New York: bandite le chatbot dalle scuole
La rivolta dellescuole americanecontro le nuove tecnologie continua. Stavolta la protesta si è sollevata aNew York. Nell’occhio del ciclone c’èChatGPT, un programma in grado dielaborare testi scritti, creato dall’organizzazioneOpen AI,eaccessibile gratuitamente tramite qualsiasi browser. IlDipartimento dell’Istruzionedella città di New Yorkha bloccato l’accesso alla chatbot sui suoi dispositivi e sulle sue reti interneta causa degli“effetti negativi sull’apprendimentodegli studenti e le preoccupazioni riguardanti la sicurezza e l’affidabilità dei contenuti”. La scelta drastica di impedire l’uso di questaintelligenza artificiale– anche se gli studenti potranno comunque ricorrervi tramite dispositivi non forniti dalla scuola e attraverso reti internet non istituzionali – vuole evitare che i ragazzi se ne servanodi nascosto durante le verifichein classe o nello svolgimento dei compiti a casa. Gli utenti, infatti, possono usufruirne perscrivere temi, saggi brevi, poesie, documenti tecnici, che possono presentarestrutture sintattiche e lessico anche piuttosto articolati e complessi, che potrebbero rendere difficile per i professori distinguere l’operato dello studente da quello dell’AI. «Se da una parte, questo strumento può essere in grado di fornire risposte rapide e facili alle domande,non dimostra né capacità di pensiero critico e né risoluzione dei problemi,essenziali per il successo accademico e in generale per tutta la vita» ha dichiarato Jenna Lyle, portavoce del Dipartimento dell’Istruzione di New York aChalkbeat, sito di informazione online interamente dedicato al mondo dell’istruzione. La diffusione di questi modelli linguistici tra gli studenti aveva cominciato a suscitare qualche perplessità già asettembre, dopo che qualcuno aveva affermato candidamente diaver utilizzato la chatbot per svolgere saggi brevi assegnati in classe e rispondere a domande per progetti scolastici. In quel momento, il programma era accessibile solo tramite tramite il sito webOpenAIed era ancora a pagamento. Dopo che la società lo ha reso gratuito per un numero più ampio di utenti a partire dal 30 novembre, gli insegnanti hanno lanciato l’allarme. ChatGPTè in sostanza unarete neuraleche si è sviluppata attraversol’analisi di milioni di libri e siti web. La “conoscenza” del modello delle tipiche costruzioni di testo lo aiuta a prevedere l’output più probabile dopo che qualcuno ha inserito la richiesta. Quindi, se viene dato un suggerimento come “Mary aveva un”, la chatbot potrebbe completare la frase con “agnellino”, estraendo dalle associazioni statistiche più frequenti tra le parole che il modello AI ha incontrato durante il processo di sviluppo. Il rischio è chiaramente quello di incentivare unimpoverimento linguistico degli studenti. Il programma procede secondo l’apprendimento automaticoper fornire le proprie risposte personalizzate a richieste specifiche. Può estrarre e compilare fatti storici, scrivere in stili specifici e creare argomentazioni logiche convincenti, il tutto con una grammatica praticamente perfetta. Tuttavia, è uno strumento che ha anche dei grossi limiti, a voltearriva a conclusioni imprecise, o sbagliate, o addirittura utilizza unlinguaggio offensivo. Ma come è accaduto una ventina d’anni fa per Google, quando iniziò a circolare il timore che gli studenti potessero googlare le risposte e falsare irrimediabilmente l’esito dei test, secondo molti anche questa volta si tratterebbe di un falso allarme. Lo sforzo dei docenti dovrà essere sempre più volto a creare prove ed esercizi stimolanti, che spingano il ragazzo aapprofondire l’argomento e a sviluppare una propria opinione,tutte cose chenessun motore di ricerca o chatbot, almeno per ora, è in grado di fornire.