Banca Etica e Rete Italiana Pace e Disarmo: la legge sull’export di armi italiane è in pericolo

 

La legge 185/1990 sull’export di armi italiane è sotto attacco. Le modifiche proposte, già passate in Commissione in Senato, svuoteranno la norma delle sue prerogative più preziose, che garantisconocontrollo e trasparenza sulle esportazioni diarmamentiitaliani. Ora il rischio è che questa stessa trasparenza venga compromessa e, di conseguenza, avvii un mercato di armi meno regolamentato. Questo è un tema ancora più critico oggi, in un momento storico in cui la percezione delle guerre e dei conflitti internazionali stanno cambiando. Per questo motivo, ieri (4 aprile) presso la Sala Stampa a MontecitorioAnna Fasano, presidente diBanca Etica, insieme aFrancesco Vignarca, coordinatore dellaRete Italiana Pace e Disarmohanno tenuto una conferenza per discutere delladifesa di questa legge. Vignarca ha espresso chiaramente la posizione dell’organizzazione, sottolineando chel’aggiornamento della legge dopo tanto tempo non dovrebbe essere un’opportunità per ridurre il controllo parlamentare sull’export di armi: «Oltre a preservare la trasparenza che l’ha resa un modello positivo a livello internazionale, occorre che una maggiore responsabilità decisionale della parte politica e del Governo sia comunque sempre bilanciata da competenze tecniche capaci di applicare attivamente i criteri previsti dalla norma italiana e da quelle internazionali». «Bisogna poi preservare la possibilità di interazione con le Ong sulle possibili violazioni di diritti umanie con l’Ufficio presso la Presidenza del Consiglio che ha facoltà di proporre progetti di riconversione industriale e civile – ha aggiunto – Tutti elementi che sparirebbero se venisse confermato anche alla Camera il testo del Ddl uscito dal Senato». Anna Fasano ha ribaditol’importanza nel promuovere la mobilitazione dellasocietà civileper difendere questa legge: «Le modifiche proposte mirano tra l’altro acancellare la “lista delle banche armate”che, seppur con molti limiti, da 30 anni consente al Parlamento e ai cittadini di sapere quali banche finanziano la produzione e l’export di armi e per quali importi. Cancellare questo presidio di trasparenza sarebbe in contraddizione con gli indirizzi dell’Europa, che vuole i consumatori degli Stati membri sempre più liberi di fare scelte consapevoli sul mercato, incluso quello dei prodotti bancari e finanziari. L’Ue ha varato diverse normative che impongono alle banche di rendere noti i settori che finanziano e i loro impatti sociali e ambientali». Alla conferenza ha preso parte anche la deputata del Pd Laura Boldrini, che ha espresso preoccupazione riguardo ai pericoli dello svuotamento di questa legge: «In un’epoca in cui alcuni Stati sembrano considerare le guerre come strumenti per risolvere le tensioni internazionali è fondamentale mantenere una legislazione che impedisca la vendita di armi ai Paesi in conflitto.Modificare questa legge significherebbe allentare i vincoli che legano la politica estera ai principi di pace e responsabilità». Un ulteriore elemento di preoccupazione, espresso da tutti i relatori presenti, è statala velocità con cui si sta procedendo alla riforma della legge 185/1990, vista da alcuni esponenti dell’opposizione come un segno di resa agli interessi delle lobby militari e bancarie. In ottica di protezione della norma,Rete Italiana Pace e Disarmo ha lanciato unapetizionee, insieme aBanca Etica,ha invitato la società civile a partecipare allamobilitazione del 17 aprile presso la sede di LiberaAssociazioni Nomi E Numeri Contro Le Mafiea Romain cui si faranno sentire le voci delle organizzazioni che chiedono lo stop al disegno di legge che vuole togliere al Parlamento e ai cittadini l’accesso a informazioni cruciali sull’export di armi e sullafinanzadi chi lo sostiene. La prossima fase di discussione alla Camera dei Deputati sarà cruciale per il futuro di questa legge, della trasparenza e del controllo democratico sull’esportazione delle armi.