Ambiente

Scuola: l’Italia è in ritardo per edilizia e servizi studenti

Lo rivelano i dati del XXIII report Ecosistema scuola di Legambiente, che ha fotografato lo stato di salute 6.343 edifici scolastici di competenza di 93 comuni capoluogo di provincia
Credit: Karolina Grabowska  

Numerosi sono i dibattiti sul sistema scolastico, sugli insegnamenti e sul ruolo che la scuola ha, o dovrebbe avere, sulle vite degli studenti.

Temi giusti e legittimi ma in questi anni la cronaca ha dimostrato che non è da trascurare tutto quello che non è didattica pura, come la condizione e la sicurezza delle strutture che ospitano gli studenti, le mense e i servizi messi a disposizione.

In occasione della Giornata internazionale dell’educazione dello scorso 24 gennaio Legambiente ha diffuso il XXIII report Ecosistema Scuola che fotografa la situazione degli istituti italiani in base ai dati forniti dai Comuni capoluogo di provincia per il 2022. Tra le conferme il divario tra Nord e Sud Italia e la generale situazione delle scuole italiane in ritardo su riqualificazione edilizia e servizi scolastici.

Ecosistema scuole italiane: i dati

La ricerca annuale di Legambiente vuole mettere in luce la situazione dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche.

I dati del 2022 sono raccolti tramite questionario dalle amministrazioni comunali che hanno competenza sulle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, che investono su politiche di sicurezza e sostenibilità degli edifici con la diffusione di buone pratiche.

La fotografia è sullo stato di salute di 6.343 edifici scolastici, di competenza di 93 comuni capoluogo di provincia (sui 110 esistenti, pari quindi all’85%), frequentati da oltre 1,2 milioni di studenti.

Il dato significativo secondo Legambiente è che nel nostro Paese le scuole continuano il ritardo sui temi di riqualificazione edilizia e servizi scolastici, nonostante esistano comunque alcuni casi virtuosi.

In particolare tra le priorità emerse dal report la messa in sicurezza l’efficientamento energetico degli edifici, il divario tra le diverse aree del Paese, accentuato dalla transizione ecologica che, in questo settore, è troppo lenta e timida.

I fondi del Pnrr starebbero incidendo poco, con più del 40% degli interventi bloccati nella fase iniziale di progetto.

Sicurezza degli edifici

I dati del report ci dicono che per edilizia e sicurezza delle scuole i ritardi maggiori si registrano nel Mezzogiorno e non è buona neanche la situazione del Centro Italia dove l’obiettivo messa in sicurezza è ancora lontano, l’adeguamento sismico infatti è stato fatto solo nel 3,4% dei casi.

Se nelle scuole del Nord c’è bisogno di un intervento nel 21,2% dei casi, gli edifici del Sud, Isole e del Centro, hanno necessità di interventi per una scuola su due.

In particolare in Sicilia e Calabria una scuola su tre ha necessità di interventi urgenti di manutenzione, inoltre nelle città capoluogo, negli ultimi 5 anni non è stato costruito nessun nuovo edificio scolastico. In generale nonostante stanziamenti delle risorse in Italia la realizzazione di nuove scuole è quasi un miraggio: negli ultimi 5 anni è stato dello 0,6%.

Fondi Pnrr ritardi della transizione ecologica

I buoni auspici del Pnrr pare non si siano ancora concretizzati.

Fatica la messa a terra delle risorse del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza con più del 40% degli interventi bloccati nella fase iniziale del progetto.

Nel 2022 gli edifici costruiti secondo i principi di bioedilizia rimangono al 1,3% del totale.

L’efficientamento energetico, pur essendo argomento di dibattitto nelle amministrazioni (il 90% dichiara l’interesse a realizzare comunità energetiche), riguarda solo il 12,7 % del totale degli edifici scolastici tra quelli realizzati negli ultimi 5 anni. Purtroppo però di gli edifici scolastici, solo il 5,4 % si trova in classe A, mentre ben il 73% in classe E, F e G. Le scuole in cui è presente un servizio di mobilità collettiva, sono solo un 20,8% per gli scuolabus e il 10,7% per le linee scolastiche.

Servizi scolastici e infrastrutture per lo sport

I servizi scolastici sono poco garantiti nelle scuole del Sud della Penisola. Sarebbero 519 milioni di euro i fondi stanziati dal Pnrr per 767 nuove realizzazioni o ampliamenti-potenziamenti di spazi mensa, richiesti soprattutto dalle regioni del Sud e delle Isole, che a oggi però non superano una media di classi a tempo pieno nel 20% dei casi, contrariamente al Nord dove è presente in 3 scuole su 4 mentre nelle Isole, nemmeno nella metà degli edifici.

Pesante anche la carenza di palestre e gli impianti sportivi: nel Sud Italia una scuola su due ne è priva e in quelle che li ospitano il 40% non sono aperti oltre l’orario scolastico, stessa situazione nelle Isole con il 33%, contro l’oltre 60% nei capoluoghi di provincia del Centro-Nord.

Anche qui l’investimento complessivo del Pnrr per la costruzione o la ristrutturazione di edifici adibiti a palestre o impianti sportivi è di circa 350 milioni per 445 progetti, di cui più della metà nelle regioni del Sud e delle Isole.

Le carenze però esistono in realtà in tutta la Penisola con 1 scuola su 2 che non ha la palestra e che vede in un impianto su tre la necessità di manutenzione urgente.

Nel report vengono raccontate anche alcune buone pratiche in città come Prato, Torino e Lecce per l’attività di scuolabus e pedibus oppure Trento e Bolzano per il servizio mense scolastiche a km zero, ma la sintesi dei risultati raccolti da Legambiente dimostra ancora una volta il bisogno in Italia di scuole innovative, più sicure e vicine all’ambiente e ai bisogni degli studenti.

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di Giunio Panarelli 4 min lettura