Culture

L’arte può guarire, corpo e anima

La cultura è capace di cambiare i nostri pensieri: lo sapevi che a Boston alcune mostre popolari hanno riunito comunità ebraiche e palestinesi? O che a Montréal le visite ai musei sono prescritte dai medici?
Credit: EPA/ANTHONY ANEX
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5 marzo 2023 Aggiornato alle 19:00

L’arte è un potente strumento terapeutico perché lavora sulle onde cerebrali, sul sistema nervoso, sui livelli di dopamina e serotonina che influenzano positivamente l’umore; riduce gli ormoni dello stress, come il cortisolo, e genera un aumento delle capacità immunitarie e della reattività cardiovascolare.

Lo afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel più grande approfondimento realizzato riguardo il tema che fa riferimento a oltre 3.000 studi realizzati negli ultimi 20 anni a livello internazionale e che si avvale di scale psicologiche, marcatori biologici, tecniche di neuroimaging, osservazioni comportamentali, interviste e analisi di cartelle cliniche.

L’analisi dimostra, per la prima volta, i nessi scientifici e biologici tra 2 mondi fino a oggi ritenuti separati, ovvero quello dell’arte e della cultura con quello della salute, definita dall’Oms “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non la mera assenza di malattia o infermità”.

Lo studio in questione, inoltre, è uno dei risultati del programma Salute in tutte le Politiche, lanciato nel 2015 dall’Ufficio Europeo dell’Oms per indirizzare il sistema sanitario comunitario verso un approccio integrato di diversi settori, così come raccomandato dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Si è così scoperto come l’utilizzo di progetti teatrali in Bosnia e Erzegovina abbiano favorito la riconciliazione a seguito del conflitto armato; come mostre congiunte di arte popolare a Boston abbiano riunito le comunità ebraiche e palestinesi; come progetti musicali nelle scuole norvegesi abbiano aiutato a cambiare l’atteggiamento delle studentesse e degli studenti nei confronti dei migranti. O di come la musica aiuta lo sviluppo dell’acquisizione del linguaggio e delle capacità cognitive nella prima infanzia: un traguardo che, secondo l’Oms, ha impatti positivi anche sulla spesa pubblica, dove per ogni dollaro investito sui primi 1000 giorni di un individuo se ne ha un ritorno stimato di circa 13.

Da tempo molti ospedali nel mondo registrano risultati importanti in termini di prevenzione, gestione e trattamento di patologie o di forti sofferenze fisiche grazie alla cultura: in Canada, per esempio, dal 2018 il Montreal Museum of Fine Arts ha siglato un protocollo in base al quale i medici potranno prescrivere alle persone con malattie fisiche o mentali, gratuitamente, visite al museo come “medicine”.

L’arte, in tutte le sue forme, rappresenta dunque una via d’uscita dalle difficoltà emotive perché facilita l’espressione di ciò che spesso a parole è molto complesso da esprimere, comunicando simbolicamente la profondità umana. E diventa ancor di più necessaria oggi, in cui la fragilità mentale è al centro del dibattito pubblico. Basti pensare alle 395.604 domande di sessioni di psicoterapia con il bonus psicologo presentate all’Inps, che ne ha accettate 41.657. Per questo, la Manovra di bilancio ha stanziato altri fondi per il biennio 2023-24.

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