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Tutto quello che devi sapere sull’Islam e non hai mai osato chiedere

Dalla scissione fra Sunniti e Sciiti alla Nation of Islam e ai cinque “pilastri” che ogni fedele deve rispettare. Abbiamo riassunto per voi le informazioni più importanti su questo credo religioso
Credit: Rumman Amin/Unsplash
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13 settembre 2022 Aggiornato alle 19:00

“Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato,

ha creato luomo da unaderenza.

Leggi, che il tuo Signore è il Generosissimo,

Colui Che ha insegnato mediante il calamo,

che ha insegnato alluomo quello che non sapeva”.

Questi primi versi del capitolo 96 del Corano recitati da Maometto rappresentano il primo atto di fede islamica. E spiegano perfettamente tre di sei punti chiave su cui si basa l’Islam: la credenza in Dio, come creatore, giudice e salvatore; nella sua onniscienza e volere che determinano, parzialmente, la vita dei fedeli; e la credenza nei profeti, tra cui Maometto. Gli altri quattro sono la credenza negli angeli, nelle strutture precedenti mandate da Dio (Torah, Salmi, il vangelo) che vennero poi riassunte nel Corano e nella vita dopo la morte.

Inoltre, ogni mussulmano deve aderire ai cinque pilastri dell’Islam:

- dichiarare la propria credenza di Dio e Maometto (Shahada);

- pregare cinque volta al giorno (Salat);

- fare la carità (Zakat);

- digiunare durante il mese di Ramadan (Sawm);

- compiere il pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita (Hajj).

Sunniti e Sciiti

Se fin qua le regole per i fedeli sono chiare e non permettono la creazione di sotto-gruppi, in realtà una prima divisione interna molto sentita avvenne già al momento della morte di Maometto.

Chi doveva, infatti, prendere il suo posto?

I cosiddetti Sunniti affermano che non vi era nessun successore designato, per questo i mussulmani riuniti a Medina tennero delle elezioni che vinse Abū Bakr, padre della moglie preferita di Maometto, ʿĀʾishah. Dall’altra, gli Sciiti vedono il ruolo di successore assegnato al genero ʿAlī ibn Abī Ṭālib, visto che era assodato che fosse il preferito di Maometto. Fino alla morte del terzo califfo, ‘Othmàn ibn ‘Affàn (574 – 656), Ali accettò di lasciare il posto a Abu, ma quando nel 656 fu chiamato a Medina per succedere Othman e diventare il quarto califfo gli scontri tra le due linee di pensiero risultarono in uno scisma cha ha rilevanza ancora oggi.

Kharigismo

Tra gli sciiti, dopo la ascesa di Ali, un gruppo iniziò a criticarlo per aver lasciato sue aspirazioni sul califfato all’arbitrio. I Kharigiti (da un verbo che significa “astenersi”) fondarono una loro dottrina, che mette molta enfasi nel praticare attivamente la religione e nel riconoscere i propri errori, al punto che si rischia di non essere più mussulmani.

Inoltre, sono favorevoli alla militanza per rivendicare la verità.

A causa delle loro tendenze aggressive, furono attaccati e scomparirono durante i primi due secoli di esistenza dell’Islam.

Ibadi

Durante il Medioevo, un gruppo, chiamato Ibāḍīs, meno legato alle idee più violente del Kharigismo, dal quale si scisse sotto la guida di Abdullah bin Ibadh.

Si è diffuso in Nord e Est Africa e nell’Oman, Paese dove ha ottenuto il maggiore successo essendo la religione di riferimento per circa il 75% della popolazione.

I seguaci non si considerano vicini al Kharigismo, anche perché per esempio sono relativamente aperti ad altri gruppi islamici e altre religioni, non ritengono che il Corano sia di per se una manifestazione divina, ma una creazione di Dio, e professano un atteggiamento di dissociazione vero i fedeli islamici che hanno errato senza pentimento. Quello che può essere detto di queste e altre differenze è riportato in testi scritti e pubblicati dal ventunesimo secolo in poi, quando gli occidentali iniziarono a dimostrare dell’interesse.

Muʿtazilah

Durante l’ottavo e il nono secolo molti testi scientifici e filosofici originariamente scritti in greco vennero tradotti in arabo. Da questo lavoro, un movimento di teologia razionale iniziò a distinguersi (Muʿtazilah vuol dire “coloro che si differenziano”), predicando che l’uomo deve usare la sua razionalità per scegliere e agire liberamente, rendendolo responsabile di ciò che fa.

Non vi è una predestinazione divina, ma il potere viene spartito tra Dio nell’ambito della natura e l’umanità nell’ambito della moralità delle azioni umane.

La moralità quindi è slegata dalla rivelazione divina, che deve essere interpretata alla luce di un’etica razionale. Il ruolo della rivelazione diventa quello di aiuto nell’individuare il giusto, che deriva dalle caratteristiche di grazia e misericordia divina, e, in secondo luogo, gli obblighi legati alla fede (come le preghiere) sono comunicate attraverso la rivelazione.

Questo movimento fu riconosciuto come credo nazional all’inizio del nono secolo. Dopo ciò, i membri iniziarono a perseguitare i loro oppositori.

Sufismo

La diffusione dell’Islam ha portato a una maggiore attenzione a aspetti materiali, a scapito dei veri aspetti spirituali, che sono il tema dei precetti di Maometto e del Corano. Questo il principio base del misticismo islamico, noto come sufismo dalla parola “Sufi” che si riferisce al semplice abbigliamento dei primi mussulmani che simboleggia la povertà e il rifiuto di piaceri terreni. Attraverso l’allenamento e pratica della purificazione dell’interiore, infatti, è per loro possibile avere un’esperienza con Dio durante la propria vita sulla Terra.

