Da scarpa vecchia a scarpa nuova. Ogni anno nel mondo vengono prodotti24 miliardi di calzature: le usiamo per qualche tempo e poi via, nella maggior parte dei casi – dato che sono composte da tanti e diversi materiali non sempre semplici da riciclare – finiscono direttamente indiscarica. Poca circolarità e poco riciclo per uno dei prodotti più venduti nel mondo dell’abbigliamento: ma che accadrebbe se lescarpe diventassero protagoniste dell’economia circolare e del loro riuso? Un’azienda italiana, anche grazie a fondi europeiLife, sta provando a dare una risposta. Il calzaturificioScarpadi Asolo, specializzato in scarpe datrekking e outdoor, ha infatti deciso di provare a gestire diversamente il fine vita dei propri prodotti. Grazie al progettoRe-Shoesl’azienda si sta impegnando per raccogliere dai consumatori in Italia, Germania e Austriaalmeno 15.000 paia di scarpe usate, quelle del suo modello più noto (Mojito). Una volta raccolte, queste calzature saranno avviate a un nuovo processo in cui si prevede diutilizzare tra il 50% e il 70% dei materiali della vecchia scarpa per quella nuova. Questo riciclo comporterà, secondo l’azienda, “una riduzione rispetto ai processi standard del 52,4% di gas serra, del 50% di sostanze chimiche, del 65% di consumo di acqua, del 54,5% di energia”. Tra i sistemi per il recupero delle calzature ci sarà “la dissoluzione selettiva della pelle per idrolisi e il liquido ottenuto verrà poi utilizzato per conciare della nuova pelle senza l’aggiunta di sostanze chimiche”. Inoltre, fanno sapere da Asolo, “la produzione di pelle riciclata si baserà sul processoEvoloche attualmente permette di raggiungere fino al 20% di contenuto riciclato a livello industriale, con la concreta possibilità diaumentare la quantità fino al 50%”. Una delle parti recuperabili grazie al nuovo processo saranno poi anche gliscarti di gomma, che attualmente sono destinati ai termovalorizzatori. L’intero progetto Re-Shoes, di 2.6 milioni di euro e reso possibile grazie a un finanziamento del programma Life Ue, si svilupperà in poco meno di quattro anni con l’obiettivo appunto di mettere in commercio un nuovo modello di calzatura dell’azienda ma realizzato grazie a raccolta e riciclo,diminuendo così lo smaltimento e l’uso di materie prime vergini. «La quantità di rifiuti generati dai prodotti usati è una delle principali sfide dell’industria calzaturiera: le scarpe, infatti, sono complesse da riciclare, perché sono composte da un mix di materiali diversi molto difficili da separare. Con questo ambizioso progetto prendiamo un impegno, quello di dare un contributo per invertire la rotta. Un impegno che si traduce in una continua sperimentazione di materiali totalmente riciclabili ed ecologici senza intaccare performance e durabilità dei prodotti», chiosaSandro Parisotto, presidente di Scarpa.
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