Diritti

L’opinione pubblica vorrebbe un mondo senza alleanze prestabilite

Per la maggior parte degli oltre 25.000 intervistati dall’European Council on Foreign Relations 2023 e dall’Europe in a Changing World, Ue e Usa sono più attraenti di Cina e Russia. Tuttavia, “questo non si traduce in un allineamento politico”
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che mercoledì 15 novembre ha incontrato a San Francisco l'omologo cinese Xi Jinping
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che mercoledì 15 novembre ha incontrato a San Francisco l'omologo cinese Xi Jinping Credit: Al Drago / Pool via CNP
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
17 novembre 2023 Aggiornato alle 20:00

I leader europei e statunitensi tendono a vedere il mondo di oggi attraverso la lente di sistemi ideologici e politici in competizione, in cui ci sono 2 possibilità: o con l’Occidente, o contro. L’opinione pubblica, però, sembra pensarla diversamente: lo rivelano i risultati di un sondaggio realizzato dall’European Council on Foreign Relations 2023 e dal progetto di ricerca Europe in a Changing World della University of Oxford. Nei 21 Paesi coinvolti, tra cui Cina, Stati Uniti, Italia, Francia, Germania, Corea del Sud e Brasile, la maggior parte delle persone sostiene che siamo entrati in un mondo à la carte, in cui è possibile mescolare e abbinare i propri partner su questioni diverse, invece di sottoscrivere “un menu fisso” di fedeltà a una parte o all’altra.

Secondo gli autori del rapporto i leader politici in Europa e negli Stati Uniti “spesso inquadrano il mondo del 21° secolo come una rivalità tra sistemi ideologici e politici concorrenti. Parlano di conquistare il ‘sud del mondo’ a favore dell’Occidente e di rafforzare l’ordine basato sulle regole contro i suoi sfidanti”. Tuttavia, questa mentalità ignorerebbe il modo in cui molte persone al di fuori dell’Occidente guardano al globo.

La maggioranza delle 25.266 persone over 18 intervistate a settembre e ottobre 2023 in 11 Paesi europei e 10 extraeuropei considera l’Europa e l’America più attraenti e con valori più ammirevoli (o con più soft power) rispetto alla Cina e alla Russia. Corea del Sud (75%), Turchia (71%), Brasile (68%) e Sud Africa (65%) affermano che, ipoteticamente, preferirebbero vivere in Europa o Stati Uniti.

“Ma questo non si traduce in un allineamento politico”, spiega la ricerca, che ha rivelato “un panorama geopolitico complesso in cui i cittadini delle grandi e medie potenze di tutto il mondo non vogliono accettare solo una serie fissa di partnership”. Nonostante i leader dell’Ue insistano affinché il blocco sia visto come un attore geopolitico, per gran parte del resto del mondo si tratta di una destinazione attraente, ma non di un hard power (cioè con un potere derivante da mezzi militari ed economici). Molte persone al di fuori dell’Occidente sembrano dubitare della sopravvivenza di queste società liberali.

Secondo gli autori del rapporto, di fronte a questa realtà l’Ue dovrebbe adottare una politica di «interdipendenza strategica», stabilire un’ampia coalizione di partner su una serie di questioni e rafforzare la posizione globale del blocco. “Da un lato, l’Ue dovrebbe riconoscere che non sarà mai in grado di essere autosufficiente e che il desiderio di interdipendenza è nel suo Dna. Dall’altro, deve fare molto di più per diventare un attore geopolitico”, spiegano nella ricerca.

Ivan Krastev dell’Ecfr ha dichiarato che «il mondo sta cambiando, e non a favore dell’Europa. Qualsiasi approccio alla strategia deve iniziare con l’analisi del mondo così com’è, non come vorremmo che fosse. Osservando il modo fiducioso in cui le “medie potenze” come Turchia, India, Brasile e Sud Africa si comportano ora sulla scena mondiale, l’Ue dovrebbe prenderne atto».

È giunto il momento, secondo gli autori, che gli europei investano maggiormente nella dimensione militare e di sicurezza dell’hard power, sulla base di quanto hanno già fatto per sostenere l’Ucraina. Un ulteriore allargamento dell’UE verso est, anche prima che la guerra in Ucraina si concluda, renderebbe il blocco più potente e credibile in un mondo di forte competizione geopolitica e geoeconomica.

Gran parte delle persone non europee né statunitensi, inoltre, vorrebbe che la guerra in Ucraina cessasse il prima possibile, anche se questo dovesse tradursi nella perdita di territorio per Kyiv. Lo sostengono la maggior parte delle persone intervistate in Cina, Arabia Saudita, India, Turchia e dalla Corea del Sud. Anche se, dopo l’invasione da parte dell’esercito russo a partire dal 24 febbraio 2022, europei e americani hanno cercato di mobilitare il mondo in difesa dell’ordine liberale post guerra fredda, questa speranza è stata fortemente delusa.

Molti cittadini al di fuori dell’Occidente considerano l’importanza unica attribuita a questa guerra europea come un esempio di doppio standard occidentale. Con il conflitto in Ucraina, quello tra Israele e Hamas (scoppiato dopo il completamento del sondaggio) e una minaccia di conflitto armato tra Stati Uniti e Cina per Taiwan, “sembra che il mondo stia diventando un mondo di guerre multiple e di alleanze in continua evoluzione”. In base ai risultati emersi, in pochissimi, anche in Europa, prenderebbero le parti di Washington se scoppiasse una guerra tra Stati Uniti e Cina per Taiwan.

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