Economia

Uk: cattiva salute, niente lavoro

L’aumento di persone colpite da problemi di salute mentale è una seria preoccupazione per il Regno Unito. Un danno che limita anche la crescita economica
Credit: Elina Araja
Tempo di lettura 4 min lettura
23 dicembre 2022 Aggiornato alle 08:00

Per popolazione economicamente inattiva si intende il complesso di coloro che non cercano lavoro e che non sono interessati a trovarlo.

Nel Regno Unito, i dati hanno confermato un aumento di circa 700.000 persone inattive già da prima della pandemia per Covid-19.

Ancora più scoraggianti se si pensa che una delle cause principali di inattività, soprattutto per la fascia d’età compresa tra i 50 ai 69 anni, è legata a problemi di salute psicologica.

L’aumento di persone colpite da problemi di salute mentale è una seria preoccupazione per i responsabili politici del Paese britannico, che consapevoli di come questo fatto possa limitare sia l’offerta di lavoro che la crescita economica del Paese, stanno elaborando una strategia di sensibilizzazione per stimolare l’offerta di lavoro.

Secondo il Rapporto del think tank Ippr, circa 2,5 milioni sono gli adulti inattivi a causa delle scarse condizioni di salute. Il Report parla chiaro: le persone nel Regno Unito stanno diventando sempre più “malate e povere”. E questo contribuisce a inasprire le disuguaglianze esistenti tra la fascia ricca e quella povera della nazione.

Anche l’Agenda di Livellamento del governo inglese è stata rimodulata in modo da far fronte a questa emergenza, che si traduce anche in una contrazione della produttività nazionale. I dati dimostrano infatti che le malattie e le scarse condizioni di salute mentale hanno fatto raddoppiare la percentuale di disoccupati, soprattutto nella zona Nord-est del Paese in prossimità del Galles e all’Irlanda. E che i livelli di produttività di queste zone del continente sono ben al di sotto rispetto a quelle registrate a Londra. Basti pensare che i numeri registrati nelle zone in difficoltà sono inferiori rispetto alla media del Paese, dove a oggi, ogni singolo cittadino produce ricchezza per 29.063 sterlie (mentre a Londra ogni persona apporta un valore economico di aggiunto di 52.239 sterline per anno).

Oltre che sul Pil, il peggioramento dello stato di salute della popolazione britannica incide anche sull’aspettativa di vita: se nelle aree più ricche la media è di 66 anni, nelle altre la media scende a 59 anni.

La ricerca rileva inoltre che il Covid-19 ha aggravato le disparità esistenti.

Da quando Rishi Sunak ha assunto la carica di Primo Ministro del Paese, l’Agenda di Livellamento stanziata precedentemente da Boris Johnson è finita tra le priorità.

A esporsi è stato anche Keir Starmer, leader del partito laburista britannico, che ha riportato le seguenti parole a riguardo del futuro del Paese: «Abbiamo un’economia squilibrata che utilizza troppo poco i talenti di poche persone in pochi posti. Avremo standard più elevati nella vita pubblica e una più ampia diffusione di potere e opportunità di crescita economica a vantaggio di tutti».

Anche Jordan Cummins, direttore sanitario del Cbi, ha chiesto al governo di intervenire prontamente per fermare la riduzione della crescita economica causata dalle disuguaglianze sanitarie.

Cosa è stato fatto sinora? Sono stati stanziati 8 miliardi di sterline per garantire alle persone l’accesso alle cure di alta qualità, oltre a quelli concessi precedentemente per assistenza sanitaria e sociale. Sono state lanciate delle campagne economiche a supporto delle famiglie più povere per 1.200 sterline al mese e quest’anno sono stati destinati 3.4 miliardi alle autorità locali per affrontare problemi di alcol, fumo e obesità.

Non mancano i presupposti per un rialzo alla qualità di vita, ma saranno i prossimi mesi e i prossimi anni a mettere in luce i risultati che verranno conseguiti conseguentemente alle scelte di supporto stabilite dal nuovo governo.

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