Futuro

AI Act, primo via libera dal Parlamento Ue

Gli eurodeputati hanno approvato un mandato negoziale per fissare nuove regole volte a “garantire uno sviluppo umano-centrico ed etico dell’intelligenza artificiale”. Vietato il riconoscimento biometrico
Credit: Mo Eid
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
12 maggio 2023 Aggiornato alle 19:00

Primo via libera dal Parlamento europeo all’AI Act, la proposta di legge europea per regolare l’intelligenza artificiale.

L’11 maggio, i deputati dell’Europarlamento hanno approvato un progetto di mandato negoziale per fissare nuove regole di trasparenza e gestione del rischio allo scopo di “garantire uno sviluppo umano-centrico ed etico dell’intelligenza artificiale”.

I deputati, si legge nella nota ufficiale diffusa da Bruxelles, “mirano a garantire che i sistemi di IA siano controllati dalle persone, siano sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori e rispettosi dell’ambiente”, ovvero il più possibile “neutrale dal punto di vista tecnologico”.

«È il primo atto legislativo di questo tipo al mondo, il che significa che l’Ue può aprire la strada per rendere l’IA incentrata sull’uomo, affidabile e sicura», ha commentato Dragos Tudorache, vicepresidente del gruppo Renew Europe.

Nel dettaglio, il regolamento europeo prevede la classificazione dei sistemi di intelligenza artificiale in base al rischio percepito, secondo una scala che va da “basso” a “inaccettabile”, passando per “limitato” e “alto”.

Tra gli strumenti “severamente vietati” in quanto “inaccettabili” ci sarebbero i sistemi di riconoscimento biometrico remoto in tempo reale o successivo in spazi accessibili al pubblico, a eccezione delle forze dell’ordine “per il perseguimento di reati gravi e solo previa autorizzazione giudiziaria”.

Ma anche i sistemi di polizia predittiva basati su profilazione, posizione o comportamento criminale passato e i sistemi di categorizzazione biometrici che utilizzano caratteristiche sensibili come genere, razza, etnia, stato di cittadinanza, religione, orientamento politico.

E infine i sistemi di riconoscimento delle emozioni nelle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, sul posto di lavoro e nelle istituzioni educative, o il prelievo indiscriminato di dati biometrici da social media o filmati a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale.

Gli eurodeputati hanno inoltre ampliato gli strumenti considerati ad alto rischio per includere i sistemi di intelligenza artificiale volti a influenzare gli elettori nelle campagne politiche e i sistemi di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme social, limitatamente a quelle con un numero di utenti pari o superiore a 45 milioni ai sensi del Digital Services Act.

«Siamo sul punto di mettere in atto una legislazione storica che deve resistere alla sfida del tempo – ha affermato Brando Benifei del Gruppo S&D (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici) – È fondamentale costruire la fiducia dei cittadini nello sviluppo dell’IA, definire la via europea per affrontare gli straordinari cambiamenti che stanno già avvenendo, nonché orientare il dibattito politico sull’IA a livello globale».

Ora la proposta dovrà essere votata dal Parlamento nella sessione plenaria del 12-15 giugno prima di aprire i negoziati in trilogo con il Consiglio dell’Ue.

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