Diritti

Perché le donne pensano, ma spesso non parlano

Benedetta Barzini, modella, giornalista, docente
Benedetta Barzini, modella, giornalista, docente
Tempo di lettura 4 min lettura
15 ottobre 2021 Aggiornato alle 18:01

Le donne pensano, ma spesso non parlano. Queste parole sono indirizzate a coloro che hanno difficoltà a esprimere il disagio percepito e a cui le donne vorrebbero dare non solo voce, ma indicazioni di percorsi risolutivi. Grazie ai mezzi di comunicazione è possibile favorire il confronto diretto in modo tale da tradurre le cause di discriminazione in progetti di leggi è più efficace. Le proposte vanno portate avanti da parlamentari di diversi schieramenti, da professioniste e donne impegnate nelle istituzioni, per essere energicamente sottoposte a dibattiti nelle opportune sedi. Procedere in questo modo permette di mettere a fuoco, evidenziando la questione dei diritti del genere femminile.Si tratta di uscire dalla fase di denunce a parole per affrontare la società che ha omesso le donne dalle regole delle sue modalità d’azione. Ancora adesso per indicare il genere umano si dice ‘l’uomo’.

Il diritto allo studio per le donne

Fra i molteplici disagi percepiti vi è quello della recente possibilità di accedere allo studio. Nelle ultime generazioni le donne hanno potuto entrare nelle aziende, nelle strutture pubbliche o esercitare la libera professione. Questo, però, avviene senza tenere conto delle loro diverse esigenze e costringendole a dimostrarsi capace di avere le ‘palle’. Sembra evidente che ‘l’autodifesa’ del genere maschile è leggibile negli ostacoli eretti allo scopo di scoraggiare l’avanzamento in carriera delle donne per motivi di genere.Un piccolissimo esempio della, forse, inconsapevole volontà di sottolineare l’atavica posizione imposta alle donne: quando nel titolo di un giornale leggiamo che Ursula von Der Leyen (neo-eletta presidente della Commissione europea) è madre di 7 figli ci viene in mente che mai, e poi mai, nello stesso contesto, troveremmo indicato che Graziano Delrio è padre di 9 figli. Oppure: molte volte, nella didascalia sotto la fotografia di un uomo di potere, il nome dell’eventuale signora accanto o appena dietro, non viene riferito.

Le donne economicamente dipendenti

Sono la manna per il mercato. Vengono incitate agli acquisti di ogni sorte di nuovo prodotto. Il marketing ovviamente non si rivolge alla fascia debole della società. La cosa singolare è che le persone emancipate, autonome, privilegiate, sono quelle che obbediscono pedissequamente ai dettami imposti dal marketing-mercato. Come se fosse necessario rincorrere la Cosa Nuova e l’indispensabile giovinezza, a qualunque prezzo. Le giornaliste possono accedere alla direzione delle testate rivolte alle donne e ne compongono la maggioranza nella redazione. Sono professioniste che lavorano per ingannare le consumatrici a credere indispensabile seguire i loro consigli-comandi per il bene del commercio. È possibile che i prodotti pubblicizzati abbiano sostituito il valore simbolico attribuito in passato agli oggetti scaramantici, agli amuleti porta fortuna. Ripensare il consumismo non solo per motivi ecologici, ma per ragioni di buonsenso.

Stereotipi di genere

Ridimensionare o rivedere archetipi come la potente metafora di Eva-con-mela che le epoche storiche hanno trasformato in irresistibili femmine seduttrici, vamp (vampiresse), utili per trascinare il povero debole uomo negli inferi del piacere vietato (maga Circe, Salomé, etc…). Non è di meno Maria-priva-di-Verbo, abnegata e devota, modello per eccellenza della moglie-perfetta. Questi archetipi denunciano la paura o meglio, il terrore nell’immaginario maschile in merito all’idea di una sessualità femminile ‘libera’ capace secondo loro di crudeltà estreme.Riflettere sulle problematiche riguardanti il corpo femminile: dalla procreazione al peso corporeo, dalle regole nell’abbigliamento al potere di governi o religioni, i cui vertici sono tutti nelle menti e nelle mani di uomini.Rileggere la storia e la filosofia osservando come avvenimento verte esclusivamente attorno alle parole ‘forza’ e ‘potere’, nessuna traccia femminile salvo di quelle ‘con le palle’. La filosofia, invece, divaga nei meandri oscuri dell’uomo super o meno in cerca di risolvere il senso e significato dell’imponderabile Mistero. Interessante notare come si possono leggere ripetutamente sui giornali termini afferenti al mondo bellico, come: strategia - conflitto- battaglia - conquista - rivincita - sfida - scontro - tregua - battaglia – attaccare.Scelte di campo. Facendo attenzione al linguaggio si comprende com’è fortemente impregnato da valori puramente competitivi di stampo maschile.

Il Pensiero femminile

Forse un domani un Pensiero femminile verrà elaborato e sarà complementare a quello unico finora noto. Ci vorrà tempo per via dell’impossibilità nei secoli delle donne di accedere allo studio e, dunque, di esercitare il cervello al pensiero. Un domani il Pensiero delle donne sarà un cardine, un punto di riferimento fondante per il rispetto delle diversità fra i due generi.