Ambiente

C’è un legame tra inquinamento atmosferico e disturbi mentali

Lo attesta una nuova ricerca, coordinata dalla ricercatrice Francesca Nobile del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario della Regione Lazio, condotta a Roma tra il 2011 e il 2019 su 1,7 milioni di adulti under 64
Credit: KEHN HERMANO  
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5 dicembre 2023 Aggiornato alle 07:00

L’esposizione a lungo termine all’inquinamento può influire negativamente anche sulla salute mentale.

Una nuova ricerca condotta a Roma su una popolazione di 1,7 milioni di persone tra 2011 e 2019 mostra che dove la concentrazione di particolato nell’aria è maggiore cresce la probabilità di sviluppare schizofrenia, depressione e disturbi d’ansia.

Vivere in città affollate è di per sé un fattore di rischio chiave per la schizofrenia e altri disturbi psicotici, anche a causa del rumore del traffico stradale. Nonostante alcuni studi avessero suggerito anche un possibile legame tra l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico nelle città e lo sviluppo di disturbi psichiatrici, tuttavia nessuna ricerca aveva ancora mai studiato questa correlazione su un numero così alto di persone.

Per 8 anni, persone tra i 30 e i 64 sono state oggetto dello studio coordinato dalla ricercatrice Francesca Nobile, del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario della Regione Lazio.

Attraverso l’analisi delle loro cartelle cliniche e delle prescrizioni dei loro farmaci, è emerso che all’aumento di 3 dei maggiori inquinanti atmosferici rilevanti per la salute umana (Pm 2,5, NO2 e BC) è associato soprattutto un aumento della depressione nella popolazione che li respira.

La ricerca è in linea con studi precedenti che esaminano gli effetti dell’esposizione a breve e a lungo termine all’inquinamento atmosferico sulla salute mentale. Anche se i meccanismi che collegano l’inquinamento atmosferico alla natura dei disturbi mentali sono ancora in fase di studio, alcuni ricerche hanno infatti suggerito che le polveri sottili possono influenzare il cervello umano attraverso processi neuroinfiammatori e provocare processi neurodegenerativi.

L’esposizione media annuale dei residenti a Roma al Pm 2,5 è più di 3 volte superiore a quanto suggerito dall’Organizzazione mondiale per la sanità. Oltre a mettere in guardia dal rischio che ciò può comportare per la salute mentale, i dati dello studio permettono però di calcolare i benefici derivanti dal miglioramento della qualità dell’aria in città. In particolare, ridurre l’inquinamento medio da particolato del 10% potrebbe ridurre il rischio di sviluppare schizofrenia, depressione e disturbi d’ansia del 10-30%.

Il tema della salute mentale e del suo rapporto con l’inquinamento è stato finora poco affrontato nel corso delle conferenze sul clima, eppure insieme alle malattie cardiovascolari e respiratorie, al cancro e al diabete, i disturbi psicotici sono tra i responsabili del 74% delle morti per malattie non trasmissibili nel mondo legate al cambiamento climatico, dice Organizzazione mondiale per la Sanità.

Gli impatti sulla salute più discussi finora sono stati legati quasi esclusivamente alle malattie infettive, ma le conseguenze sulla salute mentale derivanti dagli effetti del riscaldamento globale sono molteplici: gli sfollamenti e i disagi causati da gravi inondazioni, siccità, tempeste e incendi, nonché dalla malnutrizione e denutrizione provocate dal clima, rappresentano una significativa fonte di stress.

Tuttavia, alla Cop28 di Dubai, un solo evento collaterale in programma si propone di affrontare anche il tema della salute mentale delle persone in relazione all’aumento delle temperature e dell’inquinamento.

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