Futuro

Sbronzi al volante? Gli Usa dicono basta

Le autorità americane vogliono imporre alle case automobilistiche dispositivi per impedire la guida in stato di ebrezza. La National Highway Traffic Safety Administration entro il 2024 selezionerà le tecnologie adatte
Credit: Martin Jernberg  

Tempo di lettura 4 min lettura
18 dicembre 2023 Aggiornato alle 11:00

Ogni anno sulle strade degli Stati Uniti d’America muoiono oltre 10.000 persone per incidenti automobilistici causati da conducenti in stato di ebrezza. Per fermare queste continue tragedie nel 2021 il Congresso americano aveva ordinato alla National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa) di trovare e imporre una serie di tecnologie per impedire alle persone ubriache di guidare i veicoli.

A 2 anni dalla decisione del Congresso, le autorità che si occupano di regolamentare la sicurezza automobilistica hanno annunciato ufficialmente nella giornata di martedì 12 dicembre l’avvio del processo di selezione delle tecnologie adatte, che imporrà alle aziende produttrici di automobili di installare dei device in grado di rilevare le condizioni del guidatore.

Un processo che dovrebbe concludersi entro la fine del 2024: «Stiamo cercando di vedere se possiamo realizzarlo, se esiste in qualche modo una tecnologia che funzionerà ogni volta», ha sottolineato Ann Carlson, Amministratrice a interim della Nhtsa.

Mentre il vice-segretario dei Trasporti Polly Trottenberg ha invocato uno sforzo generale per trovare delle soluzioni ottimali: «Per favore, portate con voi le vostre migliori idee e le vostre ricerche: uniamoci per far avanzare il più rapidamente possibile la prossima tecnologia nella prevenzione della guida in stato di difficoltà».

L’agenzia governativa ha affermato che l’avvio del processo di selezione aiuterà a raccogliere le informazioni sullo stato delle tecnologie in sviluppo, oltre che fissare gli standard per i dispositivi che verranno adottati sul territorio nazionale.

Le ricerche scientifiche sui device anti-guida sono in corso da molti anni e sono divise in 4 categorie principali, che vanno dai sensori incorporati nei volanti o nei cruscotti atti a rilevare i livelli di alcol e di anidride carbonica nel respiro del conducente, fino ai sensori tattili, presenti sempre sul volante o in altre parti del veicolo, che possono utilizzare le luci a infrarossi per determinare il contenuto di alcol nel sangue appena sotto la superficie della pelle.

Atri sistemi di monitoraggio si concentrano sul movimento degli occhi o della testa del conducente, esaminando i comportamenti ritenuti non adeguati alla guida, mentre ulteriori sensori elettronici sono in grado di rilevare possibili deviazioni dalla corsia o sterzate irregolari. Quest’ultimi sono già presenti sui modelli di ultima generazione, e si integreranno sempre di più con i sistemi computerizzati e le intelligenze artificiali.

La tecnologie che verranno scelte e diventeranno uno standard nazionale dovranno essere “passive”, secondo l’Nhtsa.

Quindi in grado di funzionare senza alcuna azione specifica da parte del guidatore, spegnendo autonomamente il veicolo in modo da prevenire comportamenti pericolosi.

Per ottenere questo risultato le autorità governative stanno collaborando con l’Alliance for Automotive Innovation, un gruppo commerciale del settore automotive, e con 16 case automobilistiche che hanno finanziato congiuntamente la ricerca sul monitoraggio di questo tipo di problema, formando un gruppo chiamato Driver Alcohol Detection System for Safety.

Nel 2021, secondo le ultime statistiche disponibili, 13.384 persone sono morte a causa di incidenti stradali negli Usa per colpa dell’alcol, con un costo sociale ed economico pari a 280 miliardi di dollari per spese mediche, perdita della qualità della vita e calo dei salari.

Nel 2023 gli incidenti sono diminuiti del 4,5% nei primi nove mesi dell’anno: «Sebbene siamo ottimisti sul fatto che stiamo finalmente assistendo a un’inversione del numero record di vittime registrato durante la pandemia, questo non è un motivo di celebrazione», ha dichiarato Ann Carlson.

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