Lettere

Le lettere alla direttrice

Alesandro Spanu

La nostra responsabilità: non temiamo il concetto “all men”

Tempo di lettura 6 min lettura
7 dicembre 2023 Aggiornato alle 12:30

Gentile direttrice Cristina Sivieri Tagliabue

Dal momento in cui, nella storia dell’essere umano, si è diffusa la carta stampata, abbiamo saputo cementificare ulteriormente la nostra eredità culturale. In tal modo, in base ai vari studi eseguiti su molti testi di narrativa, si è osservato uno schema concettuale ben preciso: la predominanza del soggetto maschile su quello femminile.

Per quanto, effettivamente, in tempi odierni, non ritroviamo più testi così rigidi sui ruoli di genere all’interno dei personaggi, la nostra società risulta ancora legata all’idea della principessa salvata dal principe per ordine del Re in opposizione al nemico dell’altra casata. In tutte queste vicende narrative, la figura femminile rimaneva l’oggetto del conflitto senza possibilità di ergersi a sua volta come eroe. A tal punto che la sua stessa coniugazione al femminile non risulta di facile comprensione all’interno di questo campo semantico.

A questo punto, dopo una breve premessa iniziale sulle influenze narrative all’interno della nostra società, utilizziamo il potere del linguaggio per immergerci al meglio sul ragionamento che ti voglio enunciare. Ti propongo quattro possibili situazioni al fine di renderti più comprensibile il mio pensiero riguardante la nostra responsabilità in quanto genere maschile. Naturalmente, mi auguro che questo mio intento possa seriamente aprire un dialogo consapevole senza pregiudizi di alcun tipo.

In questa prima situazione, entrambi siamo dei maschietti. Ci incontriamo in un punto non precisato del tuo cammino, ma sia io che te non ci conosciamo perciò proseguiamo in direzioni opposte. In questo nostro incontro casuale, almeno che il mio volto non ti ricordi un evento traumatico vissuto in passato, non dovresti percepire alcuna minaccia dal punto di vista sessuale. Qualora ti fermassi per chiederti una informazione, non penseresti minimamente a un possibile secondo fine di natura sessuale. Sapresti molto bene quanto un atto simile da parte mia causerebbe uno svantaggio evidente in quanto risulterei “meno uomo”. Di conseguenza, potrei essere facilmente deriso e privato della mia dignità.

Riproponiamo la scena, cambiandoci “i ruoli” : io sono una donna e tu non hai mai avuto alcun trauma con il genere femminile in quanto uomo. Ci incontriamo nuovamente in una qualsiasi zona di tua conoscenza. Ognuno di noi ha la sua direzione precisa. All’interno della tua mente, non dovresti avere chissà quali timori nell’incrociare il mio sguardo. Qualora mi fermassi per chiederti un’informazione, non dovrebbe venirti in mente che tutto questo possa essere un piano per portarti a letto. D’altronde, tu sei un uomo ben piazzato e io una ragazzina esile. Avresti esattamente la situazione sotto controllo. Non sentiresti nemmeno il bisogno di denunciarmi per attentata molestia anzi saresti stato il ganzo di turno. I tuoi amici potrebbero, addirittura, sentirsi invidiosi del tuo fascino da seduttore.

Proseguiamo con la terza scena in cui tu sarai la donna e io l’uomo. Questa volta il tuo pensiero potrebbe essere completamente diverso dalle due situazioni precedenti. Se ci ragioniamo per grandi numeri, per quanto puoi fregartene, sentiresti molta pressione sul tuo corpo. All’interno della solita dinamica evidenziata negli altri due esempi precedenti, questa volta, tu potresti avere una strana sensazione nel mio avvicinarmi con molta insistenza. Non saresti sorpresa della possibilità che io possa avere un intento sessuale nei tuoi confronti, ma dal fatto che ti sia capitato. Non sei stata sicuramente a calcolarti tutte quelle volte in cui hai ricevuto uno sguardo poco piacevole, una carineria non del tutto richiesta e qualche apprezzamento di troppo. D’altronde, sei cresciuta consapevole di quanto i maschietti siano fatti così e il tuo corpo attraente può ammaliarli. In fondo, potrebbe essere pure un bene che non passi inosservata. Di conseguenza, non ti faresti crollare il mondo addosso per un fuori di testa come me che hai incontrato in una giornata sfortunata. A questo punto, tu potresti ancora rimanere attonito su quale connessione mentale possa esserci tra un semplice complimento o una serie di atteggiamenti espliciti di interesse e l’agire di violenza contro una donna con l’unica motivazione di averne un controllo su di lei.

Ci tengo a proporti un ultimo esempio dove tu sei un semplice ragazzo che sente la necessità di vivere una relazione e io sono l’emblema della riprova sociale; a ogni tuo tentativo di approcciarti con un senso di predominanza sul genere femminile, io intervengo con cautela al fine di farti ragionare su quanto non risulti più un comportamento normalizzato. All’inizio potremo scontrarci in quanto tu difenderesti la tua stessa educazione. Eppure, in fondo alla tua coscienza, incominceresti a chiederti cosa stia succedendo in questa società. Sei cresciuto con la consapevolezza di essere l’uomo di casa, protettore di chi è più fragile di te, e hai dovuto reprimere le emozioni in quanto “ometto”. Non hai mai potuto ammettere di essere fragile e hai immediatamente compreso quanto tu possa agire attivamente all’interno di una relazione. Non è fattibile che una donna possa controllarti emotivamente. Hai dovuto, alla fine, agire di impulso per placare tutto questo conflitto: eliminando il problema dalla radice al fine di aver nuovamente un controllo sulla tua vita.

Immaginati , invece, se fosse esistita l’alternativa a questa tua inquietudine. Finalmente, ti saresti sentito più libero grazie a una piena consapevolezza da parte del tuo circolo di persone, le quali ti avrebbero accolto in quanto persona con dei sentimenti. Non devi essere alcun “ometto”, devi essere semplicemente tu stesso. Quanto sarebbe cambiato il tuo stesso atteggiamento o quello di chi si aspettava da te un determinato tipo di controllo. Tutto questo controllo sull’altro risulta nocivo pure per noi stessi che potremo chiedere aiuto.

Ecco il motivo per cui siamo responsabili in quanto genere di cambiare le carte in tavola. Non sarà l’ennesimo gesto di potere bensì la consapevolezza di essere umani per sentirci più in sintonia con noi stessi. Una società più in armonia, inevitabilmente, sarà un contesto più fertile per un benessere collettivo.

Alessandro Spanu

Gentile Alessandro Spanu

Grazie per il prezioso contributo al dibattito.

Un cordiale saluto

Cristina Sivieri Tagliabue

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