Diritti

Antisemitismo e islamofobia: cosa succede in Europa?

In alcuni Paesi gli episodi violenti verso la comunità ebraica sono aumentati dopo gli attacchi di Hamas e la risposta israeliana su Gaza. Cresce la preoccupazione anche per musulmani e arabi
Credit: Via Cnn.com
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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25 ottobre 2023 Aggiornato alle 09:00

A seguito della violenta escalation del conflitto tra Hamas e Israele a Gaza, migliaia di persone si sono radunate a Berlino e Londra per opporsi agli episodi di antisemitismo e sostenere Israele. Secondo il commissario tedesco per l’antisemitismo Felix Klein, nominato nel 2018 in risposta all’intenso dibattito sul crescente fenomeno in Germania, «la gente è scioccata dal sentire notizie di case in cui vivono ebrei contrassegnate con una Stella di David. Perché questo, ovviamente, ci ricorda qualcosa e ci riporta ai momenti più orribili che abbiamo vissuto in questo Paese». Nei giorni scorsi, nella capitale tedesca, sono state lanciate due molotov contro una sinagoga e le facciate di alcuni edifici sono state imbrattate con la Stella di David, che rappresenta la civiltà e la religiosità ebraica.

Domenica 22 ottobre, in occasione dell’inaugurazione di una nuova sinagoga a Dessau, nella Germania centro-orientale, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito di voler porre fine all’antisemitismo nel Paese, giurando di adottare un approccio di «tolleranza zero» nei confronti degli episodi contro la comunità ebraica, «difendendola» e proteggendola».

Secondo l’organizzazione Anti-Defamation League, che dal 1913 punta a “fermare la diffamazione del popolo ebraico e garantire giustizia e un trattamento equo a tutti”, nei giorni successivi agli attacchi di Hamas in Israele e ai bombardamenti dell’esercito israeliano a Gaza, in Francia sono stati denunciati alla polizia 588 episodi di antisemitismo, che hanno provocato 336 arresti; in Germania, dal 7 ottobre, sono aumentati del 240% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; nel Regno Unito la polizia di Londra ha affermato che dal 1° al 18 ottobre sono stati segnalati 218 crimini di odio antisemita, 13 volte maggiori rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Già nel 2021, con 3.027 reati denunciati, la pandemia di Covid-19 era stata “un fattore chiave nel numero record di crimini antisemiti - ha spiegato il ministero dell’Interno tedesco in una nota - Circa il 61% di questi crimini erano casi di incitamento all’odio (una categoria che ha visto un aumento del 40 % rispetto all’anno precedente)”.

Intervistato dal Guardian, il commissario tedesco per l’antisemitismo Klein ha parlato del divieto imposto dalla polizia tedesca di organizzare manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese, dicendosi preoccupato per la limitazione delle libertà delle proteste pacifiche, «perché ovviamente manifestare è un diritto fondamentale». Il dibattito, secondo Klein, è «molto, molto acceso, molto emotivo […] e naturalmente qui [in Germania], a differenza di altri Paesi, abbiamo questa situazione storica». Klein fa riferimento alla responsabilità del Paese nei confronti di Israele, visto il ruolo della Germania nell’Olocausto, in cui furono uccisi 6 milioni di ebrei.

Gli attivisti per i diritti umani hanno avvertito che le voci pro-palestinesi sono state messe a tacere in molti Paesi europei, limitando “illegalmente il diritto di protestare”, ha dichiarato Esther Major, vicedirettrice per le ricerche sull’Europa di Amnesty International in un comunicato. Alcuni hanno preso di mira “canti, bandiere e cartelli palestinesi”, altri hanno sottoposto “i manifestanti alla brutalità della polizia e all’arresto”. In Francia, per esempio, “è dovuto intervenire il Consiglio di Stato per affermare che non è possibile imporre un divieto totale nei confronti di tutte le manifestazioni a sostegno dei palestinesi”. La più alta corte amministrativa francese, infatti, ha annullato il divieto generale di manifestare a favore dei palestinesi, affermando che l’autorizzazione deve essere decisa caso per caso. Mentre “in Svizzera sono state vietate tutte le manifestazioni previste nel fine-settimana a Zurigo, a Berna e nel cantone di Basilea-Stadt”.

Le manifestazioni filo-palestinesi che si sono svolte nel week-end hanno ottenuto una grande partecipazione: in 100.000, secondo le stime della polizia, hanno marciato a Londra domenica; in Francia, dove risiedono le più grandi comunità ebraiche e musulmane d’Europa, circa 15.000 persone hanno sfilato a Parigi impugnando bandiere palestinesi. Uno striscione recitava: “Fermate il massacro a Gaza. La Francia deve chiedere un cessate il fuoco immediato”.

Tra musulmani e arabi, intanto, è cresciuta la preoccupazione di un aumento dell’islamofobia. «Il sospetto generale che tutti i musulmani siano antisemiti non aiuta affatto» - ha dichiarato Klein al Guardian - È un peccato che sia un gruppo molto piccolo di sostenitori di Hamas e di persone che odiano Israele a causare tutti questi problemi. Non tutti i musulmani in Germania dovrebbero essere presi in custodia per questo».

Nel Paese gli atteggiamenti ostili nei confronti dei musulmani erano già diffusi prima del 7 ottobre 2023: secondo il recente rapporto “Islamofobia – Un bilancio tedesco” del Gruppo di esperti indipendenti sull’ostilità contro i musulmani (UEM), da quando i crimini esplicitamente islamofobici sono stati registrati separatamente nelle statistiche sulla criminalità della polizia (2017), si contano ogni anno dai 700 ai 1.000 casi di insulti, istigazioni e minacce, danni materiali e lesioni personali pericolose. «Molti dei 5,5 milioni di musulmani in Germania - aveva detto a giugno la ministra federale dell’Interno Nancy Faeser - sperimentano nella loro vita quotidiana esclusione e discriminazione, fino all’odio e alla violenza».

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