Cina: ecco dov’è il vero laboratorio di Babbo Natale

Non è ancora tempo di smontare gliaddobbi natalizi. Sfere colorate appese all’albero in salotto, ghirlande, puntali, festoni, cappelli di Babbo Natale, luci che adorneranno ancora per un po’ le case, i balconi e le strade delle nostre città. Mada dove provengono tutte le decorazioni che acquistiamo?Prevalentemente dallaCinae in particolaredal villaggio di Yiwu, nella provincia di Zhejiang, soprannominato il “Villaggio diNatale”. Ma, non ci sono elfi operosi o gnomi barbuti ad abitare il piccolo centro nella Cina orientale. La città ospita oltre600 fabbrichespecializzate che, in base ai dati ufficiali del governo, produconofino al 60% delle decorazioni natalizie di tutto il mondo. Il paesino, a 300 chilometri da Shanghai, esporta ogni annopiù di 20.000 tipi di forniture natalizie in oltre 100 Paesi.Secondo i dati doganali, le esportazioni di prodotti natalizi di Yiwu hanno raggiunto 1,75 miliardi di yuan (251 milioni di dollari) da gennaio a luglio, con una crescita anno su anno dell’88,5%. IlGlobal Times, il tabloid prodotto dal quotidiano ufficiale del Partito Comunista Cinese, parla del fenomeno con una nota positiva: “Da quando la pandemia si è stabilizzata a metà agosto, lavoriamo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per consegnare le merci”. Le precarie condizioni di questi lavoratori, spesso migranti, sono state messe nero su bianco da un’inchiesta delGuardiandi qualche anno fa, ma probabilmente da allora niente (o poco) è cambiato. Nelle immense fabbriche di Yiwu, le persone non sanno neanche cosa sia il Natale. Il costo del lavoro è bassissimo e gli operai lavorano 6 giorni alla settimana con turni quotidiani di12 ore, per un guadagno che non supera i200 o 300 euro al mese. Vivono in affollati dormitori di fabbrica e alcuni indossano mascherine, non solo per evitare il coronavirus, ma soprattutto per nonrespirare polveri, scarti tossici, vernicie residui di altri materiali, che si utilizzano per produrre ledecorazioni.