Hai le cellule di un 30enne o un 60enne?

Hai le cellule di un 30enne o un 60enne?

 

Quando qualcuno mi chiede quantianniho, rispondo sempre: «Quanti me ne dai?». Spesso c’è una differenza tral’etàreale e quella percepita da noi stessi o dagli altri. Forse la verità sta nel mezzo, nellecellule. Orai progressi scientificihanno portato atestche forniscono informazioni sull’età biologica, assecondando l’innato desiderio di sapere se il nostroorganismosia piùgiovaneo piùvecchiodi quanto pensiamo. Che cos’è in fondol’età biologica? È come una fotografia del nostro corpo che ci spiega quanti acciacchi abbiamo collezionato nel corso deglianni, quali sono gli effetti dell’avanzare del tempo, comel’ambientecircostante ha influito su di noi e che conseguenze hanno avuto le nostre condotte di vita. Pensaci se non puoi fare a meno dellesigaretteo quando potresti rinunciare a un drink alcolico. In primo luogo, occorre considerare che probabilmentel’industria farmaceutica sta per vivere una stagione di vera e propria rivoluzione, grazie all’intelligenza artificiale generativa (genAI). Sono in corso diversi studi clinici avviati con farmaci progettati attraverso grandidata setbiologici, che promettono di concretizzare importanti benefici per il settore e, si spera, per le persone. È lecito comunque aspettarsi sorprendenti invenzioni nel medio termine. Intanto negliStati Unitisono già realtàmedicinecheriescono a correggere gli errori geneticiintervenendo a livello cellulare fino alla singola “lettera” delDna. Ma per il momento l’innovazione principale nel campo dell’epigenetica risale agli studi diSteve Horvath, professore di genetica umana e biostatistica all’University of Californiaa Los Angeles, che esattamente dieci anni fa – nel 2013 -ha sviluppato una sorta di “orologio” biologico: consiste in un algoritmo in grado di correlare l’età,l’invecchiamentonaturale e i cambiamenti molecolari che attivano o disattivano vari geni. Questa scoperta è utilizzata anche da alcune misurazioni già in commercio che, come spiega ilNew York Times, sono acquistabili dai cittadini sotto forma diesami del sangueo dellasaliva, con prezzi che si aggirano sui 300 dollari. Il nodo sta in un fatto però:il DottorHorvathha sviluppato questa tecnicain modo che fosse capace di analizzare i dati di migliaia di pazienti e non di occuparsi di un singolo soggetto. Quindi questi nuovi test, in realtà, non possono svelare nulla di preciso sullo stato disalute individuale, quando non si rivelano effettivamente inaffidabili. Gli espertipiù gentili dicono che alcune di queste rilevazioni non sono del tutto inutili ma sembrano parecchio concordi nell’affermare che bisogna attendere ulterioriverifiche e conferme scientifiche, per poter sperare un giorno di farne buon uso in ambito sanitario. Per adesso, dunque, si tratta perlopiù di prodotti che possono soddisfare qualchecuriositàrestando molto in superficie. C’è un altro punto verso il qualela comunità degli scienziaticonverge abbastanza compatta: è ancora piuttosto impossibile pensare di determinare con assoluta accuratezzal’età biologicadi un’unica persona. Non c’è niente da fare, insomma: la maggiore o minore somiglianza delle nostrecellulecon quelle di un 30enne o di un 60enne rimane, per ora, un qualcosa astrattamente legato alle nostre sensazioni. E in effetti, oggi, mi fa un po’ male la schiena.