Diritti

1/4 degli italiani considera la Russia un alleato

Secondo gli autori del nuovo sondaggio realizzato dal Consiglio europeo per le relazioni estere l’ambiguità dell’opinione pubblica verso la Russia potrebbe mettere in discussione il sostegno dello Stivale all’Ucraina
Credit: Tetiana SHYSHKINA
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13 giugno 2023 Aggiornato alle 11:00

Nell’ultimo anno la percezione dei cittadini europei nei confronti della Russia è cambiata, in peggio. Quindici mesi dopo l’invasione dell’Ucraina, il doppio degli europei (quasi due terzi) vede Mosca come un avversario o un rivale rispetto a prima della guerra: lo rivela un sondaggio del Consiglio europeo per le relazioni estere (Ecfr).

Circa il 64% degli intervistati negli 11 Stati membri si è espresso in modo negativo nei confronti della Russia di Vladimir Putin, indicandola come concorrente (9%), ma soprattutto come oppositore (55%).

Tra i Paesi presi in esame, la Bulgaria è l’unico in cui la maggioranza delle persone continua a vedere la Russia come “alleato” o “partner” dell’Europa, e dove poco è cambiato rispetto al 2021. Al contrario la maggioranza della popolazione di Danimarca (74%), Polonia (71%), Svezia (70%), Olanda (67%) e Germania (62%) si colloca al di sopra della media europea nel ritenere che il Cremlino sia diventato un avversario degli interessi europei. In Italia solo il 37% la pensa allo stesso modo.

Se il 65% dei bulgari e il 39% degli ungheresi vedono la Russia come un alleato o un partner necessario, per gli autori della ricerca, Jana Puglierin e Pawl Zerka, è preoccupante che in Italia un quarto degli intervistati consideri la Russia un “alleato” dell’Europa o del proprio Paese, e solo un terzo la veda invece come un “avversario”.

«L’ambiguità dell’opinione pubblica italiana nei confronti della Russia - scrivono i ricercatori - potrebbe mettere in discussione la durata del sostegno del governo italiano all’Ucraina».

Quando la guerra finirà, per i cittadini che si sono dichiarati maggiormente ostili alla politica russa, l’Unione europea dovrebbe portare avanti un rapporto limitato con Mosca, per esempio commerciando solo in determinati settori.

In tutti i Paesi in cui la ricerca è stata condotta, il 50% o più vorrebbe tuttavia che i propri Paesi ristabilissero una qualche forma di relazione con la Russia, nel caso in cui la guerra si concludesse con una pace negoziata. Una posizione condivisa anche da alcuni politici europei, come il cancelliere tedesco Olaf Scholz, secondo cui le relazioni economiche tra Germania e Russia potrebbero riprendere quando la Russia cesserà la sua aggressione.

Interpellati anche sui rapporti dell’Unione con Stati Uniti e Cina, rispetto al 2020 aumenta il numero degli europei per i quali l’Ue deve raggiungere l’indipendenza sulle proprie capacità di difesa. L’impressione più condivisa è infatti che troppo spesso l’Europa faccia affidamento sugli Stati Uniti per affrontare le minacce alla propria sicurezza, compresa la guerra in Ucraina. Mentre l’8% degli intervistati ritiene che gli Stati Uniti proteggeranno sempre l’Unione (nel 2020 erano l’11%), per il 32% gli Usa sono ancora un valido alleato e il 43% li ritiene un partner necessario con cui cooperare strategicamente.

I risultati del sondaggio mostrano che gli europei non hanno dubbi sul fatto che Russia e Cina stiano lavorando insieme sulla scena globale. In media, il 70% degli intervistati riconosce i due come partner stretti. Ma questo non li porta a concludere che l’Europa dovrebbe interrompere le proprie relazioni con la Cina. In tutti i Paesi presi in esame, in media solo il 22% degli europei ritiene che le relazioni economiche dell’Ue con la Cina comportino più rischi che benefici.

Germania, Svezia, Francia e Danimarca sono gli unici Paesi in cui l’opinione prevalente è che la Cina sia un “rivale” o un “avversario”, anziché un “alleato” o un “partner”, come avviene invece soprattutto in Bulgaria, Ungheria e Spagna. In questo senso i dati non cambiano rispetto al 2021.

Se però Pechino decidesse di consegnare munizioni e armi alla Russia, il 41% sarebbe pronto a sanzionare la Cina, anche se ciò significasse danneggiare gravemente le economie occidentali. Una minoranza del 33% però, in media, si opporrebbe.