Ambiente

Con l’acqua alla gola. Anzi no

Tra il 2010 e il 2019, 1,4 miliardi di persone sono state colpite dalla siccità. La Global Commission on the Economics of Water ha lanciato un appello collettivo, riportando 7 raccomandazioni chiave per salvare l’oro blu
Credit: ANSA / ARCHIVIOVINAI DITHAJOHN / COC
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
22 marzo 2023 Aggiornato alle 11:30

Se i Governi non agiranno immediatamente, la domanda globale di acqua dolce supererà la sua fornitura del 40% entro il 2030. Lo affermano gli esperti della Global Commission on the Economics of Water (Gcew), l’organismo nato nel maggio 2022 sotto l’egida dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).

“Stiamo vedendo le conseguenze non di eventi bizzarri, né della crescita della popolazione e dello sviluppo economico, ma della nostra cattiva gestione dell’acqua a livello globale per decenni” si legge nel rapporto Turning the Tide, pubblicato dalla Commissione il 17 marzo.

“Abbiamo cambiato i modelli delle precipitazioni e non siamo riusciti a preservare gli ecosistemi di acqua dolce, a gestire la domanda per evitare un uso eccessivo, a prevenire la contaminazione, a promuovere il riciclaggio e a sviluppare e condividere tecnologie per il risparmio idrico”.

Oggi, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, si aprirà la Conferenza Onu dedicata all’acqua, in programma a New York fino al 24 marzo. È la prima dopo quella del 1977 a Mar del Plata, in Argentina. Scopo del vertice (guidato dai Governi di Paesi Bassi e Tagikistan, in Asia centrale) è adottare un Programma d’azione per l’acqua che implementi il sesto Obiettivo di sviluppo sostenibile (Sdg) dell’Agenda 2030: garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.

Ancora nel 2020, 2 miliardi di persone utilizzavano fonti di acqua potabile non sicure, 1 persona su 3 non disponeva di servizi di base per lavarsi le mani in casa e 3,6 miliardi di persone usavano servizi igienici che lasciavano rifiuti organici umani non trattati: un rischio per la salute delle persone e dell’ambiente.

Oggi muoiono circa 829.000 persone l’anno (di cui ogni giorno 700 bambini sotto i 5 anni) per malattie direttamente correlate all’acqua non potabile, servizi igienico-sanitari inadeguati e cattive pratiche igieniche. Non solo: secondo i dati diffusi dal Centro informazioni regionale delle Nazioni Unite, circa il 35% dell’acqua trattata viene dispersa nella rete idrica urbana. Tra il 2010 e il 2019, inoltre, 1,4 miliardi di persone sono state colpite dalla siccità (e 1,6 miliardi dalle alluvioni).

«L’evidenza scientifica è che abbiamo una crisi idrica. Stiamo usando l’acqua in modo improprio, inquinando l’acqua e cambiando l’intero ciclo idrologico globale, attraverso ciò che stiamo facendo al clima. È una triplice crisi», ha dichiarato al Guardian Johan Rockstrom, co-presidente della Gcew e direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research.

«Abbiamo bisogno di un approccio al bene comune molto più proattivo e ambizioso. Dobbiamo mettere al centro giustizia ed equità, non è solo un problema tecnologico o finanziario», ha aggiunto Mariana Mazzucato, sempre co-presidente della Gcew insieme a Ngozi Okonjo-Iweala, direttrice generale dell’Organizzazione mondiale del commercio, e al primo ministro di Singapore Tharman Shanmugaratnam.

Per fronteggiare questo scenario, la Commissione ha lanciato un appello collettivo in 7 raccomandazioni chiave. Tra queste, aumentare gli investimenti attraverso nuove modalità di partenariato pubblico-privato, stabilire prezzi adeguati insieme a un sostegno mirato per le persone più povere, riciclare le acque reflue industriali e urbane, ridurre le perdite degli impianti e implementare l’irrigazione di precisione.

E ancora: rafforzare i sistemi di stoccaggio (in particolare quelli naturali costituiti da falde acquifere e zone umide) e limitare i circa 700 miliardi di dollari di sussidi annui all’agricoltura e all’acqua, “che tendono a generare un consumo eccessivo di acqua e altre pratiche dannose per l’ambiente”.

E In Italia? Secondo il report diffuso da Istat relativo al biennio 2020-2022, sono circa 300 i Comuni sprovvisti di servizio pubblico di depurazione delle acque reflue urbane, corrispondenti a una platea di 1,3 milioni di abitanti. Il 67,9% di questi Comuni si trova al Sud, in particolare Sicilia, Calabria e Campania. In diversi casi gli impianti esistono, spiega l’Istituto nazionale di statistica, ma risultano inattivi poiché sotto sequestro, in corso di ammodernamento o in costruzione.

A colpire sono anche i numeri relativi alla gestione dei servizi idrici: nel 2020 in Italia sono stati registrati 2.391 operatori. Un numero inferiore di 161 unità rispetto al 2018, ma che denota una situazione ancora fortemente frammentata. Dati che vanno messi in relazione alle analisi su tariffe, qualità e investimenti nel servizio idrico presentate il 20 marzo dall’Irca (Istituto Ricerche Consumo Ambiente e Formazione). Emerge che il prezzo dell’acqua è più alto dove gli standard sono inferiori, in particolare nel Meridione. Così a Enna, in Sicilia, la bolletta annuale è di 663 euro, oltre il triplo rispetto a Milano (214 euro), ma meno del record registrato a Frosinone, prima in classifica con 666 euro, circa il doppio della media nazionale.

Il 21 marzo intanto, è entrato finalmente in vigore, con decreto legislativo del 23 febbraio, la direttiva Ue 2020/2184 sulla qualità delle acque potabili, che introduce nuovi standard di sicurezza (incluso il controllo delle microplastiche), fissa valori limite per alcuni tipi di sostanze e stabilisce una marcatura per i prodotti a contatto con l’acqua. La trasposizione della direttiva europea nell’ordinamento italiano sarà oggetto dell’incontro del 23 marzo La rivoluzione silenziosa dell’Acqua. I dati, gli strumenti e il dialogo per una governance sostenibile, organizzato dal progetto Whow (Water Health Open knoWledge) presso la sede del Cnr in partnership con Ispra, Aria Spa e Regione Lombardia.

Leggi anche
Sostenibilità
di Caterina Tarquini 3 min lettura
Manerba (Brescia). L'isola dei Conigli, a causa della siccità che affligge il lago di Garda, si raggiunge a piedi (23 febbraio 2023)
risorse
di Elisabetta Ambrosi 4 min lettura