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New York: arriva la “foresta tascabile” con circa 1.000 piante

L’ecosistema inventato dal botanico giapponese Akira Miyawaki ha avuto successo in Asia ed è stato replicato già in altre città statunitensi
Credit: Sugiproject.com  

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19 marzo 2024 Aggiornato alle 10:00

La città di New York, negli Stati Uniti, sarà la prossima megalopoli a realizzare le cosiddette “foreste tascabili”, che si stanno diffondendo da tempo nelle città globalizzate in diverse parti del mondo. Questo particolare tipo di ecosistema è un’invenzione del botanico giapponese Akira Miyawaki, che negli anni ‘70 sviluppò la pratica di piantare alberi e arbusti densi, dotati di una crescita rapida, in modo da ripristinare un habitat naturale in mezzo agli insediamenti fortemente cementificati. Il successo di queste micro-foreste in Asia ha permesso di esportare la tecnica in altri continenti e negli stessi Stati Uniti, con casi di successo come nelle città di Los Angeles, Portland e Berkeley.

La nuova foresta tascabile verrà creata questa primavera, ad aprile, all’estremità meridionale dell’isola di Roosevelt, nell’East River a Manhattan. Saranno piantate più di 1.000 piante autoctone su un terreno di 2.700 piedi quadrati, con lo scopo di portare una maggiore biodiversità nelle zone cittadine.

«Siamo un’isola. Pensiamo alle inondazioni, pensiamo alle mareggiate e il miglior trattamento è piantare un albero. Le radici stabilizzeranno la terra. Con un buon terreno non ci saranno inondazioni. La giungla di cemento ha bisogno di foreste tascabili», ha dichiarato Christina Delfico, fondatrice di iDig2Learn, un’Ong che si impegna a connettere le persone con la natura ed è impegnata nel progetto.

Gli ecosistemi ideati da Miyawaki offrono numerosi e importanti vantaggi per le aree urbane a partire da un abbassamento delle temperature e una mitigazione delle ondate di calore. Inoltre, permettono di assorbire acqua e CO2, contribuendo a ridurre l’impatto della crisi climatica-ambientale. Infine, sono un luogo dove la fauna selvatica (in particolare uccelli e insetti), spesso minacciata in contesti urbanizzati, può trovare rifugio.

«Oggi le nostre città sono cemento su cemento. Quando arrivano le inondazioni o piove molto forte, non ci sono più superfici permeabili. Quindi uno dei vantaggi [delle mini foreste] è che agiscono come spugne. La biodiversità è assolutamente collegata alla crisi climatica. La varietà di natura che ritorna dove non c’era nulla è semplicemente straordinaria», ha sottolineato Elise Van Middelem, fondatrice dell’Ong SUGi, che sarà responsabile della piantumazione di alberi come la quercia bianca, la fragola della Virginia, la felce di New York e il pino bianco orientale.

Gli alberi e gli arbusti saranno piantati in un terreno dedicato, tendenzialmente arricchito con compost in modo da permettere alla piantagione di crescere a un ritmo elevato. Una volta raggiunta la consistenza desiderata, le nuove macchie verdi saranno sufficientemente autonome dato che le foreste tascabili non richiedono una grande manutenzione e cura.

«Sono entusiasta di questo tipo di infrastruttura verde che effettivamente rinfresca il quartiere in un momento di riscaldamento globale. Possiamo e dobbiamo fare di più in questo senso. Mi piacerebbe vedere la prossima foresta nelle comunità di colore a basso reddito, che hanno molti meno alberi sulle strade rispetto alle parti più ricche della città», ha affermato il presidente del distretto di Manhattan, Mark Levine. Infatti, nelle giornate investite dalle ondate di calore, i residenti dei quartieri poveri sopportano un maggiore impatto a causa della mancanza di zone verdi e di sistemi di raffreddamento adeguati.

Il costo del nuovo ecosistema è stimato in 54.000 dollari e 300 volontari attueranno la semina prevista per il 6 aprile.

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