Prove Invalsi: cosa sono?

 

Il mondo dell’istruzione italiana vive fasi alterne, è vasto e non sempre decifrabile. I margini di miglioramento sono enormi e necessitano di un continuoaggiornamento e valutazione, anche e soprattutto per rendere i nostri ragazzi competitivi anche al di fuori dei confini nazionali. Per agevolare questo compito, almeno dal punto di vista degli studenti, ormai da anni esistono leprove Invalsie cioè delle prove standardizzate che gli studenti svolgono in diverse fasi del loro percorso scolastico per individuare il loro livello di competenze su scala nazionale. Le provaInvalsivengono ripetute annualmente così da avere uno storico sulle competenze degli studenti e sono rivolte a tutti gli studenti che frequentano la II e V primaria; III secondaria di I grado; II e V secondaria di II grado.A partire dal 2023, le proveInvalsi torneranno a essere unrequisito di ammissioneper gliesami di terza media e dimaturità. A stabilirlo è proprio un decreto del 2017, sospeso durante la pandemia, e rientrato in vigore alla fine dello stato di emergenza.Vediamo nello specificocos’èInvalsie come opera nel settore scolastico. Invalsi, cos’è? L’Invalsi è l’Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico istituito nel 1999 che raccoglie l’eredità delCentro Europeo dell’Educazione (Cede)istituito nei primi anni settanta del secolo scorso su proposta del ministroLuigi Berlinguer, a norma dellalegge 59/1997.La creazione dell’Invalsi avviene in anni in cui iservizi di valutazione analoghi venivano creati in molti altri Paesiper stimolare e monitorare l’evoluzione dei rispettivi sistemi scolastici. La storia dell’Invalsi è lunga e complessa, in quanto legata alle diverse esigenze tecniche e politiche dei governi che si sono succeduti e alle discussioni sul suo ruolo e sul suo operato. Nel 2004 l’Istituto viene riordinato dall’allora ministraLetizia Morattie rinominatoIstituto Nazionale per la Valutazione del sistema educativo dell’istruzione e della formazione, con il compito di effettuare prove periodiche e sistematiche degli esiti di apprendimento. Dall’anno scolastico 2005/06 l’Invalsipredispone le prove nazionali e ne cura lo svolgimento, prove che verranno comunque più volte modificate negli anni a seguire. L’ultimo riordinamento dell’Invalsi è con il ministro Maria Stella Gelmini nel 2009 che ne amplia mezzi e competenze. Sulla base delle vigenti Leggi, soggetto alla vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione, l’Istituto Invalsi: – effettua verifiche periodiche e sistematiche sulleconoscenze e abilità degli studentie sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell’apprendimento permanente; in particolare gestisce ilSistema Nazionale di Valutazione(Snv); – effettua le rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole; -studia le cause dell’insuccessoe della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale e alle tipologie dell’offerta formativa; – predispone annualmente itesti della nuova prova scritta, a carattere nazionale, volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti nell’esame di Stato al terzo anno della scuola secondaria di primo grado; – predispone modelli da mettere a disposizione delle autonomie scolastiche ai fini dell’elaborazione della terza prova a conclusione dei percorsi dell’istruzione secondaria superiore; – provvede allavalutazione dei livelli di apprendimentodegli studenti a conclusione dei percorsi dell’istruzione secondaria superiore, utilizzando le prove scritte degli esami di Stato secondo criteri e modalità coerenti con quelli applicati a livello internazionale per garantirne la comparabilità; – forniscesupporto e assistenza tecnica all’amministrazione scolastica, alle regioni, agli enti territoriali, e alle singole istituzioni scolastiche e formative per la realizzazione di autonome iniziative di monitoraggio, valutazione e autovalutazione; – svolgeattività di formazionedel personale docente e dirigente della scuola, connessa ai processi di valutazione e di autovalutazione delle istituzioni scolastiche; – svolgeattività di ricerca, sia su propria iniziativa che su mandato di enti pubblici e privati; – assicura la partecipazione italiana aprogetti di ricerca europeae internazionale in campo valutativo, rappresentando il Paese negli organismi competenti; – formula proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, definisce le procedure da seguire per la loro valutazione, formula proposte per la formazione dei componenti del team di valutazione e realizza il monitoraggio sullo sviluppo e sugli esiti del sistema di valutazione. Invalsi 2023, date prove Dal 2023, ormai alle porte, le prove Invalsi tornano a essere unrequisito di ammissioneper gliesami di terza media