Cina: leader (anche in Occidente) della mobilità elettrica

Cina: leader (anche in Occidente) della mobilità elettrica

 

Entro il 2025 le automobili prodotte in Cina esportate in Europa potrebbe raggiungere la cifra di800.000 vetture, in maggioranza elettriche. A stimarlo è unostudiodi Strategy&, società di consulenza che fa capo al network PwC (PricewaterhouseCoopers), secondo cui il Vecchio continente potrebbe ritrovarsi con unsurplus di importazionedi oltre 221.000 veicoli entro lo stesso anno. Al record dell’export contribuirebberoper oltre il 40%(330.000 unità) le auto realizzate in Cina per conto dimarchi occidentalicomeTesla,BmweRenault. «Mentre i produttori cinesi stanno vendendo sempre più Bev (veicoli elettrici a batteria,ndr.) in Europa, sia i produttori europei che quelli americani stanno spostando sempre più la loro produzione di Bev in Cina», ha dichiarato PwC. Se l’Europa sconta ancora i problemi legati alla catena di approvigionamento e si concentra su veicoli elettrici ancora molto costosi, sostieneFelix Kuhnertdi PwC Germania, «i produttori cinesi, d’altra parte, hanno ottimizzato e sviluppato i loro prodotti nel mercato interno, in modo che ora stanno portando in Europamodelli Bev convenienti, tecnologia innovativa e nuovi concetti». L’operazione avviene in un momento cruciale per il mercato automobilistico, che nel 2035 dovrà direaddio ai motori a combustioneinterna. Il 27 settembre, infatti, i co-legislatori europei hanno raggiunto unaccordoprovvisorio sull’obiettivo di riduzione delle emissioni del 55% per auto nuove e del 50% per i nuovi furgoni entro il 2030 rispetto ai livelli del 2021, e del 100% per entrambe le tipologie entro il 2035. Il prossimo passo di Pechino sarà quello di consolidare il brand all’estero. «I marchi cinesi sono ancora relativamente sconosciuti in Europa e hanno molto lavoro da fare per costruire una solidareputazione Bev, in particolare quando si tratta di modelli premium», sostiene PwC. Ma nel prossimo futuro la situazione potrebbe cambiare. A guidare la corsa del Dragone saranno aziende comeMorris Garages(Mg), acquistata nel 2007 da Saic (Shanghai Automotive Industry Corporation), eAiways, la prima startup cinese a portare un veicolo elettrico in Europa. Ma anche i marchiByd,Nioe le sue innovativestazioniper il cambio rapido della batteria (battery swap)inauguratein Norvegia, la compatta citycar low costOra Catdi Gmw (Great Wall Motor) presentata al Salone di Parigi,Xpeng, definita la anti-Tesla, eZeekrdi proprietà del gruppo Geely, che detiene anche una quota minoritaria della svedesePolestar(Volvo). Secondo un recenterapportopubblicato a ottobre da T&E (Transport & Environment), nel 2022 la Cina ha rappresentatoil 5% di tutti i Bev venduti in Europacontro lo 0,4% del 2019. Tra i Paesi di destinazione al primo posto la Norvegia (12,5%) seguita da Svezia (11,1%), Regno Unito (7,6%) e Paesi Bassi (5,8%). Si prevede che entro il 2025 Pechino possa raggiungere una quota compresatra il 9% e il 18% del mercato europeodei veicoli elettrici a batteria. «In un momento in cui le case automobilistiche cinesi e americane, stimolate dapolicy mirate e ambiziose, stanno rapidamente incrementando l’offerta di veicoli elettrici, le case auto europee tirano il freno a mano, a favore della vendita dei veicoli tradizionali – ha dichiaratoVeronica Aneris, direttrice di T&E Italia – Una situazione che potrebbe avere gravi conseguenze non solo sul clima, ma anche sullacompetitività dell’industria europeae dell’occupazione del continente».