Futuro

Translated fa rivivere la centrale elettrica del papà di Einstein

La startup italiana sta riportando alla luce la creatura che l’ingegnere tedesco progettò più di 125 anni fa
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30 dicembre 2021 Aggiornato alle 15:15

In un piccolo paese a sud di Milano c’è una centrale elettrica progettata più di 125 anni fa dal padre di Albert Einstein, Hermann: una startup romana - Translated - la sta riportando alla luce.

Il Wall Street Journal ha pubblicato ieri la storia intervistando i fondatori dell’impresa tecnologica romana, che, riavviando la centrale del 1895, potrebbe contribuire alla produzione nazionale di energia elettrica.

Gli edifici si trovano in fondo a uno sterrato del comune di Sannazzaro de’ Burgondi. A prima vista sembrano disabitati. E tuttavia, dietro a un cancello in ferraglia arrugginita decorato da un cartello che recita “divieto d’accesso” si nasconde un piccolo grande tesoro. “L’abbiamo restaurata per rendere i nostri servizi di traduzione carbon free e fare la nostra parte per l’energia rinnovabile” scrive l’azienda su LinkedIn, citando l’articolo del WSJ.

Prima che imprenditore digitale Marco Trombetti, insieme alla moglie, la linguista Isabelle Andrieu, acquistassero l’edificio all’inizio del 2021 un’altra famiglia italiana aveva restaurato l’impianto ormai in decomposizione. “Quando abbiamo visto questa struttura, progettata da Hermann Einstein ci siamo innamorati” spiega Trombetti, che con la moglie Andrieu ha fondato nel 1999 la società di traduzione online Translated, che serve grandi clienti come Uber Technologies e Airbnb.

Tutto nasce quando la coppia si mette in testa di voler generare energia attraverso mezzi rinnovabili, “perché il consumo di elettricità da parte dei computer aumenta ogni anno del 70%” spiega l’imprenditore. Tra dieci anni, infatti, l’intelligenza artificiale sarà uno dei principali consumatori di elettricità: “Il 20% dell’energia globale sarà utilizzato dall’industria tecnologica. Metà di questa energia sarà consumata per alimentare l’intelligenza artificiale e cloud computing - la tecnologia che permette di elaborare e archiviare dati in rete, ndr -” spiega Translated. Nell’azienda l’Ai rappresenta già i due terzi del consumo totale di energia “e sentiamo l’urgenza di fermare questo tipo di tecnologie che inquinano l’ambiente a un ritmo allarmante”.

Trombetti si è detto sorpreso dalla facilità di far risorgere la centrale: le turbine e le ruote idrauliche in metallo esistenti sono ancora utilizzabili e solo il 5% meno efficienti dei modelli attuali. Con il nuovo generatore, poi, le turbine girano e questo genera elettricità.

Ma qual è la storia dell’impianto? Nel 1895 Hermann Einstein, ingegnere elettrico e imprenditore tedesco, possedeva una fabbrica di motori elettrici a Pavia. Fece scavare un canale nel bel mezzo della compagna, a metà tra Milano e Genova, per alimentare il suo nuovo impianto elettrico. Si trattava di una delle tante strutture che lui e suo fratello Jakob costruirono in tutto il nord Italia intorno al 1900. Hermann riuscì, tra l’altro, a sfruttare la nuova tecnologia rivoluzionaria dell’idroelettrico per alimentare un’altra invenzione straordinaria: i lampioni elettrici. Non è chiaro se Albert abbia visitato lo stabilimento, ma secondo la ricercatrice Miriam Focaccia, del centro Enrico Fermi di Roma, il genio della relatività ha vissuto a Pavia.

L’impianto ha prodotto energia elettrica fino al 1962, quando l’Italia ha nazionalizzato la produzione e la distribuzione di energia elettrica, concentrandosi sui grandi impianti e abbandonando i minori: quello di Sannazzaro fu convertito in segheria ad acqua, per esempio.

Nel 2001 l’imprenditore petrolifero Giampiero Savini ha acquistato la struttura, senza mai riuscire, però, a produrre energia elettrica: si è messa in mezzo la burocrazia italiana, che non ammetteva che un piccolo privato fornisse energia elettrica al paese. Quando, l’anno scorso, l’impianto era finalmente pronto per produrre energia elettrica, si è messa in mezzo la salute: il signor Savini è morto all’età di 85 anni per problemi cardiaci. A quel punto, i suoi figli hanno abbandonato il progetto del padre.

Ed è qui che è entrata in scena Translated, pagando 800mila euro alla famiglia Savini e investendone altri 150mila per completare il restauro e rendere la struttura completamente operativa. Le leggi italiane che tutelano gli edifici storici non hanno permesso a Trombetti di ristrutturarne l’aspetto esterno, ed è per questo che, da fuori, sembra un luogo tetro e abbandonato.

Translated immetterà elettricità nella rete italiana e ne userà per sé solo una parte. La rinnovata centrale alimenterà l’intelligenza artificiale. “L’operazione non è stata facile - spiega Translated - ma dopo diversi mesi siamo in grado di produrre più energia pulita di quella che consumiamo, coprendo i consumi energetici di altre aziende, a partire dalle startup nel nostro distretto dell’innovazione Pi Campus, che si trova a Roma”.

Trombetti si è detto soddisfatto anche per aver fatto un buon affare, grazie agli incentivi del governo per le energie rinnovabili verdi. L’azienda prevede di raggiungere il pareggio sul progetto in 15 anni e, poi, realizzare un ritorno annuo del 10% sul proprio investimento.