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Elezioni, cosa succede dopo il voto

Il 13 ottobre la prima riunione delle Camere, poi le consultazioni per la formazione del nuovo Governo. Ecco i next step che attendono il centrodestra
Credit: ANSA/ROBERTO MONALDO / LAPRESSE/ POOL
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
26 settembre 2022 Aggiornato alle 18:00

Mentre si conclude lo spoglio delle schede elettorali, che hanno premiato la coalizione di centrodestra con circa il 44% dei voti, inizia l’iter che porterà alla composizione del nuovo parlamento, il primo con deputati e senatori decurtati del 36,5%, e del nuovo esecutivo alla guida del Paese.

Il 10 ottobre le porte del Parlamento si apriranno ai nuovi eletti per l’adempimento delle formalità burocratiche. Queste includono la registrazione, la compilazione del modulo per l’adesione al gruppo parlamentare entro 3 giorni dalla prima seduta – pena l’inclusione automatica nel Gruppo misto – e la realizzazione delle fototessere destinate ai tesserini parlamentari indispensabili al voto in Aula.

In questa occasione, inoltre, i nuovi eletti ricevono le credenziali e il token per l’accesso alla propria area personale in rete e le “linee guida” per la presentazione delle iniziative parlamentari redatte dal servizio di segreteria dell’Assemblea.

Il primo appuntamento ufficiale è invece fissato al 13 ottobre, giorno in cui avverrà la prima riunione delle Camere per l’elezione dei rispettivi presidenti. La Costituzione italiana, infatti, prescrive che i due organi del Parlamento si riuniscano «non oltre il ventesimo giorno» dal voto.

L’elezione avviene a scrutinio segreto in entrambi i casi ma con criteri di voto differenti. Alla prima votazione della Camera è necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti, mentre per il secondo e terzo scrutinio il quorum scende a due terzi dei votanti. Dal quarto scrutinio in poi basta la maggioranza assoluta.

Procedimento più snello al Senato, dove per i primi due scrutini è sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti. Il terzo viene approvato col voto espresso dalla maggioranza assoluta dei presenti, altrimenti si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto più voti nello scrutinio precedente. In caso di parità, l’incarico verrà affidato al candidato più anziano.

A questo punto il Presidente della Repubblica può avviare la fase delle consultazioni, nelle quali il Capo di Stato convoca al Quirinale i capigruppo, i leader delle coalizioni, gli ex presidenti delle Camere e i presidenti emeriti della Repubblica prima di affidare l’incarico al premier designato dai gruppi politici di formare il nuovo esecutivo.

È previsto che il Presidente della Repubblica affiderà l’incarico non prima del 27 ottobre. Il premier può ricevere l’incarico a titolo pieno e presentare la lista dei ministri entro pochi giorni. Qualora invece accetti l’incarico “con riserva” dà il via a un nuovo giro di consultazioni, terminate le quali scioglie la riserva. Se le consultazioni avranno dato esito positivo, il premier incaricato presenterà la lista dei ministri.

Solo allora, come previsto dall’articolo 92 della Costituzione, «il Presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri». Qualora le consultazioni avessero esito incerto, il Capo di Stato può affidare mandato esplorativo a una personalità terza, come i presidenti delle Camere o altre figure di rilievo istituzionale.

Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, prima di assumere le funzioni, prestano quindi giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica, rito dopo il quale avviene la cosiddetta “cerimonia della campanella” nella Sala delle Galere di Palazzo Chigi, che segna il passaggio di consegne tra il premier uscente e il premier da poco nominato.

Entro 10 giorni dal decreto di nomina da parte del Presidente della Repubblica, il nuovo governo deve infine chiedere la fiducia ai due rami del parlamento. Con i nuovi numeri dei parlamentari saranno necessari 201 sì alla Camera e 104 al Senato, considerando nel conteggio complessivo anche i 6 senatori a vita. Ottenuta la fiducia, il governo diventa operativo a tutti gli effetti.

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