Spagna: si riduce sempre più l’immigrazione irregolare

Spagna: si riduce sempre più l’immigrazione irregolare

 

Il 2022, per la Spagna, si chiuderà con un calo significativo dell’immigrazione irregolare, conil dato più basso dal 2017: con quasi 30.000 persone arrivate fino a dicembre, c’è stata una diminuzionedel 23%rispetto all’anno precedente. Una diminuzione, spiega il quotidiano spagnoloEl Paìs, legata almaggior controllo esercitato dal Marocco sulla sua costa atlanticadopo la riconciliazione con la Spagna, ma anche alle barriere imposte aimigrantida Mauritania, Senegal, Gambia e Algeria. Un altro fattore che potrebbe aver influito, ma non ci sono dati verificabili che lo possano confermare, è la lotta alle mafie. Negli ultimi cinque anni la Spagna ha affrontato la questione dell’immigrazione illegale alla fonte, con decine di milioni di euro investiti per finanziare materiale e formazione nei Paesi più strategici dell’area. I risultati ottenuti, però, non sono sempre gli stessi: nel 2021 i partner africani sonoriusciti a fermarecirca4 migranti su 10, partiti irregolarmente per la Spagna. Un dato diverso a seconda del Paese a cui si fa riferimento, che ha un proprio contesto e una propria efficienza: la Mauritania si ferma al 34%, mentre il Marocco e l’Algeria, con maggiore pressione, non raggiungono il 20%. Un rapporto della Commissione europea a cuiEl Paìsha avuto accesso mostra che la riduzione, effettivamente, c’è stata, e questo rendela Spagna l’unica nell’Unione europea a chiudere l’anno con numeri in calo. Le sparizioni e le morti deimigranti irregolarisulla rotta marittima tra Africa e Spagna, però, continuano a essere costanti: secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, nel 2022 si tratta dicirca 700 persone, che diventanopiù di 2.000 se consideriamo i dati dell’ongCaminando Fronteras. Le relazioni con Algeri, intanto, che continua a frenare l’emigrazione dal suo territorio, si sono deteriorate: una fonte di polizia ha spiegato al quotidiano spagnolo che «il calo degli arrivi ha molto a che fare con le operazioni contro le reti di trafficanti algerini che abbiamo smantellato qui, emeno con le restrizioni alla fonte». Il calo nelle Isole Canarie, mai stato così alto da quando la rotta è stata riattivata nel 2019, è stato del 24,9%. Il report riservato della Commissione europea spiega che la maggior parte delle imbarcazioni non parte più dal Sahara occidentale, controllato da Rabat, ma dal sud del Marocco: il cambiamento è avvenuto dopo la riconciliazione tra Marocco e Spagna a marzo, dopo il dietrofront della Spagna sul conflitto del Sahara Occidentale. Allora, le autorità marocchine si sono impegnate in un’area già completamente militarizzata, principale punto di partenza per le isole, sostituendo i funzionari corrotti. Il numero di partenze dal Senegal, 274, e dalla Mauritania, 218, entrambi Paesi che ricevono sovvenzioni dalla Spagna, è diminuito grazie a unamaggiore collaborazione con la polizia: l’anno scorso, in questo periodo, più di 2.000 persone avevano lasciato la Mauritania e più di 500 il Senegal. Oltre agli aiuti diretti, ci sono decine di migliaia di euro per finanziare le attività degli agenti spagnoli sul terreno, più milioni di euro inseriti dal governo in modo permanente nel bilancio della cooperazione di polizia. Il calo degli arrivi, per il momento,è visibile solo sulle rotte marittime: allefrontiere terrestridi Ceuta e Melilla gli ingressi irregolari sono cresciuti di quasi il 30%, con 2.210 attraversamenti non autorizzati. Secondo fonti spagnole, il Marocco ha dispiegato rinforzi per fermare il flusso di migranti intorno alle recinzioni, ma l’attraversamento via terra continua a essere l’unica opzione per centinaia di persone. Tra le nazionalità entrate in Spagna, secondo i dati non pubblici dell’Agenzia europea per le frontiere, al primo posto c’è quella marocchina, seguita da algerina e senegalese. La Spagna è l’unico Paese dell’Ue a nascondere la provenienza dei migranti che entrano irregolarmente nel suo territorio. Il motivo ufficiale? La rivelazione di queste informazioni potrebbe danneggiare le relazioni bilaterali con i Paesi di origine dei migranti.