Ambiente

I combattenti dell’inquinamento da plastica sono i Campioni della Terra 2023

Le Nazioni Unite premiano sindaci, consigli di ricerca e società che si battono contro questo problema sempre più grave. Un riconoscimento accompagnato da un messaggio: #BeatPlasticPollution
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31 ottobre 2023 Aggiornato alle 14:00

I Campioni della Terra 2023 hanno tutti lo stesso traguardo: sconfiggere l’inquinamento da plastica al grido di #BeatPollution, come scrivono dall’Onu.

Anche quest’anno le Nazioni Unite, come avviene ormai dal 2005, tramite il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) hanno premiato persone che “intraprendono azioni coraggiose per il nostro mondo”, iniziative che in questa edizione si focalizzano proprio sulla lotta all’inquinamento da plastica.

Con il titolo di “Campioni della Terra” sono dunque stati premiati sindaci, fondazioni, imprese sociali, ma anche consigli di ricerca e individui che con soluzioni innovative stanno realmente aiutando il Pianeta contro la dispersione di questo materiale che inquina fiumi, laghi e territori e persino l’aria, se si pensa che le microplastiche sono ormai state trovate anche nelle nuvole.

La più alta onorificenza ambientale delle Nazioni Unite in totale è stata assegnata a 116 vincitori, di cui 27 leader mondiali, 70 individui e 19 organizzazioni su oltre 2.500 candidature ricevute. A cinque campioni, le onorificenze più alte.

Premiata, per esempio, Josefina Belmonte, sindaco di Quezon City nelle Filippine, luogo che “sta guidando l’azione ambientale e sociale attraverso una serie di politiche per combattere la crisi climatica, porre fine all’inquinamento da plastica e rendere più verde l’enclave urbana”.

Le iniziative promosse da Belmonte “includono il divieto della plastica monouso, un programma di permuta per l’inquinamento da plastica, stazioni di rifornimento per gli elementi essenziali di tutti i giorni e il sostegno a una forte politica globale sulla plastica”.

Premio assegnato anche alla fondazione Ellen MacArthur Foundation (Regno Unito), che nella categoria Ispirazione e Azione si è aggiudicata il primo posto per aver “svolto un ruolo di primo piano nell’integrazione di un approccio basato sul ciclo di vita, anche per la plastica. La fondazione ha pubblicato rapporti e creato reti di decisori del settore pubblico e privato, nonché del mondo accademico, per sviluppare iniziative sul ciclo di vita e soluzioni alla crisi climatica, alla perdita di biodiversità, all’inquinamento da plastica e altro ancora. Guida l’ impegno globale con l’Unep” si legge nelle motivazioni.

Per “visione imprenditoriale” il titolo di campione della Terra è andato anche a Blue Circle (Cina), realtà che “utilizza la tecnologia blockchain e l’Internet delle cose per tracciare e monitorare l’intero ciclo di vita dell’inquinamento da plastica: dalla raccolta alla rigenerazione, riproduzione e rivendita. Ha raccolto oltre 10.700 tonnellate di rifiuti marini, rendendolo il più grande programma cinese per i rifiuti di plastica marina”.

Con la stessa capacità visionaria è stato premiato anche José Manuel Moller (Cile), fondatore di Algramo, “un’impresa sociale impegnata a fornire servizi di ricarica che riducono l’inquinamento da plastica e abbassano i costi degli elementi essenziali di tutti i giorni. Moller lavora anche per prevenire, ridurre e gestire in modo sostenibile i rifiuti attraverso il suo ruolo di vicepresidente del Comitato consultivo di personalità eminenti delle Nazioni Unite su Zero Waste, un’iniziativa istituita nel marzo 2023”, fa sapere l’Onu.

Infine, quinto campione della Terra scelto per il 2023, è il Consiglio per la ricerca scientifica e industriale (Sudafrica), che nella categoria Scienza e innovazione è stato premiato perché “utilizza tecnologie all’avanguardia e ricerca multidisciplinare per sviluppare innovazioni volte ad affrontare l’inquinamento da plastica e altri problemi. È un pioniere nell’individuare alternative sostenibili alla plastica convenzionale, nello stabilire opportunità per la produzione locale e lo sviluppo economico e nel testare la biodegradabilità della plastica”.

Lo sforzo di tutti questi campioni è, di fatto, quello di porre rimedio a un “circolo di dipendenza”.

La plastica ha infatti trasformato la vita di tutti i giorni e ha prodotto numerosi benefici per la società ma allo stesso tempo, ricordano le Nazioni Unite, “l’umanità produce ogni anno circa 430 milioni di tonnellate di plastica, due terzi delle quali diventano rapidamente rifiuti. La dipendenza dalla plastica di breve durata ha creato quello che gli esperti chiamano un incubo ambientale”.

Anche Inger Andersen, direttore esecutivo dell’Unep, ricorda che «l’inquinamento da plastica è un aspetto profondamente preoccupante della tripla crisi planetaria. Per il bene della nostra salute e del Pianeta, dobbiamo porre fine all’inquinamento causato dalla plastica. Ciò richiederà niente di meno che una trasformazione completa, per ridurre la quantità di plastica prodotta ed eliminare la plastica monouso; e passare a sistemi di riutilizzo e alternative che evitino gli impatti ambientali e sociali negativi a cui stiamo assistendo con l’inquinamento da plastica. Mentre i negoziati per sviluppare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica progrediscono, i Campioni della Terra di quest’anno dimostrano che sono disponibili soluzioni innovative che possono ispirarci a ripensare il nostro rapporto con la plastica».

Infine, presentando i campioni 2023, l’Onu rilancia anche l’hashtag #BeatPlasticPollution per ricordare l’importanza di cercare, tutti, soluzioni a un problema sempre più ingente: ogni anno infatti fino a 23 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica si disperdono negli ecosistemi acquatici, inquinando laghi, fiumi e mari con ripercussioni dirette su fauna, flora ed esseri umani”.

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di Redazione 3 min lettura