Ambiente

L’effetto palla di neve delle piccole grandi svolte

L’abbiamo chiamato “il giornale dove le scelte prendono una direzione”. A un anno di vita è tempo di bilanci: dopo ambiente, diritti, futuro si apre la stagione dell’economia.
Il logo distintivo de La Svolta disegnato dall'art director Ines Ivkovic. I triangoli sono alberi, l'ambiente. Le righe i diritti. Il cerchio, il futuro.
Il logo distintivo de La Svolta disegnato dall'art director Ines Ivkovic. I triangoli sono alberi, l'ambiente. Le righe i diritti. Il cerchio, il futuro.
Cristina Sivieri Tagliabue
Cristina Sivieri Tagliabue direttrice responsabile
Tempo di lettura 3 min lettura
31 dicembre 2022 Aggiornato alle 10:06

Vanuatu è un piccolissimo Paese nell’Oceano Pacifico a metà tra Figi e Nuova Caledonia: guardando il mappamondo, appena a est dell’Australia. Conta una popolazione di 300.000 anime distribuite in 80 isole e ci si perde, a guardare la colorazione delle sue spiagge. Seppur minuscolo, questo paradiso sta “pesando” parecchio nel dibattito pubblico dell’ambiente.

Colpito ieri da un terremoto di magnitudo 6.5, già vive i drammi di chi sta nel guado dell’emergenza del climate change: villaggi costretti al movimento per salvarsi, barriere coralline in via di distruzione, acqua potabile che si fa sale.

Il suo premier, Nikenike Vurobaravu sta aiutando a definire - grazie a una richiesta alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja - che i Governi abbiano l’obbligo di agire per difendere la popolazione dai pericoli del cambiamento climatico. Con conseguenze legali, in caso di “inerzia”.

In nocciolo, il senso profondo della questione è che la difesa dell’ambiente è un diritto fondamentale del genere umano. Non solo della natura: nel crollo della biodiversità, sono proprio gli umani che rischiano una tragedia.

A inizio 2023 questa proposta - già sottoscritta da 23 Paesi nelle Nazioni Unite - sarà discussa dalle Nazioni Unite per diventare risoluzione. Ci vogliono 193 voti e non si sa se ce la farà, ma la forza con la quale Nikenike sta combattendo è un esempio per tutti noi. Un pollicino in mezzo ai potenti del pianeta che tira una palla di neve sperando nell’effetto valanga.

A un anno dalla sua fondazione anche La Svolta ha provato - nel difficile mercato dell’editoria - a lanciare la sua palla di neve. Il nostro obiettivo era semplice: desideravamo, e desideriamo con convizione, “fare bene”. Senza l’ansia di seguire un mercato pubblicitario già fin troppo sollecitato, abbiamo dato la priorità alle cose davvero importanti. Le persone, da servire con un’informazione scritta seriamente. Il controllo delle fonti. Il rispetto dei lettori e delle lettrici, qualunque opinione avessero.

Abbiamo accompagnato anche chi non è “esperto” di temi ambientali - e di diritti - nella scoperta e nella consapevolezza di quanto sta accadendo, e del necessario cambiamento di rotta. La comunità dei nostri giornalisti e autori ha proposto 5438 storie. 1.663.695 lettori le hanno scoperte.

Se La Svolta fosse un libro, ogni mese sarebbe stato sfogliato più di 1 milione e 200 mila volte.

Grazie per esserci!

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