spenti e piscine con combustibile esausto appena sostituito. Qui non c’è da raffreddare nulla, è tutto già abbondantemente freddo.

9. Perché il servizio di sicurezza ucraino ha paventato l’eventualità di una catastrofe? Perché puntano sulla paura nucleare per far intervenire militarmente l’Europa, e la cosa non aiuta la loro causa neanche un po’.

10. Perché il direttore generale della IAEA esprime preoccupazione, se non c’è nulla di cui aver paura? Perché nel settore nucleare anche una perdita delle comunicazioni con un impianto è un evento a cui prestare attenzione, e perché nel suo ruolo istituzionale è compreso il garantire la sicurezza agli operatori degli impianti nucleari (sicurezza che, come potete intuire, è tutto meno che garantita, nel momento in cui le luci sono spente, le comunicazioni sono chiuse e un esercito nemico occupa la zona).

Questo è quanto.

Luca Romano, laureato in Fisica Teorica a Torino, ha un master in Giornalismo Scientifico a Ferrara. Sono sue le pagine social @avvocatoatomico. Puoi seguirlo su www.facebook.com/AvvocatoAtomico/