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Quali sono gli effetti del climate change sul sonno?

Uno studio dell’Università di Copenaghen ha dimostrato che l’aumento delle temperature causato dalla crisi climatica sta riducendo il nostro sonno. Con conseguenze imprevedibili
Credit: Irene Giunta/uns
Tempo di lettura 4 min lettura
7 giugno 2022 Aggiornato alle 15:00

Vi è mai capitato di svegliarvi poco riposati o accusare maggiore stanchezza quando fa caldo? Sicuramente sì, ma solo recentemente è stato dimostrato che esiste un legame tra l’aumento delle temperature e come dormiamo.

Ormai la comunità scientifica concorda sul fatto che il riscaldamento globale influenza la nostra salute e il nostro benessere, ma, fino a oggi, non era mai stata provata nessuna connessione tra il cambiamento climatico e la durata e la qualità del sonno.

Questa informazione ci viene rivelata in un studio effettuato da un gruppo di cinque ricercatori dell’Università di Copenaghen, della Technical University della Danimarca e del Max Planck Institute for Human Development di Berlino e pubblicato il 20 maggio su One Earth.

Lo studio effettuato spiega, infatti, che l’aumento delle temperature globali influisce sulle ore di riposo, ritarda l’ora in cui andiamo a dormire e provoca un sonno agitato.

Ma ciò che è più scioccante è che, secondo i ricercatori, questo avverrebbe in modo considerevole già dall’inizio del XXI secolo. E in generale, dormiremo sempre meno man mano che le temperature aumentano.

I ricercatori sostengono, in particolare, che il cittadino medio sta già perdendo 44 ore di sonno ogni anno e, per almeno 11 notti, dorme meno di 7 ore, considerata la durata minima che ognuno di noi dovrebbe dormire. Anzi, hanno stimato che se il riscaldamento globale aumenta con questo ritmo, la perdita individuale di sonno potrebbe aumentare fino a 50-58 ore all’anno entro il 2099.

Questo comunque non vale per tutti. Lo studio rivela che, nonostante l’innalzamento delle temperature notturne si verifichi in tutto il mondo, le conseguenze vengono percepite maggiormente dai gruppi e dalle comunità di per sé già vulnerabili e aggravano le disuguaglianze ambientali esistenti e reiterate attraverso i sistemi di sviluppo sociale, economico ed educativo.

Le popolazioni con un basso reddito e/o che vivono nelle regioni più calde, in particolare, accusano di più l’innalzamento delle temperature. All’interno di queste, poi, sono le donne e gli anziani i soggetti più suscettibili, a causa di alterazioni nel processo di raffreddamento del loro corpo, fondamentale per poter dormire bene, e, di conseguenza, a un sonno più agitato e/o più breve.

Per condurre questo studio, i ricercatori hanno analizzato miliardi di misurazioni di braccialetti per il monitoraggio del sonno, o “sleep-trackers”, considerando il più grande campione mai usato composto da 47.000 persone provenienti da 68 Paesi per 7 milioni di notti.

Questi dati sono stati, poi, messi a confronto con il meteo giornaliero di tutti i Paesi di origine di ogni individuo appartenente al campione stesso.

E perché è importante sapere se la qualità e la durata del sonno vengono influenzati dal cambiamento climatico? Semplicemente, perché ci riguarda. È solo l’ultimo esempio di come la crisi climatica influenzi la nostra salute fisica e mentale.

Un sonno insufficiente, infatti, aumenta il rischio di problemi fisiologici, comportamentali, sociali ed economici. Può portare, per esempio, a una maggiore aggressività o ipertensione, a complicazioni cardiache, a una minore concentrazione e, più in generale, a una compromissione del funzionamento di tutto il sistema immunitario.

Ma soprattutto ci riguarda perché, per evitare di dormire sempre meno a causa del caldo, è necessario investire in progetti ambientali e psicosociali per proteggere, in modo equo, tutta la popolazione mondiale

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