Chi è Adolfo Urso?

 

La fiamma nel cuore. La testa al Made in Italy.Adolfo Ursoè il nuovo ministro delleImprese e del made in Italy(ex Sviluppo economico). Classe 1957, è nato a Padova e ha una lunga storia nella destra italiana. Inizia la sua collaborazione col futuro leader della destraGianfranco Finigià nel 1977. I due fanno parte della giovanile del partito postfascista Msi. Urso lavora anche come giornalista per il quotidiano missino ilSecolo d’Italiadi cui è vicedirettore dal 1991 al 1992. Nel 1995 arriva la cosiddetta svolta di Fiuggi. Fini scioglie l’Msi e fonda Alleanza nazionale (An) con l’obiettivo di dare un volto più presentabile alla destra italiana. Urso è tra i più convinti sostenitori di questa scelta e nel 1994 entra in Parlamento proprio in quota An (nata come lista in quell’anno). Nel 2001 è nominato viceministro delle Attività produttive: qui si distingue già all’epoca per il suo interesse nelle attività del Made in Italy. Nel frattempo è tra gli esponenti più in vista di “Destra e libertà”, la componente di An considerata più vicina a Fini. Nel 2009 torna al governo diventando sottosegretario al Commercio con l’estero del Berlusconi IV. Da sempre a favore del nucleare («è il futuro», spiegava in un’intervistaal Giornale del 2003), nel 2010 è relatore della legge in favore dell’atomo poi abrogata dal referendum del 2011. Nel 2010 tra Fini e Berlusconi si consuma il grande strappo. In polemica con l’allora leader del Pdl, Fini lascia il partito e fonda Futuro e libertà (Fli). Urso lo segue e subisce i duri attacchi dei giornali berlusconiani. Libero mette in prima pagina i finiani chiamandoli traditori. «Ci trattano come obiettivi da colpire, me non ci intimoriscono», è la reazione di Urso. A intimorirlo ci pensa però il programma politico finiano che dopo poco meno di un anno stenta a decollare. Così Urso ci ripensa e lascia Fli. All’annuncio, dato per l’occasione da Ignazio La Russa, il Pdl riunito scoppia in un applauso. Nel 2013 non viene ricandidato e dà vita a una società di consulenza per le imprese. Ormai il tempo della destra moderata sognata da Fini è tramontato. Urso lo capisce prima di altri e torna alla fiamma. Questa volta di Fratelli d’Italia che l’ha ereditata nel simbolo dal Msi. La scelta si rivela vincente. Alle Politiche del 2018 è rieletto e nel 2021 Meloni, dopo un lungo braccio di ferro con la Lega, lo vuole presidente dell’organo di vigilanza parlamentare sui servizi segreti (Copasir). Dopo le elezioni del 25 settembre il suo nome è in ballo tra Difesa e Sviluppo economico. Alla fine decide per la seconda opzione. Nella sua prima intervista da ministro alCorriere della serapromette: «Faremo crescere i nostri campioni nazionali». Sperando di non finire come in Qatar.