e dimaturità, dopo la sospensione dovuta agli anni di pandemia. Le prove si terrannodal 3 al 28 aprilee dal 3 al 5 e il 12 aprile per le classi campione. A comunicare questo ritorno alle scuole è statoRoberto Ricci, presidente dell’istituto Invalsi, tramite unalettera inviata alle segreterie delle scuolea novembre scorso. Studenti e studentesse dall’anno prossimo dovranno soddisfareun criterio in più, per poter terminare il proprio ciclo diistruzione, sia per le scuole medie, che per le superiori. Così insieme allafrequenza, allamedia sufficientee, nel caso dell’esame di maturità, allo svolgimento dell’attività dialternanza scuola-lavoroqualora prevista, studenti e studentesse dovranno anche superare le proveInvalsi. Per far questo è giusto cominciare la preparazione emettersi alla prova per vedere già in anticipo il proprio livello. Degli esempi di test sono disponibili sulla piattaformaInvalsi Open, dal titoloMettiamoci alla prova. Sulla piattaforma si possono trovare le esercitazioni di Italiano, Matematica e Inglese, le tre materie oggetto di test. Questi esempi consentono di ricevere un feedback immediato sull’esito per verificare la preparazione in tempo reale e capire come sono le prove in concreto. Invalsi: l’autovalutazione bussola per le famiglie Ilpresidente dell’istituto InvalsiRoberto Riccisottolinea però in una lettera anche come l’autovalutazione da parte delle famigliesia già un buon punto di partenza e una bussola per i propri figli nel mondo scolastico. Ecco i passaggi più utili e significativi: “Il procedimento di valutazione delle scuole, così come definito nel Sistema Nazionale di Valutazione (Dpr 80/2013), inizia con l’autovalutazione. Lo strumento che accompagna e documenta questo processo è ilRapporto di autovalutazione(Rav). A partire dall’anno scolastico 2014/2015, tutte le scuole – statali e paritarie – sono coinvolte in questo percorso, al fine di riflettere sui propri esiti e processi. Il Rav fornisce, quindi, una rappresentazione della scuola attraverso l’analisi che la scuola stessa fa del suo funzionamento.” “Nella sua articolazione il Rav si compone di 4 sezioni. Nella prima sezione,Contesto, sono presenti indicatori relativi alla popolazione scolastica, al territorio e al capitale sociale, alle risorse economiche, materiali e professionali. La seconda sezione è relativa agliEsitiovvero ai risultati scolastici, ai risultati nelle prove standardizzate, alle competenze chiave europee e ai risultati a distanza. La terza sezione è dedicata aiProcessisuddivisi a loro volta in pratiche educative e didattiche e pratiche gestionali e organizzative. L’ultima sezione, invece, riguarda l’individuazione dellePrioritàe la definizione dei relativi traguardi e obiettivi di processo.” “I processi di autovalutazione consentono di analizzare e approfondire gli aspetti del percorso formativo che incidono maggiormente sugli esiti degli allievi e diindividuare le priorità di intervento per il miglioramento degli apprendimentie della qualità dell’offerta formativa, basandosi su strumenti e dati affidabili. In generale, le scuole hanno, nel tempo, percepito chiaramente l’utilità dell’autovalutazione, così come hanno compreso la funzione della valutazione esterna, che è stata inquadrata dallo stesso legislatore nell’ottica del miglioramento e non del controllo.” “Per le famiglie, il Rav – che le scuole caricano sul portale “Scuola in chiaro” – può essere inteso come uno strumento “parlante”, in quanto per ciascuna dimensionefornisce criteri di valutazione(le rubriche di valutazione) ed evidenze che sono in grado di rappresentare la complessa realtà della scuola. In questa accezione, il Rav è uno strumento identitario, in grado diraccontare alle famiglie della scuola, mettendone in luce gli aspetti di forza e di criticità, le scelte prioritarie, i traguardi e gli obiettivi di processo, ed evidenziando la linea strategica delle azioni di miglioramento, ovvero su quali aspetti la scuola ha deciso di investire per il triennio. Le famiglie, soprattutto quelle che si affacciano per la prima volta a una specifica scuola, possono utilizzare il Rav come strumento di conoscenza.” “Il Rav diventa così lo strumento perriflettere sulle pratiche educative messe in campo dalla scuolae individuare aspetti di forza, di criticità attraverso la condivisione e il dialogo che consente all’istituzione scolastica di poter tracciare, nell’ambito della pianificazione triennale dell’offerta formativa, azioni di miglioramento. In questa accezione può inquadrarsi in senso ampio anche il patto di corresponsabilità tra le scuole e le famiglie consentendo di elaborare strategie di crescita e sviluppo concordate e conosciute da tutta la comunità educante.” conclude il Presidente Invalsi.