Diritti

Mommunes: chi sono le mamme sole che vivono insieme?

Negli Usa almeno 300.000 donne single, separate o vedove condividono la casa, e il tempo, con un’altra madre e i suoi figli. Un fenomeno in crescita anche in Italia, dove le famiglie monogenitoriali sono 8,5 milioni
Ron Lach
Ron Lach
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5 dicembre 2023 Aggiornato alle 12:00

«Sono figlia unica e ho sempre avuto una vita piuttosto solitaria. Ho avuto molte difficoltà soprattutto economiche e quando mio marito se ne è andato lasciandomi con due bambini di 5 e 7 anni la mia vita è ulteriormente sprofondata nell’abisso».

A parlare è Jennifer, 41enne del Queens a New York City, una delle oltre 300.000 madri americane che grazie al fenomeno sempre crescente delle Mommunes – termine che deriva dall’unione delle parole - “mom” mamma e “common” in comune – ha potuto trovare conforto e aiuto in un’altra mamma sola.

Per molte madri single, separate, o vedove unirsi in una specie di comune, in modo da potersi sostenere a vicenda, dividere spese e costi è divenuta la nuova frontiera della sopravvivenza, soprattutto negli Stati Uniti.

«Non sapevo come fare con la gestione dei bambini - continua Jennifer - ma soprattutto non avevo risorse economiche, un lavoro che mi permettesse di sostenere le crescenti spese e l’affitto. Ho provato a rivolgermi ai miei genitori, ma vivono in un altro Stato e io non volevo tornare da dove ero scappata molti anni prima».

Queste donne disposte a unire le loro vite, esperienze, soldi, non sono amiche e spesso neppure si conoscono, ma ad avvicinarle è l’obiettivo di alleggerire le loro esistenze attraverso la condivisione, non solo del denaro ma, soprattutto, del tempo.

«Ho conosciuto Cynthia a scuola – i nostri figli sono compagni di classe – un giorno abbiamo scambiato qualche parola e sono emerse le nostre affinità. Anche lei come me era una madre divorziata in cerca di sostegno. Abitavamo vicine ma non ci eravamo mai frequentate, prima di iniziare una convivenza abbiamo cercato di capire se poteva essere sostenibile per i nostri figli».

Secondo l’US Census Bureau - l’ufficio del censimento americano - negli Stati Uniti le madri che vivono da sole con figli minorenni rappresentano l’80% degli oltre 11 milioni di famiglie monoparentali.

Nel 2022 a Los Angeles è nata anche la piattaforma CoAbode dall’intuizione dell’imprenditrice Carmel Boss, che trovandosi da sola a crescere un figlio aveva cercato un modo per poter affrontare questa nuova esperienza. Sui social all’epoca scriveva: “Due madri single che condividono una casa hanno i vantaggi finanziari di una coppia sposata, hanno più tempo, un maggiore accesso alle opportunità e la sicurezza di sapere che i loro figli sono al sicuro. Così anche i loro risparmi crescono”.

CoAbode è un sito creato appositamente per le donne alla ricerca di alloggi condivisi. Sulla loro home page si definiscono come “la nuova generazione di social networking, che porta l’interazione fuori dallo schermo e nella vita di tutti i giorni. Abbiniamo le persone per la condivisione della casa in base alla personalità, a ciò che ogni persona apprezza e per la costruzione di comunità in ogni fase della vita, costruendo case stabili, cura condivisa dei bambini e stabilità in tempi incerti. La connessione sociale nella vita reale e la condivisione della casa costruiscono salute e benessere e milioni di americani possono beneficiare del nostro approccio alla costruzione della comunità”.

«Non è stato semplice far coincidere i nostri spazi e le nostre abitudini – aggiunge Cynthia, che di anni ne ha 33 – ma poco alla volta abbiamo trovato il giusto equilibrio acquisendo benessere e indipendenza. Abbiamo organizzato turni per la gestione della casa delle commissioni e in modo particolare per districarci nelle attività dei bambini – anche io ne ho 2, rispettivamente di 6 e 7 anni. Ci siamo riappropriate della nostra vita, del nostro tempo».

La “comune delle mamme” è divenuta talmente virale da sbarcare anche su TikTok con l’hashtag #mommunes. Nei contenuti proposti, donne di ogni età raccontano le loro storie di vita quotidiana e forniscono suggerimenti e consigli.

Seppure il divario retributivo di genere negli Stati Uniti sia rimasto relativamente stabile negli ultimi 20 anni, secondo una nuova analisi del Pew Research Center nel 2020 le donne hanno guadagnato in media l’82% di quanto guadagnato dagli uomini, rispetto alla retribuzione oraria media dei lavoratori a tempo pieno e part-time. Per questo, il fattore economico resta determinante nella scelta di una convivenza condivisa.

«Viviamo insieme da circa un anno - conclude Jennifer - e anche se questa non sarà per entrambe la soluzione definitiva abbiamo promesso di continuare a supportarci indipendentemente dalle nostre scelte di vita».

Anche in Italia le “mommunes” si stanno diffondendo, complice anche il crescente numero delle famiglie monogenitoriali, che secondo quanto riportato dall’Istat nel 2022 erano 8,5 milioni. Questa tendenza è confermata anche dall’ultimo report di Eurostat che ha rilevato come nell’Unione Europea ci sarebbero oltre 221,3 milioni di nuclei monofamiliari, in aumento di 2,4 punti percentuali rispetto al 2010.

L’articolo 29 della Costituzione Italiana recita “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”. Ma qual è la famiglia oggi? È radicalmente cambiata da quella intesa come “tradizionale”: la famiglia oggi è stare con chi hai scelto e con chi ti sceglie. Semplicemente stare lì, insieme.

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