Perù: la Presidente Boluarte indagata per genocidio

 

Sale ilbilancio delle vittimee la violenza degliscontri nati dalleprotesteantigovernativecominciate inPerùlo scorso 7 dicembre. Nella giornata di lunedì si sono registrati18 mortitra cui anche un minorenne e 73 feriti, il numero più alto raggiunto in un solo giorno. Dopo aver cercato di prendere il controllo dell’aeroporto della città di Juliaca nel sud del Paese, i manifestanti si sono scontrati con la polizia, che ha risposto al lancio di pietre aprendo il fuoco. Nella notte di lunedì unpoliziottoè stato attaccato dai dimostranti e bruciato vivo nella sua macchina. Dopo la strage, la folla ha accompagnato il trasporto delle bare delle vittime scandendoslogancome “Dina mi ha ucciso con un proiettile”, “Assassini!”, “Questa democrazia non è più una democrazia”. Nel frattempo il Governo ha imposto un coprifuoco di 3 giorni in tutta la regione di Puno. La Procura generale del Perù ha annunciato l’apertura di un’indagineper ipresunti reati digenocidio,omicidio colposo e lesioni gravi.Oltre alla PresidenteDina Boluartesono indagati il Primo Ministro Alberto Otárola e i ministri di Interno e Difesa, Víctor Rojas e Jorge Chávez. Anche l’ex premier Pedro Angulo e l’ex ministro dell’Interno César Cervantes rientrano tra le persone indagate. Le proteste sono cominciate dopo che il presidente di sinistra Pedro Castillo è stato rimossodal suo incaricoper aver provato asciogliere il parlamentoin un probabile tentativo di evitare l’impeachment dopo un periodo di forte instabilità del suo Governo. DinaBoluarte, vicepresidente di Castillo, l’haaccusato di aver tentato uncolpo di statoe ha preso il suo posto alla guida del Paese. Castillo si trova ora incustodia cautelarecon l’accusa direati contro l’ordine costituzionalee i manifestanti stanno chiedendo il suo rilascio, la rimozione di Boluarte eimmediateelezioni. Le proteste maggiori hanno avuto luogo soprattutto nellearee rurali piùpovere, dove il sostegno all’ex presidente è maggiore. Dopo una breve tregua nel periodo natalizio le azioni dei dimostranti sono riprese con forza a inizio gennaio, propagandosi anche in altre zone del Paese nelle aree di Cusco, Arequipa e Ayacucho. Nella regione diCuscodiverse strade sono state bloccatee c’è stato untentativo di occupare l’aeroporto Velasco Astete,dove 37 persone e 6 poliziotti sono rimasti feriti. Gli scontri stanno continuando nella città vicina al sito di Machu Pichu e al momento si è già registrata unavittima. Le parlamentari Ruth Luque (Cambio Democrático) e Silvana Robles (Perú Libre) si domandano sui lorosocial:“Quante morti sta aspettando Dina Boluarte per rinunciare?” e avvisano la presidente e il suo Governo che“Passeranno alla storia come genocidi”. Nella città di Arequipa i cittadini si sono riversati in strada vestiti a lutto per chiedere la fine del “massacro contro il popolo”. Il sindaco Víctor Hugo Rivera ha invitato i manifestanti ad agire in maniera pacifica e allo stesso tempo ha sollecitato la Presidente Boluarte a prendere una decisione radicale di fronte ai fatti che si stanno verificando nel Paese. Il Primo Ministro Alberto Otárolaha dichiarato che le proteste sonofomentate da gruppi violenti finanziati dainteressi stranieriper distruggere il Paese. Nonostante il massacro di lunedì,il Governo ha ottenuto il voto di fiducia del parlamentocon 73 voti a favore, 42 contrari e 6 astensioni.

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