Funghi allucinogeni, una cura contro la depressione?

Nel mondo quasi300 milioni di persone soffrono di depressione. Questo dato, tra l’altro, è relativo a un paio di anni fa epotrebbe essere sottostimato, soprattutto dopo la pandemia da Covid-19. Nel parlare di depressione, l’Organizzazione mondiale della Sanità(OMS) lo ha definito fra i disturbi psichici come la “malattia del secolo”. Da anni medici e scienziati stanno dunque sperimentando varie terapie nel tentativo di alleviare la depressione, anche con alleati difficili da ipotizzare: i cosiddettifunghi magici. I funghi allucinogeni, dice il nuovo e importantestudio clinico pubblicato sulNew England Journal of Medicine- condotto insieme aCompass Pathways,azienda che si occupa disalute mentale-in 22 diversi siti di Regno Unito, Europa e Nord America, grazie al loro composto psichedelico possono aiutare ad alleviaregravi depressioni resistenti ai farmaci,se combinati con la psicoterapia. Dopo una singola dose di 25 milligrammi dipsilocibina,seguita da una serie di sessioni di terapia,un terzo dei pazientisottoposti a questa terapia e che soffrivano di una depressione grave è andato in rapida remissione. Secondo il professorGuy Goodwin, direttore medico diCompass Pathways,i risultati dello studio clinico su psilocibina e depressione sono stati“eccezionali”. Circa100 milioni di persone nel mondosoffrono infatti di una forma di depressione che resiste a terapie e trattamenti con antidepressivi e quasi la metà di questenon è in grado di svolgere anche banali attività quotidiane: i risultati, dunque, forniscono una speranza in più di poter aiutare queste persone. Fra coloro che soffrono di depressione profonda “i tassi di risposta in questo gruppo al trattamento sono generalmente compresi tra il 10 e il 20%. Con il nostro trattamento stiamo assistendo atassi di remissione a sole 3 settimane di circa il 30%, un risultato molto soddisfacente”, spiega il medico. Lo studio si è basato su trattamenti a233 pazienti con depressione resistenteai quali sono state somministrate differenti quantità (1, 10 o 25 mg) di psilocibina chiamata Comp360. Successivamente, sono stati fatti accomodare in posizioni rilassanti ascoltando musica o playlist e indossando anche occhiali da sole per evitare qualunque disturbo econcentrarsi sull’effetto della sostanza. Il tutto veniva monitorato e gestito da un terapeuta sempre presente. In tutti e 3 i casi di dosaggio i risultati mostrano miglioramenti, misurati in base alla scala standard della depressione di Montgomery-Åsberg. L’impatto maggiore si è registrato nei pazienti a cui è stata somministrata ladose più alta di psilocibina: 3 settimane dopo aver assunto il farmaco, il 29% di questo gruppo era infase di remissione, rispetto al 9% e all’8% dei gruppi da 10 mg e 1 mg. 3 mesi dopo, un quinto del gruppo ad alto dosaggio ha affermato diavere ancora benefici dal trattamento. Ci sono stati però, va detto, ancheeffetti collaterali:dai mal di testa alla nausea, dalle vertigini al senso di affaticamento e alcuni pazienti hanno riferito di episodi di autolesionismo. Per continuare a esplorare le potenzialità della sostanza attiva presente nei funghi magicientro fine anno sarà avviato uno studio ancora più ampio, di fase 3, che esplorerà gli effetti con la somministrazione di 2 dosi.