Futuro

Ieri gli adolescenti indiani hanno ricevuto la prima dose. Sono già 4 milioni

L’India ha iniziato a vaccinare i ragazzi e le ragazze tra i 15 e i 18 anni. In totale, gli adolescenti indiani compresi tra i 10 e i 19 anni ammontano a 253 milioni e sono i giovani più numerosi in tutto il mondo.
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4 gennaio 2022 Aggiornato alle 08:30

L’India ha iniziato a vaccinare i ragazzi e le ragazze tra i 15 e i 18 anni. E ha già raggiunto numeri da record, con quasi 4 milioni di dosi somministrate a una fetta di popolazione che, secondo l’ultimo censimento dell’Unicef, si aggira intorno ai 120 milioni. In totale, gli adolescenti indiani compresi tra i 10 e i 19 anni ammontano a 253 milioni e sono i giovani più numerosi in tutto il mondo.

Come riporta l’agenzia britannica Reuters, in oltre 3,8 milioni hanno già avuto la prima iniezione oggi. L’unico vaccino finora approvato per questa fascia di età è il Covaxine, prodotto dai laboratori indiani di Bharat Biotech. Prevede la somministrazione di due dosi a distanza di 28 giorni. Sul portale indiano Co-WIN, che come quello del governo italiano mostra l’andamento della pandemia e delle vaccinazioni, ragazze e ragazzi ora possono registrarsi e prenotare la propria dose.

“Se loro sono al sicuro, allora il futuro della nazione è al sicuro”, ha twittato il Ministro della sanità Mansukh Mandaviya, esultando per le oltre “40 lakh” somministrate. Il lakh è un’unità del sistema di numerazione indiano che corrisponde a 100 mila: il ministro Mandaviya parla, dunque, di 4 milioni di dosi ricevute dagli adolescenti nel primo giorno di vaccinazione a loro dedicato.

“Abbiamo la capacità e abbiamo i vaccini per coprire la maggior parte dei bambini - ha affermato Jai Prakash Shivahare, il commissario per la salute del Gujarat, la regione di origine del primo ministro Narendra Modi - facciamo appello ai genitori affinché collaborino e assicurino che i bambini vengano vaccinati al più presto”.

In questi giorni il Paese ha registrato un nuovo picco di contagi, con 33.750 nuovi casi e 123 decessi: è il bilancio più alto da tre mesi a questa parte. I positivi alla variante Omicron sono 1.700. Le autorità hanno reintrodotto coprifuoco, restrizioni sui posti a sedere in bar e ristoranti e divieti di grandi raduni pubblici in molte regioni come New Delhi e la capitale finanziaria Mumbai. Finora, l’India ha registrato quasi 35 milioni di infezioni da COVID-19 e 482.000 decessi per la malattia. Ma secondo gli esperti si tratta di dati sottostimati. Anche se le dosi somministrate sono, in totale, 1,45 miliardi.

A maggio il Paese ha attraversato una delle ondate più feroci, con un virus che, dall’inizio della pandemia e secondo le stime dell’Economist, avrebbe causato la morte di 5 milioni di persone. Un dato ben diverso da quello ufficiale: per il settimanale britannico si tratta del bilancio più alto del mondo. Anche il professor Paul Kattuman - Università di Cambridge - attraverso l’app di tracciamento che ha creato, descrive il trend come “super-esponenziale”. Il tasso di riproduzione del virus, il cosiddetto R0, ha raggiunto quota 1,37 nel primo giorno del 2022.

Il governo puntava a vaccinare tutti gli indiani entro la fine del 2021, ma non è andata come aveva previsto: come riporta la Bbc, circa il 62% degli adulti idonei è stato completamente vaccinato e oltre il 90% ha ricevuto almeno una dose dall’inizio della vaccinazione. L’india ora è più preparata di fronte al virus. Alcuni milioni di abitanti, il 68% circa, a giugno, aveva già sviluppato gli anticorpi.

Ma non si può dire con certezza se questa resistenza fosse dovuta alla vaccinazione o a una precedente infezione: il fatto che l’80% dei bambini fosse già portatore di anticorpi prima che la vaccinazione si aprisse anche ai più giovani fa oscillare l’asticella verso l’infezione da Covid-19.

Anche il sistema sanitario sembra più pronto a questa nuova ondata: secondo l’Economist la capacità ospedaliera del paese è cresciuta del 50%. Quello che preoccupa è l’atteggiamento del Governo: dei vaccini prodotti in India l’anno scorso, solo una piccola parte era stata destinata ai cittadini. E la fornitura di servizi cruciali come l’ossigeno, o la stessa comunicazione dei dati sul contagio sono stati insufficienti. Ciliegina sulla torta: Narendra Modi, commissario per la salute del Gujarat, ha incoraggiato enormi raduni religiosi e manifestazioni pubbliche, proprio prima di richiudere scuole e negozi.

Un brutto spettacolo davvero.