Ambiente

Le aree intorno al Mediterraneo si stanno desertificando

Uno studio pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment lancia l’allerta: i territori ricchi di biodiversità che si affacciano sul Mare nostrum stanno perdendo fertilità più velocemente di ogni altra parte d’Europa
Tempo di lettura 3 min lettura
21 febbraio 2022 Aggiornato alle 17:14

Povero Mediterraneo, poveri noi. Fra gli effetti più devastanti e di cui ci si accorge meno della crisi climatica c’è il cambiamento del suolo, delle sue proprietà e composizioni chimiche: nei territori che si affacciano sul Mare Nostrum - racconta ora un nuovo studio - i suoli si stanno degradando e la terra si sta lentamente trasformando in un deserto più di ogni altra parte d’Europa.

Questo significa, in parole semplici, che in futuro sarà sempre più complesso coltivare e avere un terreno fertile dove far prosperare la vita.

Lo studio a guida svedese, pubblicato di recente su Science of the Total Environment da un gruppo di ricercatori internazionali, descrive nel dettaglio i cambiamenti in atto nell’area del Mediterraneo, caratterizzata da un mare sempre più scarso di ossigeno, acidificato e salinizzato. E sottoposto a condizioni di estrema siccità.

In questo bacino i territori, ricordano gli esperti, hanno subito trasformazioni non sostenibili, con i cambiamenti climatici che stanno portando al limite le risorse presenti. Il 70% dei suoli dell’Unione Europea sta già perdendo la capacità di svolgere funzioni ecologiche fondamentali.

A questo va aggiunto che, con l’innalzamento del livello del mare, i suoli subiscono sempre di più l’intrusione di acqua salata e soffrono per siccità ed erosione, incendi e inquinamento chimico. Alcuni luoghi hanno un tasso di desertificazione in costante aumento (come la Sicilia). Inoltre, territori sempre più densamente popolati compromettono i suoli con grandi quantità di cemento, asfalto e altri materiali legati all’urbanizzazione, contaminando i terreni con metalli pesanti.

Questo ha portato vaste aree a essere sempre meno sane: non drenano l’acqua ed essendo degradate i processi vitali non funzionano correttamente, ricordano i ricercatori. Anche verdura, frutta e cereali alla base della dieta mediterranea stanno risentendo di questi impatti.

Gli esperti chiedono dunque che vengano stanziati piani per comprendere il reale degrado biologico dei suoli: si conoscono a esempio i dati sull’erosione, ma non c’è una vera e propria mappatura o revisione sugli effetti di questo tipo di emergenza.

«I cambiamenti ai sistemi agricoli, insieme ad altri mutamenti nell’uso del suolo, stanno portando a livelli critici di perdita di habitat. Questa è una preoccupazione particolare poiché la regione del Mediterraneo è caratterizzata da una straordinaria biodiversità, con un gran numero di specie endemiche», scrivono gli esperti, che premono affinché si sviluppi una legislazione europea specifica che protegga dall’urbanizzazione le aree rurali.

Secondo la ricerca, uno dei problemi non affrontati è per esempio la salinizzazione che sta mutando i terreni. «Nel complesso, vi è una generale mancanza di valutazioni sistematiche regolari dei suoli mediterranei e di un’autorità formale per raccogliere e sintetizzare le informazioni disponibili», chiosano preoccupati i ricercatori.

Leggi anche