I dati sulla situazione economica mondiale parlano chiaro: a livello globale,i costi delle materie prime e dei beni essenziali sono in costante aumentoe non si vedono all’orizzonte prospettive di miglioramento significative nel futuro prossimo. La popolazione mondiale, esposta a unsovraccarico di costispropositato rispetto alla propria capacità di risparmio e alle proprie entrate, in così poco tempo non ha avuto la possibilità di tutelarsi e, allo stesso tempo, di proteggersi dagli imprevisti finanziari. Ma in alcuni paesi inizia a delinearsi unquadro più ottimista. Cosa accade negli Stati Uniti? Negli USA, nonostante ilforte aumento dei tassi di interesse, giocato a suon di a rialzi dello 0,75% da parte della Federal Reserve, l’economia nazionale ha dato prova di resistenzae il tasso di occupazione dei cittadini è notevolmente cresciuto. La Fed sembra pronta a un’ulteriore manovra, anche se questa voltail rialzo potrebbe fermarsi a 25 punti base(contro le manovre da 50 e 75 a cui abbiamo assistito nei mesi passati). Ciononostante,l’economia statunitense appare solida. Certo, nel 2022 il tasso di crescita del Pil si è fermato al 2,1%, contro il 5,9% del 2021, quando però c’era darecuperare la contrazione significativa di ricchezzadell’anno della pandemia. Nel quarto trimestre del 2022, il Pil degli USA ha mostrato un passo annualizzato del 2,9%,superando le attese, che lo volevano solo al 2,6%. Ma dati interessanti si osservano anche sul fronte dell’occupazione. Nel mese di novembre 2022, sono staticreati 263 mila nuovi posti di lavoro, che hanno portato a una contrazione del tasso di disoccupazione pari al 3,7%. Ma non è tutto, perché l’incremento degli occupati è stato supportato da un aumento degli stipendi dei lavoratoriamericani. Nell’ultimo trimestre del 2022,la retribuzione media oraria è cresciuta del 5,1%rispetto allo stesso trimestre del 2021.Aumentare i salari è davvero l’unica misura possibileper consentire al lavoratore medio di non veder crollare il proprio potere d’acquisto. Dati alla mano, negli Stati Uniti gli stipendi registratinegli ultimi tre anni hanno subito il più grande aumento dai primi anni ‘80. Ma la crescita vertiginosa dei costi, dal cibo ai trasporti, ha ricordato a tutti i consumatori chequello che conta davvero è l’effettivo potere d’acquistoche si ha in relazione al proprio reddito. Guardiamo anche a risparmi e investimenti Proprioin relazione ai risparmi e agli investimenti, la situazione si fa più complicata. Molti risparmiatori, dopo gli avvenimenti del 2008-2009, sono infattispaventati all’idea di affidare a una banca una percentuale dei propri guadagni, magari accantonati con fatica, per effettuare degli investimenti finanziari. Piuttosto, preferiscono depositare il denaro sul proprio conto corrente. Ma questorischia di creare un rallentamento della crescita, che in questo momento è ancora troppo fragile ed ha bisogno di essere sostenuta con tutti i mezzi possibili. Certo, i dati sull’incremento dei salari lascia unospazio di speranzain un mondo che non sembra risollevarsi. L’aumento attuale del livello salariale e la diminuzione del tasso percentuale di disoccupazione dei cittadini, ha fatto sì che nonostante l’aumento spropositato dei costi delle materie prime, la popolazione a oggi sia in grado di potersi tutelare economicamentee mantenere stabile la propria capacità di acquisto.
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