Diritti

Banca Etica e Rete Italiana Pace e Disarmo: la legge sull’export di armi italiane è in pericolo

La L. 185/1990 garantisce il controllo e la trasparenza sull’esportazione di armamenti italiani, ma le modifiche proposte (passate in Commissione in Senato) rischiano di far vacillare queste garanzie
Credit: Ivan Samkov 
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5 aprile 2024 Aggiornato alle 18:00

La legge 185/1990 sull’export di armi italiane è sotto attacco. Le modifiche proposte, già passate in Commissione in Senato, svuoteranno la norma delle sue prerogative più preziose, che garantiscono controllo e trasparenza sulle esportazioni di armamenti italiani. Ora il rischio è che questa stessa trasparenza venga compromessa e, di conseguenza, avvii un mercato di armi meno regolamentato.

Questo è un tema ancora più critico oggi, in un momento storico in cui la percezione delle guerre e dei conflitti internazionali stanno cambiando. Per questo motivo, ieri (4 aprile) presso la Sala Stampa a Montecitorio Anna Fasano, presidente di Banca Etica, insieme a Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana Pace e Disarmo hanno tenuto una conferenza per discutere della difesa di questa legge.

Vignarca ha espresso chiaramente la posizione dell’organizzazione, sottolineando che l’aggiornamento della legge dopo tanto tempo non dovrebbe essere un’opportunità per ridurre il controllo parlamentare sull’export di armi: «Oltre a preservare la trasparenza che l’ha resa un modello positivo a livello internazionale, occorre che una maggiore responsabilità decisionale della parte politica e del Governo sia comunque sempre bilanciata da competenze tecniche capaci di applicare attivamente i criteri previsti dalla norma italiana e da quelle internazionali».

«Bisogna poi preservare la possibilità di interazione con le Ong sulle possibili violazioni di diritti umani e con l’Ufficio presso la Presidenza del Consiglio che ha facoltà di proporre progetti di riconversione industriale e civile - ha aggiunto - Tutti elementi che sparirebbero se venisse confermato anche alla Camera il testo del Ddl uscito dal Senato».

Anna Fasano ha ribadito l’importanza nel promuovere la mobilitazione della società civile per difendere questa legge: «Le modifiche proposte mirano tra l’altro a cancellare la “lista delle banche armate” che, seppur con molti limiti, da 30 anni consente al Parlamento e ai cittadini di sapere quali banche finanziano la produzione e l’export di armi e per quali importi. Cancellare questo presidio di trasparenza sarebbe in contraddizione con gli indirizzi dell’Europa, che vuole i consumatori degli Stati membri sempre più liberi di fare scelte consapevoli sul mercato, incluso quello dei prodotti bancari e finanziari. L’Ue ha varato diverse normative che impongono alle banche di rendere noti i settori che finanziano e i loro impatti sociali e ambientali».

Alla conferenza ha preso parte anche la deputata del Pd Laura Boldrini, che ha espresso preoccupazione riguardo ai pericoli dello svuotamento di questa legge: «In un’epoca in cui alcuni Stati sembrano considerare le guerre come strumenti per risolvere le tensioni internazionali è fondamentale mantenere una legislazione che impedisca la vendita di armi ai Paesi in conflitto. Modificare questa legge significherebbe allentare i vincoli che legano la politica estera ai principi di pace e responsabilità».

Un ulteriore elemento di preoccupazione, espresso da tutti i relatori presenti, è stata la velocità con cui si sta procedendo alla riforma della legge 185/1990, vista da alcuni esponenti dell’opposizione come un segno di resa agli interessi delle lobby militari e bancarie.

In ottica di protezione della norma, Rete Italiana Pace e Disarmo ha lanciato una petizione e, insieme a Banca Etica, ha invitato la società civile a partecipare alla mobilitazione del 17 aprile presso la sede di Libera Associazioni Nomi E Numeri Contro Le Mafie a Roma in cui si faranno sentire le voci delle organizzazioni che chiedono lo stop al disegno di legge che vuole togliere al Parlamento e ai cittadini l’accesso a informazioni cruciali sull’export di armi e sulla finanza di chi lo sostiene.

La prossima fase di discussione alla Camera dei Deputati sarà cruciale per il futuro di questa legge, della trasparenza e del controllo democratico sull’esportazione delle armi.

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