Ambiente

La curiosa storia dei pidocchi

Molti di noi hanno avuto a che fare, specialmente da bambini, con quegli insetti fastidiosi che depongono le uova nel pelo dei mammiferi. Ma pochi conoscono le sfide che questi animali hanno dovuto affrontare per sopravvivere nel corso dei secoli
Credit: Rocco di Liso
Credit: Rocco di Liso
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
8 luglio 2022 Aggiornato alle 11:00

Sono l’incubo di tutti i genitori: esserini minuscoli in grado di infestare il cuoio capelluto dei poveri malcapitati, causare pruriti selvaggi e soprattutto vere e proprie epidemie. Sul web si dispensano rimedi e consigli per evitarli ma, non è sempre stato così.

Circa 90 milioni di anni fa i mammiferi vivevano liberi dai pidocchi. Poi, un antenato degli odierni elefanti e toporagni elefanti attirò su di sé i parassiti, che passarono dal piumaggio degli uccelli al pelo di un mammifero. Inutile dire che trovarono molto più confortevole questo nuovo ospite.

Come riporta Nature, a trarre queste conclusioni è stato il biologo Kevin Johnson dell’Università dell’Illinois a Champaign, a seguito di un’indagine genomica condotta con il suo team sui pidocchi e sul loro “albero geneaologico”.

Secondo la loro ricerca, il pidocchio moderno discenderebbe da un antenato che abitò il pelo di un mammifero prima dell’estinzione dei dinosauri.

Una storia di evoluzione e adattamento incredibile che fa del fastidioso pidocchio un vero e proprio highlander.

Ci sono stati nel corso dei secoli alcuni momenti cruciali e drammatici: per esempio, quando le foche si adattarono a vivere nell’oceano decine di milioni di anni fa, i loro indesiderati ospiti, a loro volta, impararono a sopravvivere anche sott’acqua, conquistandosi il primato di unici insetti marini.

L’altra carta vincente è la loro straordinaria capacità di cambiare host quando ne hanno necessità. Gli scienziati li hanno rinvenuti oltre che sugli esseri umani, sulle foche, sugli elefanti e sulle puzzole, e sembrano discendere tutti da un comune antenato.

Una volta esaminato il patrimonio genetico delle 33 specie di pidocchi più diffuse, che provengono dai principali gruppi di mammiferi, Johnson e i suoi colleghi concludono che i pidocchi sono passati da una specie animale all’altra almeno 15 volte da quando hanno abitato i mammiferi la prima volta.

Ricostruire l’albero genealogico di un insetto così mutevole non è semplice: potrebbe anche accadere che studi futuri portino a risultati del tutto discordanti a questi.

L’esempio dei pidocchi è interessante perché aiuta a comprendere il fenomeno della coevoluzione: i biologi del ventesimo secolo li esaminavano per approfondire lo studio dell’evoluzione intrecciata tra due o più specie.

Si tratta di un ambito interessante, che potrebbe fornire importanti spunti anche rispetto alla diffusione e al passaggio dagli animali all’uomo del Covid-19 per ridurre al minimo quest’eventualità per malattie future.

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