Futuro

Nasa, il “dardo” lanciato contro l’asteroide è stato un successo

I ricercatori hanno pubblicato i risultati della missione Dart del settembre 2022: «Ottimismo sulla capacità dell’umanità di proteggere la Terra». Ti spieghiamo perché
STEVE GRIBBEN/NASA/JOHNS HOPKINS
STEVE GRIBBEN/NASA/JOHNS HOPKINS Credit: STEVE GRIBBEN/NASA/JOHNS HOPKINS
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
2 marzo 2023 Aggiornato alle 21:00

Il 26 settembre 2022, una sonda massiccia poco più di mezza tonnellata di nome Dart (Double Asteroid Redirection Test) è stata lanciata dalla Nasa contro il piccolo asteroide Dimorphos, 160 metri di diametro, a una velocità di 24.000 km/h.

È stato il primo test di deflessione asteroidale tramite un cosiddetto “impattore cinetico”, «che in termini più semplici significa sbattere una cosa contro un’altra – tagliano corto gli esperti coinvolti –, in questo caso, un’astronave contro un asteroide».

Com’è finita? I risultati di quella missione, pubblicati ieri su Nature, mostrano che se il corpo celeste minacciasse di colpire il nostro Pianeta l’umanità avrebbe buone probabilità di deviare la sua traiettoria.

«Il successo dell’impatto del veicolo spaziale Dart con Dimorphos e il conseguente cambiamento nell’orbita di Dimorphos – affermano i ricercatori – dimostra che la tecnologia dell’impattore cinetico è una tecnica praticabile per difendere potenzialmente la Terra, se necessario».

«Questi risultati si aggiungono alla nostra comprensione fondamentale degli asteroidi e gettano le basi per il modo in cui l’umanità può difendere la Terra da un asteroide potenzialmente pericoloso alterandone il corso», ha dichiarato Nicola Fox, amministratore associato del Science Mission Directorate della Nasa.

A incidere però non è solamente l’impatto in sé. Come illustra il Cnr, l’impatto ha scavato un cratere sull’asteroide generando un’enorme quantità di particelle di varie dimensioni che sono state espulse dal corpo in direzione opposta a quella dell’impatto.

«La chiave dell’impatto cinetico è che la spinta verso l’asteroide non proviene solo dalla collisione di veicoli spaziali, ma anche da questo rinculo di materiale espulso», ha spiegato Ajai Raj del laboratorio di Fisica applicata della Johns Hopkins University che gestisce la missione Dart per il Planetary Defense Coordination Office della Nasa.

I ricercatori hanno inoltre osservato che l’impatto ha causato un rallentamento istantaneo della velocità dell’asteroide lungo la sua orbita di circa 2,7 millimetri al secondo, indicando ancora una volta che «il rinculo del materiale espulso ha svolto un ruolo importante nell’amplificare il cambiamento di quantità di moto impartito direttamente all’asteroide dal veicolo spaziale».

Anche se i risultati mostrano come l’intercettazione di un asteroide della grandezza di Dimorphos può essere raggiunta senza una missione di ricognizione avanzata, quest’ultima fornirebbe informazioni preziose per pianificare e prevedere il risultato.

«Ciò che è necessario è un tempo di preavviso sufficiente: diversi anni come minimo, ma preferibilmente decenni», ha aggiunto Raj. Per riuscire, insomma, anche le collisioni spaziali hanno il loro galateo, ma in ogni caso il successo di Dart, concludono gli autori del documento, «crea ottimismo sulla capacità dell’umanità di proteggere la Terra dalla minaccia di un asteroide».

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