James Webb scopre 2 galassie lontane lontane

Puntando il telescopio spazialeJames Webb(JWST) verso il cielo, gli astronomi hanno avvistato 2 galassie che potrebbero contendersi il titolo dellapiù remota mai avvistata prima. Entrambe le masse sono apparse nella volta celeste nelle settimane successive a luglio, all’inizio delle attività di osservazioni del telescopio. Dopo un esame approfondito, potremmo avere di fronteuna delle prime scoperte del JWST sull’Universo primordiale. I ricercatori devono ancora confermare le distanze di queste galassie analizzando le proprietà spettrali della luce che emettono. Ma se le stime iniziali sono corrette, la luce di questi oggetti ha percorso distanze così grandi che il loro aspetto dovrebbe essere quello corrispondente a350/450 milioni di anni dopo il Big Bang. Si sarebbero quindi formate e sviluppate in un periodo anteriore a quello sinora studiato e osservato dagli astronomi. Le galassie appaiono piccole e luminose, il che ha fatto ipotizzare agli scienziati che si tratti dioggetti piatti, simili a dischi.L’osservatorio JWST, costato ben 10 miliardi di dollari, studia l’Universo tramite le lunghezze d’onda dell’infrarosso ed è in grado dirilevare la luce proveniente dagalassielontanissime. Non è ancora chiaro quando iniziarono a formarsi le prime stelle, ma le ipotesi più condivise ritengono improbabile che ce ne potessero già essere quando l’Universo aveva meno di 100 milioni di anni. Le galassie da poco osservate dal JWST sono comunque piuttosto grandi e potrebbero essersi formateprima che l’Universo avesse 200 milioni di anni, aggiungendo nuove domande e affascinanti ipotesi. La galassiaGLASS-z12iniziò a brillare quando l’età dell’Universo era 350 milioni di anni, mentreGLASS-z10quando aveva circa 450 milioni di anni. Il record precedente era di 400 milioni di anni e apparteneva a GN-z11, galassia osservata dal telescopio spazialeHubble. Come molti dei primi risultati del JWST, i dati sono stati sottoposti a un ampio ricalcolo dopo che loSpace Telescope Science Institutedi Baltimora, nel Maryland, ha rilasciato le calibrazioni dei dati aggiornate per il telescopio a partire dalla fine di luglio. Osservare oggetti così distanti non è semplice, nemmeno per un telescopio estremamente potente come ilJWST. Più ci si allontana, infatti, più la luce emessa da questi oggetti diventa tenue edifficile da cogliere.Per superare queste limitazioni, gli astronomi sfruttano un particolare effetto legato alla gravità e alla distorsione del percorso che segue la luce. Il fenomeno permette di disporre di una sorta di lente d’ingrandimento cosmica, che proprio per questo viene chiamata “lente gravitazionale”. Molti altri candidati di galassie lontane di JWST stanno ancora lavorando attraverso il processo di revisione tra pari. Alcuni potrebbero superare il nuovo detentore del record al redshift 12.4. Almeno uno è già stato confermato spettroscopicamente al redshift 9.76, in un preprint pubblicato il 27 ottobre su arXiv.org 4 . Nel frattempo, gli scienziati stanno esaminando in modo più ampio ciò che il telescopio sta rivelando sulla formazione delle galassie. In una prestampa pubblicata il 10 novembre, un team di ricercatori ha analizzato 26 galassie osservate dal telescopio: “Anche se è ancora agli inizi con JWST – scrivono gli autori – i risultati [iniziali] forniscono uno sguardo avvincente suipotenziali segreti dell’Universoprimordialeche le nostre osservazioni possono svelare”.