Futuro

Nuove regole per le big tech

Il Digital Markets Act, provvisoriamente approvato dalla Ue, imporrà una serie di obblighi per i grandi colossi del web. Così da permettere anche alle piccole e medie imprese di far parte del mercato digitale europeo
Credit: umberto-deb
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28 marzo 2022 Aggiornato alle 21:00

Ogni giorno con i nostri smartphone o pc mandiamo messaggi, facciamo acquisti online, postiamo foto e cerchiamo informazioni sui motori di ricerca (o meglio, su Google). Queste sono tutte attività quotidiane che compiamo quasi inconsapevolmente e quasi sempre sulle stesse piattaforme: i grandi Big Tech. E il pericolo è proprio qui, nel dominio che questi “grandi” possono ottenere a svantaggio delle imprese più piccole.

Per arginare il problema, nel dicembre del 2020 è stato proposto a livello europeo il Digital Markets Act (DMA), «per affrontare le conseguenze negative di determinati comportamenti da parte delle piattaforme online che agiscono come gatekeepers digitali del mercato europeo». Pochi giorni fa, il 24 sera, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio europeo hanno concordato le nuove regole del DMA per assicurare la libera concorrenza dei mercati contro il potere delle grandi piattaforme digitali.

L’accordo, provvisoriamente approvato, è rivolto principalmente alle imprese che forniscono i “core platform services” (come motori di ricerca, servizi di social networking o di comunicazione), con una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro o un fatturato annuo di 7,5 miliardi, e con almeno 45 milioni di utenti finali mensili nell’Unione Europea e 10.000 utenti aziendali annuali.

Coloro che rientrano in questa descrizione possono essere definite aziende gatekeepers, ovvero imprese così grandi e diffuse da costituire una possibile minaccia per la libera concorrenza del mercato. «Il Digital Markets Act pone fine al predominio crescente delle aziende Big Tech. L’Europa garantirà così più concorrenza, più innovazione e più scelta per gli utenti», ha dichiarato Andreas Schwab, relatore della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento Europeo.

L’accordo prevede che i più importanti servizi di messaggistica (come Whatsapp, Facebook Messenger, iMessage) interagiscano con altre piattaforme più piccole, qualora queste ultime lo richiedano. «Gli utenti di piccole o grandi piattaforme - si legge in una nota del Parlamento Europeo - potranno scambiare messaggi, mandare file o fare videochiamate tramite le app di messaggistica, così da fornire agli utenti una più ampia scelta».

Inoltre, il Parlamento ha assicurato che grazie al DMA i dati personali degli utenti saranno utilizzati con fini di marketing solo previo consenso esplicito degli interessati e, come ha riportato l’Independent, le aziende potranno chiedere il consenso un numero limitato di volte, così da evitare lo spam di messaggi. Infine, gli utenti potranno scegliere liberamente le proprie applicazioni tra le varie alternative proposte (il browser, gli assistenti virtuali, i motori di ricerca).

«Se un gatekeeper non rispetta le regole - continua la nota - la Commissione imporrà multe fino al 10% del fatturato mondiale dell’azienda, che arriverà al 20% in caso di infrazioni ripetute. In caso di violazioni sistematiche, la Commissione potrà vietare loro di acquisire altre società per un certo periodo».

La legge, che dovrebbe entrare in vigore nel 2023 (dopo l’approvazione definitiva del Parlamento e del Consiglio), punta a rendere il mercato digitale più equo e aperto, così da permettere alle piccole e medie imprese di farsi strada tra i giganti digitali che da sempre popolano questo mondo. Accanto al DMA, il Digital Services Act (DSA) per la regolamentazione del contenuto delle piattaforme stesse che, però, risulta essere ancora in discussione.