Armiamoci e… partite

 

Con un sondaggio dal titolo “Sulla volontà di difesa”, pubblicato su Libero Quotidiano, AnalisiPolitica ha voluto indagare e analizzare il cambiamento di opinione degli italiani sullavolontà di difesa dell’Ue e del Paeseda gennaio a novembre 2022, 10 mesi in cui tutto è cambiato in territorio europeo. Alla domanda diretta «se un Paese dell’Unione europea o uno stretto alleato dell’Italia venisse attaccato militarmente, lei accetterebbe di essere chiamato a combattere o comunque a contribuire alla difesa del Paese?», il18% degli italianicoinvolti nel sondaggio ha espressoindecisionesulla posizione da prendere. Un dato certamente elevato che contraddistingue gli indecisi, ma che ha subito una diminuzione del 9% nei 10 mesi di riferimento: a gennaio 2022 fu il 27% a rispondere “Non so”. A novembregli indecisi hanno preso posizione, dunque, permettendo un aumento del 5% tra coloro che hanno risposto positivamente alla chiamata e scenderebbero in campo al fianco degli alleati, che passano dal 17% al 22%, e del 4% tra coloro che hanno risposto in maniera negativa, che passano dal 56% di gennaio al 60% di novembre, e non accetterebbero di combattere. Approfondendo l’analisi, inoltre, AnalisiPolitica ha evidenziato come a gennaio 2022 i più entusiasti nel contribuire a difendere un Paese UE da un eventuale attacco terzo, erano in maggioranza i 35-60enni di sinistra, ma a novembre 2022,questo sottogruppo è”quasi scomparso”. Riagganciandosi alla domanda precedente,il secondo quesitoa cui è stato sottoposto il campione di 1000 italiani è stato: “E se fosse necessario, accetterebbe l’idea di rischiare la vitaper questo motivo?”. Anche in questo caso l’andamento registrato vede una diminuzione degli indecisi, che prendono posizione: davanti a una concreta realtà della guerra, quella in Ucraina, èaumentata notevolmente la percentualedi chi ha rispostonegativamente. Così, se a gennaio 2022 era ‘’solo’’ del 59% la percentuale di italiani che rifiutava categoricamente di mettere a repentaglio la propria vita per la difesa del territorio europeo o degli Stati alleati, a novembre 2022il sondaggio ha registrato un piccopari al 67%, mentre l’incremento dei cittadini pronti a immolarsi per la difesa è stato solo del 2%, passando dal 14% al 16% nell’arco dei 10 mesi. Unastabilità sostanziale tra le percentualidi chi vuole contribuire a difendere l’Unione Europea tra gennaio e novembre eun aumento notevoletra chi si tira indietrodavanti alla chiamata alle armi che vengono sottolineati anche dal terzo quesito del sondaggio che stringe il cerchioe chiede agli italiani intervistati: “Se l’Italia venisse attaccata militarmente, lei accetterebbe di essere chiamato a combattere o comunque a contribuire per la difesa del paese?”. Per l’Europa o gli stretti alleati la maggioranza degli intervistati non scenderebbe in campo imbracciando le armi, né tantomeno metterebbe a repentaglio la propria vita.E per la patria? All’inizio dell’anno 2022, il 30% del campione raccolto da AnalisiPolitica si dichiarava pronto a combattere per difendere la propria terra,oggi la percentuale è salita solo dell’1%, mentre quella di chi rifiuterebbe la proposta per aiutare il Paese è aumentata dell’8%, passando dal 44% al 52%. La maggioranza degli indecisi di gennaio (26%), dunque,ha preso posizione optando per la risposta”NO”. L’ultimo quesito è quello che lasciapiù margine di analisi.Alla domanda “E se fosse necessario, accetterebbe l’idea di rischiare la vita per questo motivo?”, posta in approfondimento alla precedente, il gruppo dei “SI” conquista solo l’1%, passando dal 27% di gennaio al 28% di novembre: un gruppo estremamente ristretto di intervistati è pronto a combattere per il Paese e rischierebbe la vita in nome della patria, quindi. Il gruppo dei “NO”, invece, raccoglie il 9% di consensi, portando la percentuale di chi non si immolerebbe per il Paese dal 47% al 56%. Anche in questo caso gli indecisi di gennaio (26%) che hanno preso una posizione nel rilevamento di novembre (16%) hanno sottolineato una presa di posizione orientata sul “NO”. Dal sondaggio appare evidente che davanti alla possibilità concreta di una guerra, come quella che da circa un anno sta bersagliando l’Ucraina,gli italiani si siano tirati indietroalla chiamata alle armi. “Insomma, un bel cambiare opinione, quando solo c’è laparvenza di qualcosa di reale”, come scrive AnalisiPolitica.