Diritti

Su Lancet la “prova” che il Covid ha discriminato le donne

Uno studio dell’Università di Washington pubblicato sull’autorevole rivista scientifica - e condotto in 193 Paesi - non lascia dubbi: tra marzo 2020 e settembre 2021 le differenze di genere sono aumentate. Così come le disuguaglianze economico-sociali e le violenze
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
3 marzo 2022 Aggiornato alle 17:50

Donne e uomini vs pandemia? Ad avere la peggio, ora lo sappiamo, sono state le donne. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica inglese specializzata in ambito medico Lancet, le conseguenze economiche e sociali del Covid-19 hanno interessato molto meno il genere maschile in termini di perdita del lavoro, abbandono scolastico e percezione di aumento della violenza di genere.

I ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington hanno scoperto che a settembre del 2021 il 26% delle donne ha denunciato la perdita del lavoro, mentre solo il 20% degli uomini ha vissuto la stessa esperienza. Inoltre, hanno avuto una probabilità 1,21 e 1,23 volte superiore di abbandonare l’istruzione e di segnalare aumento della violenza di genere nei loro confronti. Lo studio è stato finanziato dalla Bill&Melinda Gates Foundation, che dal 1997 investe nella ricerca con l’obiettivo di migliorare l’assistenza sanitaria, ridurre la povertà estrema e, negli Stati Uniti, espandere le opportunità educative e l’accesso alle tecnologie dell’informazione.

Finora le ricerche sulla pandemia si erano concentrate maggiormente sugli impatti della pandemia sulla salute delle persone – gli uomini registrano, in media, tassi più elevati di incidenza, ospedalizzazione e morte di Covid-19 -, mentre pochi hanno analizzato in che modo le disuguaglianze di genere siano state influenzate dagli effetti sanitari, sociali ed economici indiretti della pandemia in modo sistemico e dettagliato in tutte le aree geografiche.

Stavolta, invece, l’analisi ha toccato ben 193 Paesi del mondo, partendo da set di dati pubblici e accessibili a tutti: «Questo studio fornisce la prima prova globale completa sulle disparità di genere per un’ampia gamma di indicatori sanitari, sociali ed economici durante la pandemia» ha spiegato al Guardian la professoressa Emmanuela Gakidou, autrice senior del documento.

«L’evidenza suggerisce che il Covid-19 ha avuto la tendenza a esacerbare le disparità sociali ed economiche esistenti in precedenza piuttosto che creare nuove disuguaglianze. La società - continua Gakidou - si trova in un momento cruciale in cui è fondamentale investire nell’empowerment di donne e ragazze per garantire che i progressi verso l’uguaglianza di genere non vengano bloccati o invertiti a causa della pandemia di Covid-19».

Gli impatti economici hanno colpito maggiormente le donne perché «tendono a essere impiegate in modo sproporzionato nei settori più colpiti dal Covid-19, come l’industria dell’ospitalità o nei lavori domestici», ha detto al quotidiano britannico la dottoressa Luisa Flor, co-autrice dello studio. Per non parlare delle «norme sociali di genere che in molti Paesi attribuiscono alle donne responsabilità familiari e di custodia dei bambini e riducono il loro tempo e la loro capacità di impegnarsi nel lavoro retribuito» ha continuato Flor.

I maggiori divari di genere nel settore dell’istruzione sono stati osservati in Europa centrale, Europa orientale e Asia centrale, dove le donne l’hanno abbandonato 4 volte di più degli uomini. Per quanto riguarda la violenza di genere, il 54% delle donne ha affermato di percepire che la violenza di genere è aumentata nella propria comunità, contro il 44% degli uomini.

«Non possiamo lasciare che le ricadute sociali ed economiche della pandemia continuino nell’era post-Covid. È necessario agire ora non solo per invertire le attuali disparità, ma per colmare ulteriormente le lacune presenti prima dell’inizio della pandemia”, ha affermato Gakidou. Perché se la situazione dovesse continuare a peggiorare, tutti gli sforzi fatti finora potrebbero risultare inutili. E verremmo proiettati indietro di decenni.

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