Le diverse vie del nuovo attivismo ambientale

Ilcaso più eclatanteè stato quello delle due attiviste del gruppoJust Stop Oilche mesi fa hanno gettato unazuppa contro un dipinto di Vincent van GoghallaNational Gallerydi Londra. Un evento che ha ottenuto una risonanza mondiale, con una forte indignazione pubblica spesso alimentata dal fatto di ignorare che il dipinto era protetto da una lastra di vetro. Ma anche un’azione che ha aperto un esteso dibattito sulle modalità da perseguire nelle proteste contro lacrisi climatica-ambientale. L’ultimo episodio con azioni radicali da parte di attivisti ambientali è avvenuto a Roma, dove alcuni membri diUltima Generazionehanno imbrattatodi vernice lavabile la facciata del palazzo del Senato dichiarando che «siamo in un’autostrada verso l’inferno climatico con il piede sull’acceleratore e la risposta del governo italiano sono nuove trivellazioni e l’incremento delle centrali a carbone. Ci sentiamo in dovere di resistere, di fare tutto ciò che è in nostro potere contro quest’immensa ingiustizia». Questa azione ha scatenato immediatamente una nettareprimendada parte dei membri del Governo e di diversi parlamentari, con conseguente arresto di 3 attivisti, Davide Nensi, Alessandro Sulis e Laura Paracini, chehanno subitoun processo per direttissima. Il giudice del tribunale di Roma ha convalidato gli arresti per gli attivisti, disponendo la scarcerazione. Il processo per i tre, accusati di danneggiamento aggravato, è stato fissato al 12 maggio. Nel corso dell’udienza i tre ragazzi hanno rivendicato quanto compiuto ieri mattina: «Dopo aver visto il disastro dellaMarmoladaho paura per il nostro futuro. Ho aderito a Ultima Generazione perché propone un cambiamento – ha dichiarato uno degli attivisti – in particolare difermare le emissioni di gasepuntare sulle energie rinnovabili». Le contestazioni portate avanti daUltima Generazionecontinuano a sollevare polemiche, discussioni e dubbi sulla loro reale efficacia, specialmente quando in passatoazionidiblocco della circolazione stradalehanno sollevato notevoli malumori anche all’interno di un certo attivismo ambientale, preoccupato dell’effetto boomerang su i mass media e su i cittadini. Proprio in questi giorni la componente inglese diExtinction Rebellionha annunciatola sospensione dei blocchi e delle azioni radicali, preferendo concentrarsi sull’acquisizione del consenso presso la popolazione inglese. Dall’altra parte invece i gruppiInsulate BritaineJust Stop Oilcontinuerannoa mantenere la loro linea di “resistenza civile”, nonostante siano statiarrrestatioltre 130 membri nel 2022 da parte delle autorità britanniche. Azioni più forti, più estese, esattamente come quelle degli attivisti diUltima Generazione, con quest’ultimidifesianche dal direttore del quotidiano “Domani” Stefano Feltri: «Hanno ragione loro, i quattro attivisti diUltima generazioneche hanno imbrattato il Senato. Hanno ragione loro perché la politica italiana si indigna per un po’ di vernice e non per la traiettoria inesorabile della specie umana verso un destino di calamità e, forse, di estinzione. Hanno ragione loro a tirare la vernice perché la loro“disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico” viene accolta soltanto dal “disinteresse del mondo politico”». Se da una parte diverse organizzazioni ritengono necessario il dialogo con la controparte politica-economica senza azioni eclatanti, dall’altra sempre più militanti iniziano ad accogliere pensieri piùestremi, spinti dall’inazione e dall’ipocrisia delle forze politiche al potere. Rimane al centro del dibattito lariflessionedel giornalista Ferdinando Cotugno: «È immorale aver scaricato il compito di salvare il futuro dell’umanità solo sui ragazzi, aver applaudito e poi ignorato le loro piazze colorate e piene di idee. Oggi le azioni sono diventate vistose ma rimangono pacifiche. Sarebbe una tragedia per tutta la nostra società se diventassero violente, però dobbiamo anche chiederci: perché non stiamo lasciando nessuna alternativa a tutto questo dolore?».