Storie

Valentina Parenti: «Ai confini del mondo ho capito che il mio destino era già scritto»

Prima il Canada, poi la Terra del Fuoco: è nei luoghi più remoti che l’imprenditrice e fondatrice di GammaDonna (e protagonista della nostra campagna sui tram) ha tracciato la sua #storiadisvolta. Un sentiero sulle orme della mamma, pioniera delle pubbliche relazioni in Italia
Da sinistra, Azzurra Rinaldi, Valentina Parenti, Francesca Fiore, Cristina Sivieri Tagliabue, Sarah Malnerich (foto di Emanuele Berardi)
Da sinistra, Azzurra Rinaldi, Valentina Parenti, Francesca Fiore, Cristina Sivieri Tagliabue, Sarah Malnerich (foto di Emanuele Berardi)
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8 marzo 2022 Aggiornato alle 22:40

Sono gli anni ‘90, quel periodo in cui la posta elettronica inizia a fari strada in un mondo ancora abituato allo stridore dei fax. Valentina Parenti si è trasferita in un piccolo paesino del Minnesota, «tra lupi e orsi», per frequentare il quarto anno di liceo all’estero, che più estero non si può. Ai confini con il Canada le temperature sono quelle che sono, e poi «sei costretto a confrontarti con persone e luoghi diametralmente opposti. Questo ti rende più tollerante, più flessibile».

La lungimiranza e l’apertura mentale dei suoi genitori l’hanno spinta lì dove forse non sarebbe andata: «Sono diventata una persona che non ama i pregiudizi e si avvicina a tutto ciò che è nuovo senza limiti» racconta Valentina, oggi imprenditrice a capo di un’agenzia che porta il suo nome: Valentina Communication.

È la madre a decidere di chiamarla così, come sua figlia, quando fonda la società di Pr, ufficio stampa e comunicazione nel 1981: «Vedevo lei, meravigliosa pioniera nel campo delle relazioni pubbliche e della comunicazione in Italia nei primissimi anni Ottanta, e sentivo che il mio destino era già stato scritto: avrei dovuto prendere quella stessa strada. Ma l’ultima cosa che volevo fare era deludere i miei genitori».

Per Valentina non è facile, all’inizio, sentire di non avere una scelta e percorrere un sentiero già battuto: dopo la laurea in tedesco e spagnolo, una piccola parentesi lavorativa, e 6 mesi sabbatici in giro per il mondo, il fax fa ancora una volta capolino nella sua vita e la richiama all’ordine.

Così Valentina lascia l’Argentina, nella Terra del Fuoco di Ushuaia, un luogo che (di nuovo) più lontano da casa non si può. Torna al suo alter ego aziendale, Valentina Communication. Ma nel 2004 ecco un’altra porta che si apre: è l’associazione GammaDonna, quella che diventa «una ragione di vita: dove riesco a coniugare gli strumenti e le conoscenze che mia madre mi ha trasmesso e lasciato in eredità, applicate però a quella che credo sia una finalità importante per il suo impatto sociale, oltre che economico».

GammaDonna, infatti, da quasi vent’anni valorizza l’iniziativa imprenditoriale di donne e giovani, lavorando per il cambiamento culturale del Paese. «Non volevamo farne un tema sociale, di etica, di genere, ma farne un tema economico, immerso in questa società che sente solo numeri».

E la svolta del futuro sta proprio qui: «Vorrei che ci fosse meno bisogno di noi, come operatori che cercano di lavorare per i diritti delle donne e dei giovani: vorrei che non fosse più un tema di dibattito, di lotta, ma parte di una società più equa ed equilibrata, con le persone valorizzate per i loro meriti».

Valentina vuole costruire quella società anche per i suoi due figli, maschio e femmina: «Loro mi hanno dato la possibilità di tirare fuori dal cassetto quegli occhiali rosa con cui si guarda il mondo da giovani, perché ti danno una nuova chiave di interpretazione e ti riportano alla vera essenza delle cose. La loro nascita è stata la mia rinascita».