Aḥmadiyyah

Nella seconda metà del 19 secolo in Punjab, India, Mirza Ghulam Ahmad, difensore dell’Islam contro i missionari cristiani, affermò di essere un profeta, la seconda venuta di Cristo e Krishna (divinità induista). Questo insieme di titoli può far pensare che volesse sintetizzare diverse religioni. Nei suoi discorsi supportava l’idea che Gesù fosse morto di morte naturale e non fosse stato accolto in paradiso, ma anche la jihad “della penna”.

Nel 1914 il gruppo si scisse per una questione di successione. Una minoranza, infatti, capitanata del figlio di Ghulam Ahmad disconobbe le sue affermazione profetiche e si stabilì a Lahore (oggi Pakistan).

Sia questo gruppo che la maggioranza dei Qadiani (Qadian è il paese natali di Ghulam Ahmad) sono noti per il loro impegno missionario. Nonostante ciò, l’idea che Ghulam Ahmad fosse un profeta e l’evoluzione del gruppo principale in una organizzazione separatista non è mai stata molto popolare. Così, il governo pakistano ha imposto nel 1974 e poi ancora nel 1984 delle restrizioni su questo gruppo, non riconoscendo i seguaci come mussulmani e impedendo loro di partecipare a diverse attività islamiche.

Nation of Islam

1931, Detroit, Michigan, un uomo, Wallace D Fard, fonda la prima moschea del movimento Nation of Islam (Noi) sul messaggio della “redenzione nera all’interno dell’Islam”.

I primi abitanti del pianeta erano stati, per lui, gli uomini di colore asiatici, che dopo sei mila anni di potere dei bianchi e cristiani dovevano riprendere il loro posto.

Nel 1934, dopo la sua scomparsa, il gruppo fu portato aventi da Elijah Muhammad, un sostenitore della superiorità africana. Chi decideva di convertirsi doveva iniziare a sottostare a un codice disciplinare che include il non mangiare carne di maiale, non fumare, non bere alcohol, non fare uso di droghe e non fare sesso al di fuori del matrimonio.

Gli insegnamenti principali sono la sottomissione a Dio, un forte attaccamento alla famiglia e il ritirarsi dalla società per allontanarsi dalla cultura materialistica occidentale.

Il leader senza dubbio più noto fu Malcom X.

Grazie anche al target ben preciso, che veniva raggiunto anche nelle carceri, Noi passò dall’avere poche centinaia di seguaci a 100.000 all’inizio degli anni ‘60.

Negli anni ‘70 Elijah Muhammad fu succeduto dal figlio Wallace D. che rinominò l’organizzazione in missione americo-mussulmana, che però dissolse nel 1985. Il nome e i principi rimangono nel gruppo creato da Louis Farrakan, ce all’inizio del secondo contava approssimativamente 10.000 membri.

Alauismo

Questo ramo dell’Islam sciita nacque durante la dinastia Hamdanidi (905- 1004). Quando questa cadde iniziarono le persecuzioni verso gli sciiti in generali, e quindi anche verso gli alauiti, da parte dei conquistatori delle crociale e dell’impero ottomano; ancora oggi molti mussulmani li considerano eretici.

Il nome potè essere adottato definitivamente solo nel 1920, il periodo dell’occupazione francese.

Di base, gli alauiti credono nella deificazione di Ali, uno dei membri di una trinità paragonabile a quella cristiana.

Due grandi peculiarità: i pilastri dell’Islam sono dei simboli, non dei doveri, e viene celebrato un insieme di festività e pratiche che spaziano da quelle islamiche, alle cristiana ad alcune addirittura segrete.

Dal 1971, anno delle elezioni del presidente alauita Ḥafiz al-Assad, il gruppo è predominante in Siria, dove si stima che gli alauiti rappresentino tra il 10% e il 13% della popolazione.

Wahhabismo

Il nome, dal fondatore Muḥammad ibn ʿAbd al-Wahhāb, non viene in realtà usato dagli aderenti a questa interpretazione dell’Islam.

Tra di loro si chiamano “salafis”, traducibile in “seguaci degli antenati pii”.

L’enfasi è posta sull’unicità di Dio, che significa il rifiutare anche il visitare le tombe e venerare santi, e sugli insegnamenti originali del Corano e della Sunna (insieme di tradizioni derivanti da Maometto) che vanno interpretati letteralmente come uniche due fonti di dottrina religiosa.

Muḥammad ibn ʿAbd al-Wahhāb iniziò a promulgare le sue idee nel 18 secolo nell’oasi di Ḥuraymilāʾ, in Arabia centrale, incoraggiato ache dall’emiro Muhammad ibn Saud.

Questa alleanza comportò anche che le fortune del movimento di Wahhāb fossero strettamente legate a quelli della dinastia saudita.

Per questo, l’impero Ottomano riuscì nel 1818 a porre fino al primo impero Wahhābi, anche se la setta fu rimessa in vita dal saudita Fayṣal I.

In seguito, un attacco dal nord dell’Arabia distrusse nuovamente l’impero. Fu Ibn Saud nel 1932 a creare il regno dell’Arabia Saudita, sicurando ai Wahhābī il dominio politico e religioso nella penisola. Un altro Paese in cui è molto diffusa questa dottrina è il Qatar.

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