Il destino dei profughi ucraini

Il destino dei profughi ucraini

 

La guerra inUcrainanon conosce tregua, mentre i combattimenti continuano nell’est del Paese e la Russiabombardaquasi quotidianamente le infrastrutture energetiche della nazione. Con l’avvicinarsi dell’inverno e la mancanza diriscaldamentoe luce in molte case, i flussi dei profughi ucraini potrebbero tornare adaumentaremettendo sotto ulteriore pressione l’apparato di accoglienza europeo. Il conflitto iniziato lo scorso febbraio ha creato negli ultimi 8 mesi la più grave crisi umanitaria in Europa dai tempi della II guerra mondiale, con circa7,8 milionidi rifugiati ucraini sparsi nei vari Paesi dell’Unione Europea, di cui la maggior parte inPolonia. Sebbene alcuni siano rientrati nei territori ucraini dopo le fasi iniziali dell’invasione, l’aggravarsi degli scontri sta pregiudicando il loro rientro: «Il ritorno in massa dei rifugiati è correlato alla situazione della guerra e, a lungo termine, alla strategia di sviluppo economico. L’Ucraina ha bisogno di un programma di rimpatrio, ma ciò non è fattibile senza un’economia in forte espansione. Il boom è possibile solo se l’intero modello economico viene riconsiderato, perché le èlite finanziarie ucraine sono troppo abituate a vivere delleesportazioni di grano e acciaio. Altrimenti, una crisi demografica attende l’Ucraina – una popolazione di meno di 30 milioni di abitanti, di cui 10 milioni in pensione» hadichiaratoAleksey Kushch, un’analista diKiev. Nel frattempo diverse nazioni dell’Unione europeastanno moltiplicando gli sforzi per gestire i profughi, con profondediseguaglianzenumeriche fra i vari Paesi, dato che la maggior parte dei rifugiati si sono concentrati in Germania e Polonia, mentre la Francia ne ha accolti meno di 100.000. Questa pressione umanitaria ed economica sta diventando insostenibile per diverse municipalità e città, tanto che 12 lander tedeschi su 16 hanno comunicato al governo centrale di essere arrivati al limite delle risorse. «La riccaGermaniapuò fare qualsiasi cosa. Ma quei soldi non sono distribuiti in modo uniforme» hadenunciatoJan Glossmann, il portavoce del sindaco di Cottbus, intenzionato a non accogliere ulteriori profughi senza un miglioramento delle politiche di accoglienza. Problemi simili sono in corso nel Regno Unito, dove più di 100.000 ucraini sono ospiti delle famiglie britanniche. Ma il periodo di permanenza garantito di 6 mesista giungendoal termine e molti di loro non sapranno dove andare, dato che lo schema di “accoglienza famigliare” sta mostrando i suoi limiti. Nella vicina Irlanda si sono accese numerosepolemiche politiche, con accuse contro il governo e le sue mancanze nei confronti dei 200.000 ucraini presenti nel Paese. Senza l’implementazione di rapide e massicce politiche comunitarie atte a sanare icontinui problemi, i prossimi mesi potrebbero rivelarsi drammatici. Non solo per gli ucraini in fuga dagli orrori della guerra, ma anche per gli altri profughi provenienti dalle altre parti del mondo, i cui fondi stanziati stanno diminuendo rapidamente. «La guerra in Ucraina ha messo in luce l’immenso divario tra ciò che è possibile fare quando la comunità internazionale si raduna dietro una crisi e la realtà quotidiana per i milioni di persone che soffrono lontano dai riflettori» ha fattonotareilNorwegian Refugee Council.